Il 9 settembre 2018 dirò
«sì» per sempre a Gesù… che mi chiama a seguirlo sulla via dei consigli evangelici. È un sì che nasce da lontano, da quel desiderio profondo di pienezza e di libertà che ha sempre caratterizzato la mia vita di adolescente, di giovane impegnata in oratorio come animatrice, educatrice, entusiasta della vita e di quello a cui mi dedicavo con passione: le relazioni belle, profonde e libere che mi facevano sognare la bellezza di una vita così…
Sì, credo che lì si trovi la sorgente della mia vocazione. In questa direzione si erano mosse anche alcune scelte precedenti, soprattutto lo studio delle lingue, animato dal desiderio di relazionarmi con chi appartiene ad altre culture per scoprire con stupore quanta ricchezza è nascosta nella diversità.
Alcune domande mi hanno guidato e accompagnato in quel periodo: che cosa faccio della mia vita? Come metto in gioco la mia libertà? Qual è il mio modo di amare Gesù? Dopo anni di esperienze intense, che mi hanno fatto crescere umanamente e spiritualmente, mi sono “arresa” di fronte all’amore di Dio, grande e intenso, che ho sentito per me; ho riconosciuto così che quanto mi faceva paura poteva essere invece motivo di gioia; ho scoperto che la volontà del Signore non è altro che vivere il desiderio che abbiamo nel cuore, perché la nostra sia gioia sia piena.
È in quel periodo che ho conosciuto per la prima volta alcune ausiliarie. Ne ho apprezzato fin da subito alcuni aspetti: lo stile di vita, segnato da vicinanza, prossimità, cura pastorale per tutti gli uomini e le donne, in qualsiasi momento della vita; ho scoperto la diocesanità come fonte di spiritualità, luogo in cui si incarna il mistero di Gesù morto e risorto per l’uomo di oggi… Ho sentito anch’io il timore e la gioia delle donne della Risurrezione che, ricevuto l’annuncio, sentono l’urgenza di diffonderlo. Così anni fa ho iniziato il cammino che mi ha portato fin qui, una preparazione lunga, intensa e profonda, che mi ha portato a scegliere la consacrazione e, all’interno di essa, a sviluppare il desiderio di relazione con la diversità, accostando, conoscendo e incontrando il mondo arabo-musulmano.
Oggi infatti vivo la mia dedizione nell’ambito della pastorale giovanile e del dialogo interreligioso: è per me un’urgenza, un segno profetico, che caratterizza una Chiesa in uscita, animata dalla volontà di costruire ponti e non muri, dialogare con gli uomini del nostro tempo, senza difese e pregiudizi. Con la definitività della mia consacrazione desidero manifestare la resurrezione di Gesù, che sento così vera per me. È una parola di speranza per tutti, senza eccezione: non c’è luogo, situazione o relazione in cui non sia possibile gustare l’abbraccio di Gesù, un amore che ci abita, ci rialza e ci rimette in cammino, facendoci percepire che, come dice il nostro statuto, «questa storia è per tutti luogo di salvezza e di santità».
Giusi Valentini
ausiliaria diocesana