AVVENTO 2023: Educatrici da una generazione all'altra
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Educare i più giovani è sempre stato impegnativo, ma probabilmente oggi è una sfida particolarmente ardua. Allora è commuovente e insieme incoraggiante incontrare qualcuno che si mette in gioco in questa avventura con passione e costanza.
Ascoltiamo la più giovane, Emma, 17 anni, educatrice preadolescenti, e la più “vecchia” del gruppo, Emy, 40 anni, educatrice 18enni-giovani, dell’oratorio di Lonate Ceppino.
COSA TI ASPETTI PER LA TUA VITA E PER LA VITA DEL MONDO NEL NATALE CHE VIENE?
EMMA: Confido che l’Avvento e il tempo natalizio possano essere tempo di gioia e di attesa, ma soprattutto di ascolto e di conversione a Dio, per il mondo e in particolare per i miei ragazzi. Per accogliere il dono di Dio fatto uomo per noi dobbiamo aprire il cuore, imparare a cogliere la Sua presenza nella quotidianità, ritagliarci del tempo per vivere questa attesa. Mi aspetto che, nella frenesia delle intense giornate che viviamo a volte in modo distratto e superficiale, questo avvento possa essere vera scoperta del dono d’Amore. Spero che tutti possano vivere a pieno questo periodo e che come educatrice io possa aiutare i ragazzi a riscoprire il vero significato del Natale.
EMY: Il Natale ci ricorda che il Dio Bambino ha bisogno di ciascuno di noi per venire nel mondo: ha bisogno del nostro esserci per gli altri, del nostro tempo, della nostra disponibilità a compiere un tratto di strada con i più giovani, della nostra passione contagiosa per Lui e per l’umanità intera, soprattutto quella più povera e provata anche dalla guerra in questo tragico momento storico. Che questo Natale possa regalarci il desiderio di rinnovare la disponibilità ad accompagnare i più giovani, perché possano crescere attenti ai bisogni degli altri, sensibili alla sofferenza dei vicini e dei lontani, capaci di passi concreti perché possa risuonare ancora una volta il coro degli angeli “e sulla terra pace agli uomini che Egli ama”.
QUALE SPERANZA CONDIVIDI E CONSEGNI A CHI È PIÙ GIOVANE DI TE?
EMMA: Per il futuro spero di poter continuare ad accompagnare i ragazzi nel loro cammino, di rimanere una persona sulla quale possono contare. Educare deriva dal latino “educere” ovvero “trarre fuori”, la mia speranza è non tanto di insegnare qualcosa, ma di aiutarli a scoprire se stessi, a scoprire quel seme che germoglia nel cuore di ognuno.
EMY: È un dono grande poter accompagnare i più giovani e vederli a loro volta capaci di prendersi cura e percorrere un tratto di strada con i più piccoli. Come dice il Salmo 125 “Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia. Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo”. Non è facile accompagnare seri cammini di fede dopo l’iniziazione cristiana, ma custodisco la speranza certa che è quanto di più prezioso si possa regalare a chi cerca un senso e una direzione al proprio cammino di crescita umana e cristiana. Passo dopo passo l’essere educatori permette di sperimentare una “gioia grandissima”, quella dei Magi, quella di chi ha occhi per scorgere i segni della presenza di Dio lungo tanti cammini condivisi.
Grazie, Signore per questo impegno trepidante e appassionato. Lo slancio degli inizi e la fiducia dell’esperienza si incoraggino reciprocamente ad aprire con entusiasmo nuove strade al futuro di tanti ragazzi.
Emma ed Emy
A cura di Susanna Poggioni
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