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Avvento. Il sostantivo maschile ha radici latine che derivano dal verbo ad-venire, «arrivare». Indica dunque una venuta, un arrivo. Vogliamo considerare questo tempo forte dell’anno liturgico come intenzionato a custodire insieme al
valore dell’attesa anche il
senso dei traguardi.
La vita infatti si anima quando qualcosa deve pervenire. Diviene trepidante quando Qualcuno giunge! Ed è tanto più carica di aspettativa quanto più si percepisce l’importanza di chi deve arrivare e la promessa che l’indugio può contenere. Chi attente può vedere futuro!
Il traguardo sospirato è gravido di desiderio, non è mai un termine; può essere un nuovo inizio quando genera Speranza. La speranza, infatti, è già manifesta nell’attesa e insieme si palesa nei traguardi; è stabile nelle radici e slanciata a nuovi germogli. Chi spera sogna!
Per immergerci nella trasmissione di vita che qualifica l’Avvento, desideriamo favorire il dialogo fra generazioni affinché ciascuno possa riferire all’altro la consistenza di vita sperimentata nell’attendere e generata dalla speranza.
Al principio e lungo il compimento, in situazioni variegate, chiediamo agli interlocutori di rispondere a due domande:
Cosa ti aspetti per la tua vita e per la vita del mondo nel Natale che viene?
Quale speranza condividi e consegni a chi è più giovane/più vecchio di te?
Lo scambio fra generazioni possa esprimere l’incontenibile Meraviglia che giunge.
Ecco coloro che, da una generazione all'altra, ci aiuteranno nella preparazione al Natale: