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Nell’estate del 1963, per due giorni, due grandi maestri si incontrarono: Mario Lodi ospite da don Lorenzo Milani. Il primo aveva apprezzato l’incontro con i giovani di Barbiana che “avevano
imparato a far domande senza badare a chi avevano davanti e
andavano all’essenza delle cose”. Il priore invece, aveva appreso dal maestro di Piadena il metodo della
scrittura collettiva.
Entrambe le capacità: fare domande che cercano l’essenza e fare scrittura collettiva sono alla radice di un progetto nato sulla spinta di papa Francesco a uscire migliori dalla pandemia. La didattica a distanza ha avvicinato studentesse e studenti di sei diversi licei del nord Italia che, per prendersi concretamente cura del futuro, hanno vissuto da protagonisti un progetto di conoscenza e resistenza al potere mafioso.
Se da una parte apprendiamo dalle inchieste il monstre giro degli affari finanziari mafiosi, “autostrada dei soldi dei clan”, dall’altra, scegliamo di porre la nostra fiducia nella capacità dei giovani di negare il consenso a tale potere. Nascono da qui il
libro del dialogo con i testimoni, a 30 anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio e le
esperienze che continuano a vedere i
giovani al centro del cambiamento. L’ultima,
il 19 luglio, insieme al sindaco di Seregno, Alberto Rossi, ci fa guardare al futuro con la convinzione che ci ha consegnato Fiammetta, figlia minore di
Paolo Borsellino: «la scuola resta
il presidio più importante contro la criminalità organizzata, perché aiuta ragazze e ragazzi a diventare donne e uomini liberi, capaci di scegliere fra il bene e il male».
Silvia Meroni