n.26: Parrocchie ed altre realtà ecclesiali
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PROPOSIZIONE 26: PARROCCHIE ED ALTRE REALTÀ ECCLESIALI
I Vescovi riuniti in Sinodo affermano che la parrocchia continua ad essere la prima presenza della Chiesa nei quartieri, il luogo e lo strumento della vita cristiana, che è capace di offrire delle opportunità per il dialogo tra gli uomini, per ascoltare ed annunciare la Parola di Dio, per una catechesi organica, per una formazione alla carità, per preghiera ed adorazione e celebrazioni eucaristiche gioiose. Inoltre, i padri sinodali vogliono incoraggiare le parrocchie a scoprire vie per orientare se stesse ad una maggiore enfasi sull’evangelizzazione, che potrebbe includere missioni parrocchiali, dei programmi di rinnovamento delle parrocchie e dei ritiri parrocchiali. La presenza e l’azione evangelizzatrice di associazioni, movimenti e di altre realtà ecclesiastiche sono degli utili stimoli per la realizzazione di questa conversione pastorale. Le parrocchie, come le realtà ecclesiali tradizionali e nuove, sono chiamate a rendere visibili la comunione della Chiesa particolare riunita attorno al Vescovo.
Al fine di portare a tutti la Buona novella di Gesù, come richiesto dalla Nuova Evangelizzazione, tutte le parrocchie e le loro piccole comunità dovrebbero essere delle cellule viventi, dei luoghi per promuovere l’incontro personale e comunitario con Cristo, per sperimentare la ricchezza della liturgia, per dare una formazione cristiana iniziale e permanente, e per educare tutti i fedeli in fraternità e carità specialmente verso i poveri.
Innanzitutto bisogna credere nel valore della parrocchia ancora oggi. Non solo perché i Vescovi la ripropongono con convinzione, ma perché la sua presenza rimane una potenzialità di prima grandezza per la vita della Chiesa. “La parrocchia, in particolare, - essi scrivono - vicina al vissuto delle persone e agli ambienti di vita, rappresenta la comunità educante più completa in ordine alla fede. Mediante l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la preghiera, la vita di comunione nella carità, essa offre gli elementi essenziali del cammino del credente verso la pienezza della vita in Cristo”. (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n 39).
La varietà delle forme di azione pastorale, che annovera per esempio le attività specifiche di associazioni o movimenti ecclesiali e le varie iniziative della pastorale d’ambiente, non deve lasciare aperti equivoci sul primato della parrocchia per la vita della Chiesa. Essa rimane l’avamposto della natura misterica e sacramentale della Chiesa nella sua apertura universale. Non è il luogo di appartenenze elettive, ma lo spazio dell’accoglienza senza riserve e dell’invito senza esclusioni di sorta, salvo per coloro che non sono disposti a indossare l’abito nuziale (cfr Mt 22,12), cioè a intraprendere un cammino serio di conversione e di crescita nell’esperienza del credere.
La parrocchia ha una responsabilità il cui tradimento più grave è rappresentato dalla sfiducia e dallo scoraggiamento di chi vi opera, a cominciare dai presbiteri. E’ una mancanza di fede lasciarsi impressionare dalle difficoltà che comporta la pastorale parrocchiale. Bisogna credere fermamente nel potere di ciò che trattiamo: la Parola di Dio, i Sacramenti, la preghiera, la comunità: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). In realtà tale fiducia e coraggio rappresenta anche la prima opera educativa. Lascia ben poca traccia una istruzione catechistica – pur imprescindibile – trasmessa in un contesto spiritualmente povero, privo di coerenza e di entusiasmo, anche se non bisogna omettere che vale anche l’inverso.
La vita si trasmette con la vita, e la fede con la fede. Scrive Romano Guardini: “La vita viene destata e accesa solo dalla vita. La più potente “forza di educazione” consiste nel fatto che io stesso in prima persona mi protendo in avanti e mi affatico a crescere … E’ proprio il fatto che io lotto per migliorarmi ciò che dà credibilità alla mia sollecitudine pedagogica per l’altro” (R. Guardini, La credibilità dell’educatore, in Persona e libertà. Saggi di fondazione della teoria pedagogica, La Scuola, Brescia, 1987, pp. 221-236).
Maria Grazia Rasia
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