IV ASSEMBLEA PLENARIA DELLE DIOCESANE
ECCO, IO FACCIO UNA COSA NUOVA: NON VE NE ACCORGETE? Is 43,19
Opportunità dal presente per la Chiesa in uscita
La pandemia che da quasi un anno ha colpito la popolazione mondiale ha creato disagi e difficoltà a molteplici livelli. Vogliamo però credere che sia anche un’occasione per riflettere e guardare la realtà con uno sguardo più attento, per individuare strade nuove più che aspettare che tutto torni come prima.
Sabato 23 gennaio 2021, per quanto a distanza, non abbiamo rinunciato all’annuale giornata di studio delle Diocesane – Ausiliarie (MI), Cooperatrici pastorali (TV), Cooperatrici ecclesiali (VI) e Collaboratrici apostoliche (PD) – per cogliere sfide ed opportunità che la situazione attuale propone ad una Chiesa in uscita. Condividiamo volentieri la riflessione teologica di Simona Segoloni e quella pastorale di mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema, sulle quali ci siamo poi confrontate fra Diocesi diverse: https://youtu.be/nxaNGvOuaFI
IRAQ: terra di Abramo, terra di Sara

1961 - 2021: le date di una profezia

La settimana santa che si apre conduce noi Ausiliarie al cuore del carisma: gli eventi pasquali si conclusero con l’invio ad annunciare la Risurrezione di discepole e discepoli intimoriti e talvolta increduli. In quel mandato noi ritroviamo le sorgenti della nostra chiamata.
I nostri auguri di Pasqua: Gesù pastore risorto

In questa Pasqua 2021 noi Ausiliarie diocesane avvertiamo una promettente convergenza con l’intuizione di Giovanni Battista Montini (1897-1978) che già percepiva lo stretto legame fra l’annuncio della Risurrezione di Gesù e la nostra concreta partecipazione alla carità pastorale del Vescovo.
Cogliamo questo anniversario come un’occasione per trarne una sintesi spirituale che tiene composte due qualità dell’unico Signore e che il carisma che abbiamo ricevuto ci consente di non disgiungere.
Due particolari di diverse mani creative, un uomo e una donna, accompagnano l’augurio di Pasqua di quest’anno: i toni vivaci e comunicativi di Jean-Marie Pirot, più noto con lo pseudonimo di Arcabas, con le donne che prime incontrarono l’annuncio della Risurrezione (Comunità Nazareth - Torre de’ Roveri - BG) e l’estro di Yolaine Schmeltz che servendo la Bellezza dà volto al Risorto (Beau berger, olio su tela, 2019).
Nei nostri auguri di Pasqua il Risorto è il Buon Pastore.
La luce che traspare sul volto del Signore che proclamiamo vivo non è per noi diversa da quella del Bellissimo pastore che offre la vita per le pecore (Gv 10,11). Non solo la Pasqua è annuncio della permanenza del dono di Gesù, che ancora oggi espone la sua vita, ma è anche evidenza di un amore più forte della morte, che rinvigorisce nuovamente la nostra missione di cura per la Chiesa.
Quando Montini scriveva, nel 1961, per la prima volta in Italia gli addetti all’industria superavano i lavoratori agricoli, e il costo giornaliero della vita si aggirava intorno alle 30 lire. Un italiano aveva un reddito pro capite annuo di meno di mille dollari. Poco più della media del Sud Africa. Meno di un terzo dei cittadini americani. Ci si muoveva dal sud al Nord con il “treno della speranza” e da tutto il Paese si navigava oltreoceano. Gagarin orbitava nello spazio e la Russia vantava la sua supremazia missilistica. Il mondo viveva le tensioni di Cuba e si iniziava la costruzione del muro di Berlino. E lo Spirito preparava la Chiesa al rinnovamento del Concilio Vaticano II.
Oggi, sessanta anni dopo le intuizioni di Montini, il risorto è vivo nel mondo e molti ancora implorano, forse più di allora, la speranza di una risurrezione concreta e di una carità più fraterna. E noi, come le donne di Galilea, continuiamo ad annunciarLo con cura sollecita, affinché la storia sia realmente luogo di salvezza. Per tutti.
58^ GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

San Giuseppe attraverso la sua vita ha generato vita. E cosa è la vocazione se non generare il meglio della vita!
Il sogno mette in gioco il futuro, oggi più che mai si sente la necessità di sognare, perché il sogno spinge sempre ad uscire da sé, ci porta a sporgerci verso ciò che non è scritto ma che noi possiamo scrivere. Sognare chiama in causa la speranza. Kierkegaard diceva che la speranza è la passione per il possibile e il possibile intravisto è la nostra avventura e il nostro avvenire.
SERVIZIO
Questa parola è la conseguenza più naturale e scontata di una vita che nel Signore e nella sua Parola trova il suo tesoro. Mettersi a servizio implica un prendersi cura di tutti quei fratelli e sorelle che il Signore mi affida con lo stile di Gesù che la sera dell’ultima cena si china a lavare i piedi ai discepoli
FEDELTA’
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