AVVENTO 2023: Preti da una generazione all'altra
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Prete dal 1985, don Roberto va in bicicletta dall’una all’altra delle due Parrocchie della Comunità Pastorale di cui è Responsabile, raggiunge l’oratorio, va dagli ammalati, va a fare la spesa…sempre in bici! È un uomo semplice, di preghiera, di relazioni cordiali e buon conoscitore della porzione di Chiesa che gli è affidata. Condivido con lui da un anno le fatiche e le gioie della pastorale d’insieme e, tra le tante qualità che di lui apprezzo, c’è il suo lasciarsi interrogare e mettere in movimento dalla Parola di Dio. È bello per me vedere che la maturità umana e sacerdotale raggiunte non lo hanno accomodato e non gli hanno tolto il gusto di pedalare sulla strada della vita!
Accanto a don Roberto c’è don Patrick, da poco diacono e incamminato speditamente verso l’ordinazione presbiterale. Giovane, tra i giovani che lo seguono con simpatia, attento a tutti e ciascuno, ha la freschezza e l’entusiasmo dei primi passi nella donazione totale al Signore e alla Chiesa. Se lo cerchi, sai di trovarlo in mezzo alla gente, in cortile, in salone, in palestra, sempre sul pezzo. Con la stessa scioltezza con cui passa da un gioco a un ballo di gruppo, si muove sull’altare nelle celebrazioni; con la stessa passione con cui prepara una caccia al tesoro, prepara un’adorazione eucaristica…
CHE COSA TI ASPETTI PER LA TUA VITA E PER LA VITA DEL MONDO NEL NATALE CHE VIENE?
DON ROBERTO: Sono prete da un po' di anni e sono contento di esserlo. Devo dire che dentro di me c’è un atteggiamento costante di attesa che è un po' come il filo rosso della mia vita di credente e di prete, e precisamente essere sempre “buon pane” per le persone che mi sono affidate, e per quelle che il buon Dio mi fa incontrare nel quotidiano.
L’attesa per la mia vita ora, in questo Natale, è di avere un supplemento di Pazienza e Saggezza per cogliere, accettare e apprezzare la diversità e la ricchezza di fede delle persone che compongono la neonata Diaconia della comunità pastorale.
Per la vita del mondo attendo che ogni uomo e donna comprenda che non ha accanto dei nemici dei quali diffidare, ma dei fratelli insieme ai quali impegnarsi e lavorare per migliorare il mondo nel nome dell’unico Dio; insomma auspico più fraternità e pace che trovano la loro sorgente in Dio Padre.
DON PATRICK: Il Natale è un periodo speciale che ci ricorda il grande dono di Dio all'umanità: la nascita di Gesù Cristo. Personalmente, mi aspetto che il Natale porti una profonda riflessione sulla presenza di Dio nelle nostre vite e nella vita del mondo. È un momento in cui possiamo riscoprire la gioia e la speranza che scaturiscono dalla nascita di Gesù, che è venuto a portare amore, pace e salvezza.
Per la vita del mondo, mi aspetto che il Natale possa essere un’occasione di riconciliazione, pace e solidarietà. In un mondo dove quotidianamente sentiamo divisioni, conflitti armati e disuguaglianze, il Natale ci invita a tendere la mano all’altro, a riscoprire il valore di ogni persona e a lavorare insieme per un mondo migliore. Spero che la grande festa che tra qualche settimana celebreremo possa ispirare le persone a essere più gentili, generose e comprensive, contribuendo così a costruire un mondo in cui si possa percepire l’amore che Dio ha per noi.
QUALE SPERANZA CONDIVIDI E CONSEGNI A CHI È PIÙ GIOVANE O PIÙ VECCHIO DI TE?
DON ROBERTO: La speranza che mi sento di condividere e consegnare a chi sta muovendo i primi passi verso il ministero sacerdotale è quella di confidare e affidarsi sempre e solo all’amore di Dio, un Amore che in alcune situazioni della vita ho faticato ad avvertire ma che non è mai venuto meno, un Amore che è stato esigente e che si è reso visibile nelle vicende del mio ministero in varie maniere.
Certo, a volte l’Amore di Dio mi ha messo in crisi perché impegnativo da vivere facendomi toccare con mano la mia povertà, altre volte mi ha sollecitato ad interrogarmi sulla mia fede diventando occasione per compiere un ulteriore passo nel mio cammino di conversione.
Ora dico che l’Amore di Dio, alla fine, mi ha “semplicemente” chiesto di essere accolto per rendere la mia vita come un “canale” attraverso cui giungere agli uomini e alle donne che ho incontrato e incontrerò.
A chi è più giovane dico di “non avere timore” di consegnare la vita ad un Amore così grande e così rispettoso della libertà, e auguro di scoprire che solo l’Amore di Dio rende credibili.
DON PATRICK: La speranza che condivido e consegno a coloro che sono più anziani di me nel ministero è la continuità della fede e del servizio alle persone che ci vengono affidate. Nel corso degli anni, abbiamo visto e affrontato molte sfide e cambiamenti nella Chiesa e nella società. Tuttavia, la speranza che voglio consegnare è che la missione della Chiesa e il messaggio di Gesù Cristo rimangono immutati: la nostra fede è radicata nella promessa di Dio, che ci sostiene nel ministero nonostante le sfide e le difficoltà quotidiane… ce lo ha promesso lui, quando agli apostoli ha lasciato una delle confidenze più belle: “siete miei amici” (Gv 15,14)! Anche se siamo pochi non ci arrendiamo e non ci scoraggiamo, perché sappiamo che Lui è con noi fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,20).
Spero anche di poter imparare dalla saggezza e dall’esperienza di coloro che sono più anziani di me nel ministero. La loro testimonianza di fedeltà e dedizione è un faro di speranza per noi giovani, e confido che possiamo continuare a lavorare insieme per portare il Vangelo al mondo, in modi sempre nuovi e significativi.
don Roberto Businaro e don Patrick Pescialli
a cura di Daniela Mapelli
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