Obbedienza e ascolto
- Dettagli
- Scritto da Laura Invernizzi
Come è noto, il verbo «obbedire» è imparentato con il verbo «ascoltare». Questo vale in italiano, che deriva dal latino, in greco, ma anche in ebraico e in arabo. Addirittura in ebraico, in assenza di una radice propria, per esprimere l’obbedire (oltre al semplice verbo «ascoltare») si usa un sintagma che, tradotto letteralmente, significa «ascoltare nella voce». L’obbedienza, quindi, è un ascolto che si fa azione e una azione condotta «stando nella parola» ascoltata, tenendola nel cuore, continuando ad ascoltarla, ritrovandone in ogni momento la freschezza e l’attualità, la saldezza e la sicurezza…
Stando così le cose, comprendiamo bene che il primo peccato, quello del giardino (Gen 3), è davvero una dis-obbedienza, un non-ascolto, perché la parola di Dio tenuta nel cuore è stata scalzata da altre parole, con le quali si è entrati in dialogo, dalle quali ci si è lasciati sedurre: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie...» (Gen 3,17), dice Dio all’’adam.... E se, come dice il salmo, la Parola di Dio è stabile come il cielo (Sal 119,89), essa rinuncia alla sua stabilità, quando si relaziona con l’uomo, sperando di trovare un cuore che ascolta (1Re 3,9) e consegnandosi nelle mani della libertà umana…
© 2012 Laura Invernizzi. Tutti i diritti riservati.
E' vietato riprodurre il contenuto di questo sito senza autorizzazione
CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO
In cammino con la Chiesa
Attualità
Percorsi
Articoli recenti
Speciale Quarantesimo
AUSILIARIE DIOCESANE: 40 anni di «GRAZIE»
L'Arcivescovo alle Ausiliarie: «Questo è il tempo della vostra missione»
Video: Ausiliarie diocesane: «Testimoni coraggiose della vita consacrata»
Programma del convegno: Il piacere spirituale di essere popolo
Un appuntamento atteso da quarant'anni: le Ausiliarie Diocesane in udienza da Papa Francesco
Area riservata
Chi è online
Abbiamo 14 visitatori e nessun utente online