L'urgenza della Pasqua
Il lieto annuncio della Pasqua: un’urgenza che impegna definitivamente la nostra vita
Come le donne della resurrezione, le Ausiliarie accolgono il lieto annuncio della Pasqua come un’urgenza che impegna definitivamente la loro vita ad annunciare Gesù Signore in una testimonianza appassionata del suo Vangelo.
Come le donne della resurrezione, si stringono attorno a Gesù con affetto e venerazione riconoscendolo nella preghiera e ricevendo da Lui l’invito alla testimonianza e alla missione.
Come le donne della resurrezione, vivono la gioia messianica e la speranza pasquale proclamando Gesù vivo e presente nella storia umana ed operando perché questa storia sia, per tutti, luogo di salvezza e di santità.
(dallo Statuto)
La storia
Negli anni in cui la Chiesa vive l’intensa stagione del Concilio Ecumenico Vaticano II, con la valorizzazione delle Chiese particolari e dei vari carismi e ministeri che la arricchiscono, nella Diocesi di Milano alcune giovani donne iniziano esperienze di dedicazione alla Chiesa locale e di vita comune. Anche a livello mondiale ed italiano, sorgono realtà simili, che portano, poi, alla costituzione di forme diverse di consacrazione.
È in questo periodo che l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Battista Montini, così scrive a don Giuseppe Zanoni, padre spirituale del Seminario diocesano:
La carità pastorale
Il nostro annuncio della Risurrezione è molto simile a quello di Gesù, il pastore bello, il pastore buono, colui che offre se stesso per le pecore che il Padre affida alle sue cure e che sono entrate a far parte di Lui, del suo cuore, della sua stessa vita. Gioisce delle pecore che lo circondano, cerca quelle che si smarriscono. Non rifiuta di percorrere monti e foreste, attraversa precipizi, è accanto a quella vagabonda e se la trova affaticata è mosso a compassione della sua fatica e, presala sulle spalle, cura la fatica della pecora con la propria fatica. (Basilio di Seleucia, Omelie 26).
Gesù Pastore non ha paura di mescolarsi all'umanità e di stare con i peccatori; Lui, che è senza peccato. Quanto più lontano dal peccato, tanto più è capace di farsi prossimo all'uomo: perché ama l'uomo così, ama la storia e in essa ci insegna a riconoscere il Regno di Dio.
La consacrazione
Mediante i voti, l'Ausiliaria rende visibili le meraviglie che Dio opera nella sua fragile umanità
Lungi dal separarla dalle altre forme di vita cristiana, i voti rendo l'Ausiliaria sorella di chiunque cerchi Dio con cuore sincero.
I voti sono la testimonianza che l'offerta al Signore rinnova profondamente la propria capacità di volere, di amare e di possedere (Statuto 16-17).
Tutto questo dà senso alla nostra vita, a ciò che siamo e a ciò che abbiamo: l'amore, la libertà, i beni. Ne facciamo dono al Signore e li traduciamo secondo il suo Vangelo: verginità, obbedienza, povertà.
La verginità ci lega a Lui, relazione fondante della nostra vita. È un modo di amare che non teme l'assenza e la solitudine, perché vive nell'attesa di incontrarLo. È un modo di amare che rinunci a a dire alle persone "sei mio", per allargarsi a tutti.L'obbedienza è il sì libero della nostra vita al servizio del Regno. È il sì a ciò che il Signore, nelle mediazioni umane, ci chiede di essere e di operare per Lui.
La povertà, con le sue scelte, dice il valore del Regno di Dio sopra ogni altra ricchezza e ci mette in comunione coi poveri della terra. Non ci toglie dalla fatica del lavoro quotidiano, che condividiamo con tutti gli uomini e le donne.
In mezzo alla gente
Le nostre comunità: vicine di casa degli uomini e delle donne del nostro tempo
Uno spazio dentro il quale siamo chiamate a seguire Gesù, è per noi la vita fraterna.
È il comandamento del Signore Gesù: "come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri", a farci fare l'esperienza dello stare insieme.
È parte irrinunciabile del nostro vissuto perché lì riceve e da lì parte il lieto annuncio della resurrezione che ciascuna di noi riconosce come dono da condividere.
È luogo che ci aiuta a "stare" e ad "andare". Custodiamo la nostra appartenenza al Signore Gesù e siamo spinte dalla sua Carità a muoverci verso l'altro, uomo e donna, della nostra storia.
Una spiritualità... ordinaria!
Sentirsi figli e figlie della Chiesa particolare, parte della sua storia e della sua fede e diventarne padri e madri, prendendosene cura: questa è la DIOCESANITA'.
È la via spirituale per cui un uomo e una donna hanno la possibilità di incontrare il Signore Gesù, facendo propri i percorsi spirituali di fedeli che si riuniscono col Vescovo attorno alla mensa della Parola e del Pane. È quella via per cui si è chiamati a diventare santi attraverso le condizioni ordinarie della vita. È una santità che si misura sul quotidiano.
Un canto che parla del nostro carisma? Ecco come è nato!
Quando abbiamo aperto la comunità a San Giuliano Milanese era parroco don Stefano Colombo, compositore di parecchi canti a tema religioso. Così dopo alcuni mesi gli abbiamo chiesto come Istituto di scrivere un canto che riflettesse il nostro carisma partendo da un testo che avevamo scritto su una melodia di un canto religioso. Lui ha preso come ispirazione questo testo e lo ha riadattato, modificato e messo in musica. Angelo Racz lo ha poi arrangiato. Ascoltalo!
Don Stefano Colombo scrive così nel presentare questo canto: “Mi pare che si ricalchi innanzitutto l’esperienza di fede delle donne di cui parla il Vangelo (prime due strofe) e poi si cerchi di attualizzare un po’ la loro testimonianza di fede e di amicizia con Gesù.
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