TRASFOMERANNO LE ARMI - 5 marzo 2025

«Essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro e le loro lance in rastrelli. Una nazione non alzerà la spada contro un’altra, non impareranno più la guerra» (Is 2,4). Queste le parole di Isaia incise nel muro di fronte al palazzo dell’ONU a New York. Lo stesso spirito anima il 5 marzo, la terza “Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione”, istituita dall’ONU il 7 dicembre 2022. Un’occasione per fermarsi a riflettere sulla necessità di scegliere un’altra direzione per il futuro del Mondo.
L’obiettivo è promuovere la consapevolezza su disarmo e non proliferazione, coinvolgendo in particolare i giovani. Gli sforzi per il disarmo contribuiscano a prevenire e porre fine ai conflitti armati, riducendo le sofferenze umane causate dalle armi. Sforzi fondamentali non solo per un futuro di pace, ma per la nostra stessa esistenza.
Per questa finalità l’ONU invita Stati, organizzazioni, media e cittadini a impegnarsi in attività educative e di sensibilizzazione pubblica su questi temi.
La giornata nasce in un momento di grande tensione internazionale, con venti di guerra e politici che scelgono il riarmo, in un contesto caratterizzato dall’aumento delle spese militari, dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche e dalla crescita dei conflitti violenti in tutto il mondo. Inoltre, preoccupano l’uso di ordigni esplosivi in aree popolate e la crescente applicazione militare dell’intelligenza artificiale.
La speranza testarda di Takashi Paolo Nagai, medico testimone dell’atomica “Fat Man” del 9 agosto 1945 su Nagasaki, riecheggia nel desiderio di papa Francesco per il Giubileo 2025. Facciamo nostre allora le parole degli abitanti di Urakami, epicentro dell’esplosione, che implorano Dio fra le lacrime: «che la nostra città sia l’ultima nel mondo resa deserta dall’atomo». «Gridano a tutti gli uomini: Non fate più guerre! Seguiamo la legge suprema di Dio, amiamoci! Restiamo uniti, lavoriamo insieme per il bene di tutta l’umanità”».
Silvia Meroni
FACCIAMO LA PACE? Camminare nella bellezza

Siamo state accolte dalla città di Verona per considerare insieme il tema la Pace; argomento per nulla scontato, in cui la differenza è stata posta dalle opere artistiche che abbiamo considerato.
Un piccolo percorso iniziato nella contemplazione della vetrata di Chagall “L’albero della vita”, concluso con la “Danza” di Matisse passando da “La guerra e la Pace” di Picasso.
IL CERCHIO E IL QUADRATO

Quando anche la fede vacilla, lasciandoci in preda ad una drammatica incertezza, rimane vero che Dio fa dell’impossibile il suo lavoro quotidiano a nostro favore.
Ed ecco che mi si allarga un sorriso sul volto perché ricordo una “perla” che mi regalò Riccardo, un bimbo di quattro anni.
A quel tempo lavoravo nella Scuola Materna e facevo volontariato in carcere. In una delle mie visite ai detenuti, incontrai un uomo con una lunga condanna il quale, indurendo il volto, mi disse che l’errore e la detenzione erano per lui cosa certa come il cerchio che non può diventare quadrato. Una frase che non mi toglievo dalla mente, tanto che ne parlai a scuola con i bambini, dicendo che un “amico” non poteva essere buono perché nessuno glielo aveva insegnato, proprio “come un cerchio non poteva diventare quadrato”. E per questo, l’ amico, era molto triste.
Quasi subito, con semplicità, Riccardo mi chiese di disegnare per lui un cerchio e di ritagliarlo. Poi, con determinazione, prese lui forbici e cerchio e tagliò la circonferenza in modo da mostrare il quadrato nascosto nel cerchio. Mi consegnò la sua opera dicendomi di portarla al mio amico, e tornò a giocare.
PER LE PERSONE CONSACRATE CHIEDETE LA FEDELTA' E LA GIOIA

Abbiamo visto nel vangelo un Rito e allora ho pensato di raccontare qualcosa del rito di consacrazione che ho vissuto, certo è una celebrazione direi sconosciuta ai più.
Mi è venuto alla mente un’immagine: nella mia camera ho appeso un quadro con alcune foto del giorno della prima professione religiosa e alcune foto del giorno della professione perpetua nel Duomo di Milano, ormai sono passati parecchi anni, ma è sempre bene tornare alle sorgenti.
La professione religiosa è un rito che si svolge durante la celebrazione eucaristica e ha dei segni, delle parole, delle consegne.
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