AVVENTO 2023: Ausiliarie Diocesane da una generazione all'altra
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Laura e Maria sono distanti per trent’anni di vita dalla loro anno di nascita e per sessanta chilometri dal luogo in cui ciascuna vive con la propria comunità. Eppure sono vicinissime l’una all’altra sia per vocazione che per passione.
Laura, con la freschezza di giovane ragazza che portava le gonne corte e insieme sentiva battere il cuore per la missione, conosce le Ausiliarie diocesane in un momento duro della sua vita e della sua famiglia. A ventiquattro anni, la sua mamma muore. Nonostante il dolore e l’apprensione per i suoi cari, non abbandona il sogno di entrare in noviziato. Qui approfondisce il legame a Gesù che ancora alimenta la sua passione per la gente. Poi vive una vita di dedizione in tutte le direzioni della diocesi: da nord a sud, da est ad ovest. Una donna che crede nelle relazioni calde, necessarie quando si è a contatto con ragazzi che crescono.
Maria, lascia Cassano Magnago a ventiquattro anni (trent’anni dopo Laura), desiderosa di considerare la possibilità di vivere con e per il Signore. Dopo la prima professione religiosa il suo desiderio di stare in parrocchia e in oratorio per far conoscere Gesù, prende vita in diversi anni di dedizione nelle comunità di Desio, Seveso e ora di San Donato Milanese. È una donna capace di cogliere la grandezza nel piccolo. Umile e attenta, con le cose e più ancora con le persone, ama trasformare ciò che trova e restituisce vigore a ciò che si deteriora: ha l’animo di chi è mosso dall’incontro con il Risorto.
COSA TI ASPETTI PER LA TUA VITA E PER LA VITA DEL MONDO NEL NATALE CHE VIENE?
LAURA: Desidero per me serenità e pace. Ammetto di provare gioia per le piccole cose e non voglio rassegnarmi ad ascoltare cattive notizie. Mi emoziono per i bambini che sanno compiere gesti di condivisione. Penso ad una pace concreta che accade quando le azioni ordinarie, del quotidiano, creano comunità.
Anche per il mondo spero serenità e pace, come papa Francesco continua a chiedere. Mi impressionano le storie di chi oggi si nasconde ed è costretto a fuggire, le vicende terribili di chi vive fra i conflitti. Mi chiedo: cosa ha dentro chi uccide? Per questo spero che il mondo ritrovi la sua umanità e che venga preso sul serio l’impegno di chi per costruire la pace ha sacrificato la vita. Non sempre viene custodito questo valore. Sono un’anima fatta per il movimento e vorrei ancora vedere il mondo. Non voglio stare ferma in poltrona a fare l’uncinetto.
MARIA: La festa del Natale mi è sempre piaciuta perché mi ricorda quanto Dio ci ama. Il suo farsi uomo per condividere la nostra umanità, la nostra fragilità, nella piccolezza di un bambino e nella sofferenza di chi viene perseguitato mi dona serenità e fiducia. Il suo venire tra noi da povero mi mette in guardia dai falsi idoli, mi insegna che non è solo la ricchezza materiale e il potere che contano. Il Signore si è messo in gioco e la sua umanità mi aiuta a guardare all'altro come persona con una dignità e una ricchezza - magari diversa dalla mia - ma ugualmente valida e necessaria per tutta l'umanità.
Un augurio per me e per tutti è quello di desiderare di allargare il proprio cuore per poter accogliere tutti, anche chi la pensa diversamente, anche chi ci sta facendo del male, anche chi è meno simpatico, per poter gustare la bellezza di un dialogo e di un confronto che porti solidarietà e amore tra le persone e i popoli.
QUALE SPERANZA CONDIVIDI E CONSEGNI A CHI E' PIU' GIOVANE/PIU' VECCHIO DI TE?
LAURA: Ancora oggi, dopo molti anni, nutro la speranza di vivere serenamente la scelta vocazionale che ho compiuto. Sento lo stesso desidero anche per le sorelle che sono arrivate dopo di me. Vorrei che possano imparare a non “strafare”. Non cerchino una vocazione con molte cose da fare ma carica di un’altra pienezza. Vorrei anche per loro che, fra i giovani che le circondano, possano trasmettere piuttosto la pienezza di gioia per il dono della chiamata che hanno ricevuto.
MARIA: Non ho parole nuove per la sorella che ha più anni di me, ma parole semplici, ricche di fiducia e speranza, che donano forza e aiutano a superare momenti più bui: il Signore ci ama, ci vuole bene!
E nella certezza di questo amore possiamo continuare a condividere il servizio alla Chiesa testimoniando che ogni uomo/donna è dono di Dio, nostro fratello/sorella e lasciarci così accompagnare e continuare ad essere sue testimoni nel mondo.
Laura Galimberti e Maria Roggiani
a cura di Silvia Meroni
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