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“Bellissimo e intensissimo il dialogo tra noi giovani e il papa ma, se non avessi fatto il cammino, sarei arrivato meno ‘pronto’… “.Queste sono più o meno le parole che
un giovane mi ha detto spontaneamente a conclusione dell’esperienza intensissima del breve pellegrinaggio che ci ha condotto a Roma, all’incontro dei giovani col papa.
Sul momento non gli ho chiesto di più. Ci vuole tempo per elaborare le esperienze significative: tempo, spazio nel cuore e desiderio di farlo. Sicuramente può servire anche qualcuno che stimoli a farlo, magari anche insieme ai “compagni di viaggio”, perché ciascuno si arricchisca dei doni dell’altro, perché le esperienze non “brucino” la vita o semplicemente la attraversino ma la “costruiscano”, pezzetto per pezzetto, facendo sorgere domande e l’entusiasmo di cercare “risposte” che rilancino continuamente il cammino.
Lo faremo sicuramente nei prossimi mesi.
Intanto
offro qualche “luce” che si è accesa lungo il cammino a piedi da Gambassi a Siena, durante il quale l’avversario più temibile è stato il caldo, il grande caldo che prosciugava le forze più del cammino stesso.
Per fronteggiarlo al meglio, le prime 2 “partenze” dagli ostelli ricchi di storia che ci hanno accolti sono avvenute sotto le luci della notte: dopo una breve e semplice preghiera, un magico e spontaneo silenzio accompagnava i passi fino ai primi albori del sole… credo si potesse chiamare contemplazione: della splendida natura nella quale eravamo immersi e di Dio.
Poi la “calibratura” del cammino e della fatica che esso comportava:
tra il proprio passo e l’attesa del passo dell’altro. La fatica di ciascuno era “vista”, accolta e accompagnata come meglio si sapeva fare: aspettando, stando a fianco, cercando di alleggerire la stessa con parole e racconti scambiati e con… simpatiche gare di canto tra oratori! (ci siamo mossi come decanato)
Il tutto senza lamentele e recriminazioni… altra “magia” e altra “luce” accesa su cosa i giovani sanno spontaneamente fare quando sono insieme.

Poi l’arrivo sotto una calura feroce, con due grandi desideri prevalenti: doccia e riposo. Neanche la constatazione che si aveva disponibile una sola doccia in 14 bastava a spegnere il sorriso e la gioia di una tappa conquistata… l’attesa era fatta di calma pazienza, impressioni scambiate e confidenze (tutt’altro che banali) regalate.
Che dire poi dell’incontro con papa Francesco?
Messaggi che commuovono visibilmente ed “entrano dentro”, lasciando interrogativi ed infondendo speranza. Volti pieni di “luce”….
Come è possibile non “credere” più nei giovani?Confesso che spesso sono tentata di non farlo più nei confronti degli “adulti”….
Mitzi. Ausiliaria diocesana