n. 4: La Santa Trinità, fonte della nuova evangelizzazione
Proposizione n. 4 LA SANTA TRINITA’, FONTE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
La Chiesa e la sua missione evangelizzatrice hanno la loro origine e forma nella Santissima Trinità secondo il piano del Padre, l’opera del Figlio, che è culminata nella sua morte e gloriosa Risurrezione, e la missione dello Spirito Santo. La Chiesa continua questa missione dell’amore di Dio nel nostro mondo.
L’evangelizzazione deve essere compresa in un ampio e profondo contesto teologico-dottrinale come un’attività di Parola e di Sacramento che, soprattutto attraverso l’Eucaristia, ci ammette alla partecipazione della vita della Trinità, e ciò suscita, con la grazia dello Spirito Santo, la forza di evangelizzare e rende testimonianza alla Parola di Dio con entusiasmo e coraggio.
La nuova evangelizzazione riconosce il primato della Grazia di Dio e come nel Battesimo si rinasce alla vita in Cristo. Questa enfasi sulla filiazione divina dovrebbe portare i battezzati ad una vita di fede che manifesta chiaramente la loro identità cristiana in tutti gli aspetti della loro attività personale.
“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19-20). Con queste parole Gesù, prima di salire al cielo e sedersi alla destra di Dio Padre (Ef 1,20), ha inviato i suoi discepoli a proclamare la Buona Notizia al mondo intero. Il mandato missionario che i discepoli hanno ricevuto dal Signore Risorto contiene un esplicito riferimento alla proclamazione e all’insegnamento del Vangelo. L’apostolo Paolo si presenta come “apostolo … scelto per annunciare il Vangelo di Dio” (Rm 1,16) e che in ultima istanza si identifica in Gesù Cristo (1 Cor 1,24). Parlando di Vangelo, non dobbiamo pensare solo ad un libro o ad una dottrina; il Vangelo è molto di più: è una Parola viva ed efficace, che opera ciò che dice. Non è un sistema di articoli di fede e di precetti morali, e ancor meno un programma politico, bensì una persona: Gesù Cristo come Parola definitiva di Dio, fatta uomo. Come ha riaffermato Papa Benedetto XVI, “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà vita ad un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva… Siccome Dio ci ha amati per primo (1 Gv 4,10) l’amore adesso non è più solo un “comandamento”, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro” (cfr Lettera enciclica Deus Caritas est, n. 1 25-12-2005).
La Chiesa stessa prende forma proprio a partire dalla realizzazione di questo compito di annuncio del Vangelo e di trasmissione della fede cristiana. L’esito sperato di questo incontro è di inserire gli uomini nella relazione del Figlio col Padre suo per sentire la forza dello Spirito.
Il fine della trasmissione della fede, il fine della evangelizzazione è di portare “per Cristo al Padre nello Spirito” (Ef 2,18), è l’esperienza della novità del Dio cristiano. In questa prospettiva trasmettere la fede in Cristo significa creare le condizioni per una fede pensata, celebrata, vissuta e pregata: ciò significa inserire nella vita della Chiesa. Il centro incandescente del disegno d’amore di Dio che guida la storia della salvezza (Ef 1,10) è la Pasqua, di cui l’Eucaristia ne è memoriale. In essa il Deus Trinitas, che in se stesso è amore ( 1 Gv 4,7-8), si coinvolge pienamente con la nostra condizione umana, diviene “mistero della fede”, mistero di amore trinitario, che per Grazia ci chiama a partecipare. Anche noi dobbiamo pertanto esclamare con S. Agostino “Se vedi la carità, vedi la Trinità” (De Trinitate, VIII, 8,12).
Al Giordano, dopo il Battesimo, Gesù fu consacrato dallo Spirito Santo, cioè fu manifestato al mondo come il “Figlio prediletto” in cui il Padre da sempre ha posto la sua compiacenza, così noi, mediante Il Battesimo, siamo consacrati dallo Spirito Santo, cioè siamo resi “figli nel Figlio”, fatti partecipi per Grazia di quella stessa relazione d’amore con il Padre che egli ha per natura, liberati dalla schiavitù del peccato per camminare in novità di vita e in ogni circostanza o ambiente di vita in cui ci veniamo a trovare. La nostra testimonianza personale di vita cristiana, e di vita trinitaria che vive in noi, rende presente Dio nel mondo: per dirla con S. Francesco “il cristiano è un altro Cristo”.
Maria Grazia R.
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