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TRASFOMERANNO LE ARMI - 5 marzo 2025

WhatsApp Image 2025 03 03 at 23.04.54Sono passati 40 anni dalla mattina di sabato 13 giugno 1984, nella nota (p)resa delle armi di Carlo Maria Martini, che riuscì a sottrarre un simbolico arsenale ai terroristi di sinistra. Lo scopo perseguito dal vescovo milanese, era quello di suscitare un benefico contagio che in quegli anni non riuscì. Il percorso di disarmo era iniziato tre anni prima, quando, ai funerali degli agenti Carlo Buonantuono e Vincenzo Tumminello, Martini implorò di «cambiare il cuore di chi trama la violenza» affinché le armi cadessero dalle loro mani e si realizzassero «propositi costruttivi di riconciliazione e di pace».
«Essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro e le loro lance in rastrelli. Una nazione non alzerà la spada contro un’altra, non impareranno più la guerra» (Is 2,4). Queste le parole di Isaia incise nel muro di fronte al palazzo dell’ONU a New York. Lo stesso spirito anima il 5 marzo, la terza “Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione”, istituita dall’ONU il 7 dicembre 2022. Un’occasione per fermarsi a riflettere sulla necessità di scegliere un’altra direzione per il futuro del Mondo.
L’obiettivo è promuovere la consapevolezza su disarmo e non proliferazione, coinvolgendo in particolare i giovani. Gli sforzi per il disarmo contribuiscano a prevenire e porre fine ai conflitti armati, riducendo le sofferenze umane causate dalle armi. Sforzi fondamentali non solo per un futuro di pace, ma per la nostra stessa esistenza.
Per questa finalità l’ONU invita Stati, organizzazioni, media e cittadini a impegnarsi in attività educative e di sensibilizzazione pubblica su questi temi.
La giornata nasce in un momento di grande tensione internazionale, con venti di guerra e politici che scelgono il riarmo, in un contesto caratterizzato dall’aumento delle spese militari, dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche e dalla crescita dei conflitti violenti in tutto il mondo. Inoltre, preoccupano l’uso di ordigni esplosivi in aree popolate e la crescente applicazione militare dell’intelligenza artificiale.
La speranza testarda di Takashi Paolo Nagai, medico testimone dell’atomica “Fat Man” del 9 agosto 1945 su Nagasaki, riecheggia nel desiderio di papa Francesco per il Giubileo 2025. Facciamo nostre allora le parole degli abitanti di Urakami, epicentro dell’esplosione, che implorano Dio fra le lacrime: «che la nostra città sia l’ultima nel mondo resa deserta dall’atomo». «Gridano a tutti gli uomini: Non fate più guerre! Seguiamo la legge suprema di Dio, amiamoci! Restiamo uniti, lavoriamo insieme per il bene di tutta l’umanità”».

Silvia Meroni

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FACCIAMO LA PACE? Camminare nella bellezza

WhatsApp Image 2025 02 15 at 17.19.34Anche quest’anno abbiamo vissuto quella che ormai è diventata la tradizionale giornata tra le “Diocesane” del nord Italia (Milano-Verona-Vicenza-Padova-Treviso). Un appuntamento giunto alla sua ottava edizione ma che conserva la freschezza di qualche novità. 
Siamo state accolte dalla città di Verona per considerare insieme il tema la Pace; argomento per nulla scontato, in cui la differenza è stata posta dalle opere artistiche che abbiamo considerato.
Un piccolo percorso iniziato nella contemplazione della vetrata di Chagall “L’albero della vita”, concluso con la “Danza” di Matisse passando da “La guerra e la Pace” di Picasso.

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IL CERCHIO E IL QUADRATO

cerchio e quadratoCi sono momenti nella storia delle persone in cui sembrano darsi appuntamento tutte le sofferenze possibili, dolori indescrivibili che tolgono il respiro e il sonno e sembrano annullare il dono della vita. Le parole umane si sperimentano vuote e inutili e l’unico modo di vicinanza è riposto nel silenzio di gesti affettuosi o nella preghiera.
Quando anche la fede vacilla, lasciandoci in preda ad una drammatica incertezza, rimane vero che Dio fa dell’impossibile il suo lavoro quotidiano a nostro favore.
Ed ecco che mi si allarga un sorriso sul volto perché ricordo una “perla” che mi regalò Riccardo, un bimbo di quattro anni. 
A quel tempo lavoravo nella Scuola Materna e facevo volontariato in carcere. In una delle mie visite ai detenuti, incontrai un uomo con una lunga condanna il quale, indurendo il volto, mi disse che l’errore e la detenzione erano per lui cosa certa come il cerchio che non può diventare quadrato. Una frase che non mi toglievo dalla mente, tanto che ne parlai a scuola con i bambini, dicendo che un “amico” non poteva essere buono perché nessuno glielo aveva insegnato, proprio “come un cerchio non poteva diventare quadrato”. E per questo, l’ amico, era molto triste.
Quasi subito, con semplicità, Riccardo mi chiese di disegnare per lui un cerchio e di ritagliarlo. Poi, con determinazione, prese lui forbici e cerchio e tagliò la circonferenza in modo da mostrare il quadrato nascosto nel cerchio. Mi consegnò la sua opera dicendomi di portarla al mio amico, e tornò a giocare.

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PER LE PERSONE CONSACRATE CHIEDETE LA FEDELTA' E LA GIOIA

paola montiNel 1997 Giovanni Paolo II ha istituito la giornata della vita consacrata e ha scelto come data la festa che celebriamo oggi: la presentazione che Maria e Giuseppe fecero di Gesù al tempio per offrirlo al Signore. È  così una icona della totale dedizione della propria vita per quanti sono stati chiamati a riprodurre nella chiesa e nel mondo mediante i consigli evangelici i tratti caratteristici di Gesù vergine e povero e obbediente.
Abbiamo visto nel vangelo un Rito e allora ho pensato di raccontare qualcosa del rito di consacrazione che ho vissuto, certo è una celebrazione direi sconosciuta ai più.
Mi è venuto alla mente un’immagine: nella mia camera ho appeso un quadro con alcune foto del giorno della prima professione religiosa e alcune foto del giorno della professione perpetua nel Duomo di Milano, ormai sono passati parecchi anni, ma è sempre bene tornare alle sorgenti.
La professione religiosa è un rito che si svolge durante la celebrazione eucaristica e ha dei segni, delle parole, delle consegne.

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Fraternità e aggiornamento pastorale a Bressanone

BressanoneCinque giorni per incontrare la Chiesa locale e visitare alcuni luoghi della zona di Bressanone: così, noi Ausiliarie, saremo radunate dal 22 al 27 agosto, secondo la prassi che ci vede tutte insieme a fine estate, alternativamente per gli Esercizi Spirituali comunitari e per un'esperienza in fraternità.
La commissione che ha preparato l’uscita ha puntato quest'anno su una proposta più agile -ma non meno interessante- dell'ultima, vissuta a Napoli due anni fa, quando, tra l'altro, abbiamo avuto la possibilità di conoscere sul posto la missione di Elena Comignani, la nostra consorella da alcuni anni impegnata in un’esperienza pastorale nella Diocesi partenopea.
Il programma dei prossimi giorni prevede, per venerdì 23 agosto, una giornata di full immersion nella realtà ecclesiale, nella quale incontreremo don Eugen Runggaldier, il Vicario Generale della Diocesi Bolzano- Bressanone, la dottoressa Johana Brunner, direttrice dell'ufficio matrimonio e famiglia e la dottoressa Anna Sparger del centro di ascolto per gli abusi.
Sabato 24 agosto, avremo una mattinata di spiritualità, cui seguiranno nel fine settimana diverse proposte culturali ad adesione libera, tra cui la visita al Museo Diocesano e all'Abazzia di Novacella. 
La serata di domenica ci vedrà impegnate nell'ascolto attivo dell'intervento: “Comun I CARE. La voce delle Ausiliarie mi sta a cuore!" a cura della nostra commissione incaricata della gestione del sito, per un rilancio condiviso dello stesso.
Lunedì 26 agosto, seguiremo un programma di carattere naturalistico nella zona e martedì 27 agosto, infine, avremo un incontro con il Responsabile della Pastorale Giovanile, Michele Dalla Serra.
Si prospettano, dunque, per noi, giornate davvero ricche di occasioni e di stimoli, all'insegna dell'aggiornamento, della preghiera e della distensione: proprio quello che ci serve per gustare in fraternità la bellezza di luoghi ed esperienze di vita da non trattenere per noi, ma da trasformare in dono per tanti altri!

Daniela Mapelli

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