IL CERCHIO E IL QUADRATO
Ci sono momenti nella storia delle persone in cui sembrano darsi appuntamento tutte le sofferenze possibili, dolori indescrivibili che tolgono il respiro e il sonno e sembrano annullare il dono della vita. Le parole umane si sperimentano vuote e inutili e l’unico modo di vicinanza è riposto nel silenzio di gesti affettuosi o nella preghiera.
Quando anche la fede vacilla, lasciandoci in preda ad una drammatica incertezza, rimane vero che Dio fa dell’impossibile il suo lavoro quotidiano a nostro favore.
Ed ecco che mi si allarga un sorriso sul volto perché ricordo una “perla” che mi regalò Riccardo, un bimbo di quattro anni.
A quel tempo lavoravo nella Scuola Materna e facevo volontariato in carcere. In una delle mie visite ai detenuti, incontrai un uomo con una lunga condanna il quale, indurendo il volto, mi disse che l’errore e la detenzione erano per lui cosa certa come il cerchio che non può diventare quadrato. Una frase che non mi toglievo dalla mente, tanto che ne parlai a scuola con i bambini, dicendo che un “amico” non poteva essere buono perché nessuno glielo aveva insegnato, proprio “come un cerchio non poteva diventare quadrato”. E per questo, l’ amico, era molto triste.
Quasi subito, con semplicità, Riccardo mi chiese di disegnare per lui un cerchio e di ritagliarlo. Poi, con determinazione, prese lui forbici e cerchio e tagliò la circonferenza in modo da mostrare il quadrato nascosto nel cerchio. Mi consegnò la sua opera dicendomi di portarla al mio amico, e tornò a giocare.
Per lui la faccenda si chiudeva lì: nessuno poteva dire di non essere buono, bastava cercare il quadrato nascosto nel cerchio!
Io, più stupita che altro, raccolsi ogni pezzo di carta e li portai a quell’uomo e gli raccontai nel dettaglio i gesti e le parole di Riccardo. Dopo avermi ascoltato in assoluto silenzio, mi fece cenno di lasciarlo solo e si girò per non farmi vedere le lacrime che gli rigavano il viso.
L’impossibile lavoro quotidiano del Creatore è amore che racconta, a chi si apre all’ascolto, la bellezza di essere creature amate, accompagnate in tutti i passi della vita, anche quelli che, nell’immensa fatica di compierli, ci sembrano impossibili.
Ma, se per Dio nulla è impossibile e noi siamo creati a sua immagine, ecco che i nostri occhi possono aprirsi e noi diventiamo capaci di testimoniare la potenza di questo Amore, nella fragilità della nostra condizione di pellegrini in cammino, già su questa terra, nelle strade del Regno.
La certezza che l’Amore cerca l’impossibile per mostrarsi fa la differenza in ogni scelta, in ogni parola, in ogni gesto che compiamo, anche nel metterci al fianco di chi ci consegna la sua sofferenza.
Nuccia Marnati
CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO
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