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Confermare, sostenere, incoraggiare:
Papa Francesco non ha mancato al suo compito di successore di Pietro incontrando noi
referenti diocesani insieme ai Vescovi italiani nel momento di passaggio tra la fase
narrativa e quella sapienziale del Sinodo delle Chiese in Italia. Un incontro dunque che ci ha incoraggiato a proseguire, ma nel quale il Papa non ha mancato di fare sottolineature importanti che aiuteranno noi e tutto il Popolo di Dio in sinodo a non perdere fiducia e orientamento. Tutto ciò con tre inviti.
Anzitutto a continuare a camminare, con fiducia, umiltà a beatitudine perché il Risorto cammina sempre con la sua Chiesa: questa certezza la preserva dalla preoccupazione di salvare se stessa per proiettarla nello slancio dell'annuncio evangelico con "stile di gratuità e cura" con libertà e creatività rimanendo radicati in ciò che è essenziale e senza lasciarsi appesantire "dalle strutture, dalla burocrazia e dal formalismo".
Fondamentale è poi "fare Chiesa insieme", contro la tentazione, sempre in agguato di "separare alcuni attori qualificati che portano avanti l'azione pastorale, mentre il resto del popolo fedele rimane solamente ricettivo delle loro azioni" (EG 120). Nella Chiesa, santo Popolo fedele di Dio, ogni battezzato è diventato "discepolo missionario" (EG 120). Le nostre comunità dovranno quindi diventare sempre più luoghi in cui ciascuno si senta a casa e corresponsabile della missione.
Altrettanto determinante è essere "una Chiesa aperta", riconoscendo ciascuno nel proprio carisma singolare dato dallo Spirito per il bene di tutti, e senza che nessuno sia "scomunicato a priori". Bisogna imparare ad uscire da ogni autoreferenzialità, ancora troppo caratterizzante le nostre comunità religiose, curie, parrocchie, spesso troppo occupate nella "teologia dello specchio" e nel "neoclericalismo di difesa". Bisogna riscoprirci vulnerabili perché questo apre a cammini rinnovati che generano vita, moltiplicano gioia e non spengono i fuochi che lo Spirito accende nei cuori.
Il Papa ha aggiunto infine un'ultima consegna: "essere una Chiesa «inquieta» nelle inquietudini del nostro tempo", vincendo il grande nemico, la paura. "Siamo chiamati a raccogliere le inquietudini della storia e a lasciarcene interrogare, a portarle davanti a Dio, a immergerle nella Pasqua di Cristo".
Tutto questo sarà possibile nella docilità allo Spirito, colui che crea grande confusione, come la mattina di Pentecoste, ma dentro questa confusione conduce a sempre nuova e vitale armonia. "Cari fratelli e sorelle, proseguiamo insieme questo percorso, con grande fiducia nell'opera che lo Spirito Santo va realizzando. È Lui il protagonista del processo sinodale, Lui, non noi! È Lui che apre i singoli e le comunità all'ascolto; è Lui che rende autentico e fecondo il dialogo; è Lui che illumina il discernimento; è Lui che orienta le scelte e le decisioni. È Lui soprattutto che crea l'armonia, la comunione nella Chiesa. Mi piace come lo definisce San Basilio: Lui è l'armonia. Non ci facciamo l'illusione che il Sinodo lo facciamo noi, no. Il Sinodo andrà avanti se noi saremo aperti a Lui che è il protagonista".
In questa Pentecoste chiediamo allo Spirito di essergli docili con fiducia, speranza e amore, perché possa condurci su strade di Vangelo per il bene di tutti.
Susanna Poggioni
Ausiliaria diocesana
Referente diocesana per il Sinodo
Leggi il discorso del Papa ai referenti diocesani del cammino sinodale
Per approfondire la tematica della sinodalità, ecco il video dell'incontro formativo tenuto da Cristina Viganò all'Azione Cattolica diocesana: Verso una Chiesa sinodale: non solo perché ma soprattutto come
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