Uscire 4. Collaborare alle uscite
Di uscita in uscita, il popolo immenso nato da Abraham e Sara si ritrova a vivere e ad assumere in prima persona il proprio uscire. Esso sarà ricordato per sempre e celebrato di generazione in generazione, perché è memoria attuale e viva per ogni figlio, che può dire in verità: «Con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire» (Es 13,14). E se nella letteratura del Vicino Oriente Antico l’uscita di popoli, stati, nazioni e città indica la conquista dell’indipendenza da altri sovrani, senza esulare da questo significato, l’uscita dall’Egitto assume uno spessore più ampio, che la rende evento fondatore di tutti i passaggi fondamentali.È singolare che tra i personaggi che intervengono all’inizio del libro dell’Esodo (Es 1–2), tutti anonimi e identificati solo dalla loro funzione come nelle favole popolari (il faraone, la figlia del faraone, l’ancella, la madre, la sorella, ecc.), solo di due vengano ricordati i nomi: Sifra e Pua (Es 1,15). Si tratta di due levatrici, ovvero due donne, esperte di nascite e uscite, che con la loro opera favoriscono la vita e la sopravvivenza di un popolo.
Uscire 3. Il desiderio di vita
Vero esperto di uscite, il Signore sarà in grado di far uscire anche da Abram e Sarai una discendenza. La sua è una cura a due fasi, prima omeopatica e poi chirurgica. Dapprima, quando Abram si lamenterà della sterilità della sua vita e della mancanza di prole Egli lo farà uscire dalla tenda (Gen 15,5): come l’uscita dal clan paterno permise ad Abram di avventurarsi nello spazio aperto dell’incontro e della relazione con Dio, così uscendo dallo spazio chiuso della sua tenda e dalle angustie che lo inchiodavano al pensiero della mancanza di un erede, Abram guarderà la volta celeste e vi scoprirà l’azione divina.Uscire 2. Abramo, l'uomo delle uscite
Quando Abram fu chiamato dal Signore (Gen 12,1-3), egli era già un uomo in uscita e, forse per questo, la chiamata che gli fu rivolta non fu ad uscire (yṣ’), ma a camminare (hlk), ad andare verso se stesso (lek lekā), lasciando il paese, il clan e la casa paterna. Egli fu quindi chiamato a rendere più radicale quel movimento già iniziato e ad assumerlo personalmente [...].
Abram fu l’uomo delle uscite. Certamente non fu l’unico uomo ad uscire per comando del Signore. Prima di lui Noè lasciò che il suo passo in entrata e in uscita dall’arca fosse regolato dal ritmo dato da Dio (Gen 6,18.19; 7,1.7.13; 8,15.18), ma per Abram l’uscita divenne il paradigma di un’esistenza.
Uscire 1. Incontrare il Signore sulla soglia
L’uscire è esperienza comune ed originaria per ogni uomo, costitutiva del suo essere nello spazio. Come tale la determinazione del suo significato dipende dalle direzioni che si prendono, nella vita, come nella Bibbia. Si può uscire per nascere e si può uscire per morire. E così se all’inizio del racconto biblico l’uscire è carico di promessa e la terra fa uscire germogli (Gen 1,12) ed esseri viventi (Gen 1,24) in un brulicare di vita, lo stesso uscire può indicare l’allontanarsi dal difensore e fonte della vita (Gen 4,16), verso una vita raminga e minacciata, sotto il segno della morte e del sangue versato e sentendo la necessità di costruire spazi chiusi (come una città, Gen 4,17) per difendersi. Lo spazio aperto diventa pericoloso, non solo quando si esce per la guerra: l’uscita in se stessa comporta un rischio.Uscire - una proposta di preghiera per il tempo estivo
L’estate è un tempo in cui l’esperienza originaria dell’uscire è prevalentemente positiva. La tradizionale immagine dell’esodo estivo evoca in tutti la possibilità di una sospensione del tempo produttivo per dedicarsi al riposo, agli affetti, al creato e – perché no? – alla preghiera. Ai nostri giorni, però, tante uscite non propriamente liete, che ci raggiungono e toccano attraverso i media, chiedono continuamente a ciascuno che si esca dalle proprie sicurezze e si allarghi il cuore e – perché no? – la preghiera.Per quest’estate, allora, abbiamo pensato di proporre ai lettori di questo sito, a partire dal 26 giugno, otto brevi tracce di preghiera sul tema dell’uscire. In ciascuna troverete una breve riflessione a partire dalla Bibbia; il suggerimento di un brano biblico su cui soffermarsi, qualche domanda di riflessione e una preghiera per dare avvio ad un dialogo col Signore, nel quale vogliamo abbracciare tutti...
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La Bibbia delle donne
Nel contenitore pomeridiano di TV2000 è stato di recente inserita nello spazio religioso del mercoledì (14.35-15.00) una rubrica intitolata: «La Bibbia delle donne». Si sarebbe anche potuta intitolare «Le donne della Bibbia» ha detto la conduttrice durante la prima puntata. In ogni puntata, infatti, viene presentata una figura femminile, attingendo tanto dall'Antico quanto dal Nuovo Testamento. Alla lettura di alcuni testi affidata alla voce di un'attrice, viene alternato il commento di una biblista o di una teologa, per un dialogo serrato, di voci tutte femminili, attorno ad una Parola che sprigiona la sua ricchezza.
CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO
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