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O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.Un canto di gloria e di riconoscenza da personale si fa comunitario in un crescendo corale di lode che nasce dal cuore e sale dalla terra verso Dio.
Colui che prega è nella gioia per la bontà, la fedeltà, la tenerezza, la pazienza, la provvidenza del Signore per tutti i suoi figli. Dove rintracciare anche oggi, nella vita quotidiana, i tratti concreti per cui benedire e lodare? Da dove sgorga la gioia di questa preghiera, per la tenerezza di Dio che si espande, per la sua mano che si apre, per ogni desiderio saziato?
Nel silenzio davanti a Lui ecco che si sgranano momenti e incontri.
Il cigolio di un'altalena e la gioia di un bambino: “Mamma mi sembra di volare!”
Il sussurro di una donna, anziana e sola, piegata da tanti lutti recenti: “Sa, non posso fare nulla... allora prego”.
La voce dal tono alto di un uomo in attesa del cibo della Caritas, chino su un altro uomo smarrito e confuso: “Abbiamo la stessa età, ma lui non capisce bene, però glielo spiego io”.
Lo squillo del telefono e una bambina felice che dice: “Dopo tanta fatica ho imparato a contare fino a 20 e te lo volevo dire!”
Gli occhi pieni di amore di due sposi con la vita segnata da una grande prova: “Avevamo tanti progetti, ma... ecco, va bene così. Il Signore ci è sempre stato vicino”.
Un rumore confuso in sottofondo e un sussurro: “Sono all'ospedale, ma oggi è il tuo compleanno: auguri!”.
La bontà, la tenerezza, la cura di Dio si manifestano negli incontri di ogni giorno, nella semplicità della vita, nell’ascolto di parole che si sentono solo se si ama.
Anna Maria Terzaghi,
Legnano