«Donna chi cerchi?»: Il desiderio
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Il primo appuntamento del percorso per giovani donne ci ha messo a confronto con una storia che sembra concludersi tragicamente, come storia di un incontro mancato, precluso per sempre. Può finire così il desiderio? Per chi desidera accompagnarci a distanza in questo cammino, proponiamo qui la lectio del brano che ci ha guidate: Giovanni 20,1-18.
IL CONTESTO
Siamo a tre giorni dalla passione e morte di Gesù. Il vangelo di Giovanni ha descritto l'ultima cena, quando Gesù ha lavato i piedi ai suoi e poi lo ha seguito da vicino all'orto degli ulivi, durante l'arresto consegnato da Giuda ai soldati, durante il processo consegnato da Anna a Caifa, da Caifa a Pilato, per essere ri-consegnato nelle mani dei soldati. Tutti consegnano Gesù ad altri e hanno la pretesa di rivendicare potere su di lui, mentre Giovanni ironizza mostrando come sia Lui, Gesù stesso che continuamente si consegna al Padre. Fino al momento più alto quello della croce dove Gesù consegna lo Spirito . L'evangelista ci racconta del momento della crocifissione attraverso gli occhi di Maria e del discepolo amato, gli unici non fuggiti insieme a Maria di Cleofa e Maria Maddalena .
Il corpo di Gesù, dopo la morte viene deposto da Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo in un sepolcro , Luca annota nel suo racconto che alcune donne osservavano come il corpo veniva deposto, sicuramente tra quelle donne ci saranno state quelle che erano presenti sotto la croce.
IL LUOGO
Guardiamo al luogo dove si svolge l'incontro tra Gesù e la Maddalena: Il capitolo 19 dice che vicino al luogo della crocifissione c'era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, in cui nessuno era stato ancora posto, lì deposero Gesù. Mi ha colpito molto quando, in Terra santa ho scoperto che le croci usate per uccidere i malfattori, venivano utilizzate più volte: Gesù presumibilmente è stato crocifisso su una croce che aveva già ucciso altri, la sua morte non si è distinta nemmeno in questo. Ma il sepolcro, annota l'evangelista, è nuovo, il corpo dopo essere stato martoriato, viene curato con gli oli e avvolto in un lenzuolo bianco. Finalmente un po' di cura per quel corpo, finalmente lo si inizia ad onorare, gli si riserva un sepolcro nuovo... forse, questo giardino è luogo di novità. Un altro giardino all'inizio della creazione aveva aperto alla novità della vita, questo giardino forse riserva altre novità. In quel giardino Dio aveva cercato l'uomo: Adamo, dove sei? (Gen 3,9) che si nascondeva per la vergogna del peccato. In questo giardino, luogo di morte, ci nascondiamo perché la morte ci fa paura; il giardino per noi come per Adamo e come per la Maddalena è luogo d'inquietudine, di mestizia. Il giardino che Dio avrebbe voluto per noi luogo della festa e dell'incontro vero con Lui, luogo del nostro riconoscersi ad immagine e somiglianza di Lui, diventa luogo dove cogliamo tutta la distanza da Lui, dove non lo riconosciamo (cfr Gv 20,15). Nel luogo nelle nostre morti, nel nostro sentirci tanto distanti da Lui, tanto piccoli ed impotenti, incapaci di spiegare e giustificare, proprio lì ci piacerebbe riconoscere la voce di Dio che ci restituisce il nostro nome.
IL TEMPO
È il primo giorno della settimana, ancora qualcosa di nuovo: si apre una settimana... dopo l'immobilità del sabato, in cui ogni lavoro cessa, si riprende il lavoro, si possono anche onorare i morti; siamo oltre il sabato ... siamo oltre la tradizione ebraica che arriva al sabato. È l'inizio di qualcosa di nuovo. Siamo di buon mattino annota il testo, e ci sembra già di respirare aria nuova, vita. Ma l'evangelista ci fa ripiombare nella realtà: è ancora buio (v.1); ci sono ancora le ombre della notte, non si vede bene, non si distingue bene la realtà, siamo ancora in mezzo alle tenebre... . Il Vangelo di Giovanni usa molto questa alternanza di luce e tenebre anzi dice dell'incarnazione che la luce splende nelle tenebre[...] la luce veniva nel mondo : la vicenda di Gesù è stata un camminare nella luce per i suoi discepoli: Gesù l'aveva raccomandato loro: 'se uno cammina di notte inciampa perché la luce non è lui' . Poi quando, durante l'ultima cena Giuda esce dal cenacolo , l'evangelista annota che era notte . Sulle attese, i desideri, le speranze dei discepoli piomba la notte, l'oscurità: pare che i sentieri di bene e di bellezza che avevano costruito in quegli anni seguendo Gesù, in un momento, per paura di uno – perché è stata paura quella di Giuda, la loro stessa paura- pare che quei sentieri improvvisamente si siano oscurati: ed era notte. E qui il dramma continua, era ancora buio, di quel buio che non ti fa distinguere bene le cose, quelle intorno a te ma anche quelle dentro di te.
LA MADDALENA: IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA, ALL'ESTERNO
La Maddalena è presente in molti passi dei vangeli. Tutti e quattro gli evangelisti ne parlano nei racconti della Resurrezione. E' poi menzionata, come abbiamo già, in parte, ricordato, anche nei racconti della passione. E' poi presente anche nella vita pubblica di Gesù; in Luca è la prima donna ad essere ricordata e messa sullo stesso piano dei discepoli; si dice che da lei erano usciti sette demoni.E' l'unica donna della Resurrezione di cui si dice che era stata guarita -tirata fuori- da Gesù. Sette è un numero simbolico dice la completezza, Maria Maddalena era stata tutta liberata da Gesù, tutta presa da Lui; un amore quello di cui è amata la Maddalena che poi non può che essere ricambiato con tutta se stessa: ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutte la tua anima, con tutta le tue forze : lo si vede anche in questo racconto che la Maddalena è sbilanciata audacemente verso di Lui.
La tradizione poi ha confuso, non senza ragione la sua figura con quella di altre donne, che certamente sono accumunate da questo esagerato sbilanciamento verso di Lui. E' avvicinata alla peccatrice che in casa di un fariseo lava i piedi di Gesù con le sue lacrime e poi li asciuga con i suoi capelli: un gesto eccessivo ma motivato da un grande desiderio-bisogno di amare –e di manifestare l'amore- e di essere riconosciuta in questa sua dedizione. La liturgia, nel giorno di santa Maria Maddalena, ci consegna anche un parallelo con l'amante del cantico dei cantici: ho cercato l'amato del mio cuore, l'ho cercato ma non l'ho trovato , che dopo questa scoperta drammatica dell'abbandono si mette alla ricerca di lui per le vie della città interrogando i viandanti. Già, un amore talmente forte dentro di lei, dentro di me, che la/mi mette in cammino; un amore non ingenuo ma mischiato alla sofferenza, perché l'amore e la sofferenza sono misteriosamente ma evidentemente legati nella nostra esperienza, nell'esperienza dell'uomo e della donna e quindi del cristiano. Entriamo un po' più in profondità nel testo: I primi versetti del capitolo 20 ci raccontano della Maddalena che il primo giorno della settimana quando ancora era buio si reca al sepolcro. Tempo e luogo come abbiamo visto ci anticipano una novità che vuole scoppiare ma che è in qualche modo ancora compressa: una luce che sta spuntando ma è ancora avvolta dalle tenebre, un giardino che ricordiamo con nostalgia ma che adesso, poiché è abitato dalla morte, ci spaventa e ci rattrista. Una morte, la morte che interroga i nostri giorni e schiaccia i nostri desideri alti e le nostre intuizioni di bene e di bello. Non si racconta perché la Maddalena va al sepolcro, ma si possono intuire i movimenti del suo cuore di fronte ad una morte così violenta così inaspettata , che chiudeva la vita di Gesù, ma anche quell'avventura e quella speranza che si era aperta tempo prima in Galilea. Va lì, per piangere sul cadavere e trova il sepolcro vuoto: il sepolcro vuoto potrebbe già diventare presagio di Resurrezione, mentre per lei diviene causa di altro dolore. E' venuta al sepolcro per stare sul suo dolore, non ha più speranze, non ha più attese, si è in un certo modo rimpicciolita, le basta un corpo esanime, le è tolto anche quello: nemmeno un corpo su cui piangere. Un dolore così grande deve essere condiviso, e poi il corpo di Gesù non è solo suo, si sente parte di una famiglia di un gruppo e vuole che anche gli altri partecipino al suo lutto. Nessuno si sostituisce al tuo dolore alla tua ricerca, ma altri la sostengono, la condividono con te. Per questo la parentesi dei versetti dal 3-10. Poi si ritorna a lei e al suo dramma, al suo desiderio di vita infranto.
v.11 Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro. Non ha un altro luogo dove andare, non molla la presa. Non sappiamo il motivo per cui rimane, forse un bisogno del cuore, dal momento che non c'è ragione per fermarsi là; se il corpo non c'è, non comparirà nemmeno se lo si aspetta. Eppure Maria avverte che deve fare qualcosa – è quello che avvertiamo anche noi, non so se vi è mai capitato, di fronte a qualcosa che proprio non sappiamo dominare e che ci fa sentire tutta la nostra inadeguatezza e incapacità e rimaniamo come immobilizzati, di fronte a tanto dolore- Davanti alla morte di chi amiamo, avvertiamo tutta la nostra incapacità, ma insieme qualcosa dentro, profondamente dentro, che ci dice che dobbiamo fare assolutamente qualcosa. Di fronte ad una morte così, ma in generale davanti allo svanire di un desiderio, di una idea –non di quelle ideuccie per un week-end- ma davanti a quei progetti che ti prendono la vita per intero (abbiamo già visto che Maria, fin dall'inizio, era stata presa tutta da Gesù), di fronte ad uno svanire di ciò per cui avevamo investito sentiamo dentro di noi una voglia di esplodere, che rimane contratta, irrigidita, schiacciata.
Guardiamo a Maria che sta ostinatamente presso il sepolcro e la vediamo che si china: non ha la forza di stare dritta, si abbassa, abbassa il tiro; si rannicchia, si chiude dentro di sé. In lei è avvenuta una sorta di rimpicciolimento della speranza... la vita l'ha provata duramente e lei non osa più sperare quanto Gesù le aveva promesso, si accontenterebbe anche solo del corpo, recrimina solo quello, eppure ben di più di quello le è stato rubato: vuole solo alleviare il suo dolore, ma non riprendere vita.
PRIMA TRACCIA PER LA PREGHIERA: Contempliamo Maria e noi stesse, e i suoi/nostri desideri rimpiccioliti: ciascuno di noi ha un desiderio profondo, talmente profondo da non definirne chiaramente i contorni, lo definirei il 'non per un po' ma il 'per sempre'. Quel desiderio è nascosto nella profondità di noi perché è fragile, è assediato dalla vita. Ci capita di trattarlo male, in qualche modo di rimpicciolirlo. Quella che facciamo ci sembra una operazione saggia: 'non posso realizzare questa cosa, è meglio adattarsi alla realtà'. In realtà, alle volte, fuggiamo per paura di essere deluse. Rimani presso, ostinatamente, per accorgerti che quello che ti manca non è un corpo morto, ma un desiderio di vita per sempre.
UNO CHE STA IN PIEDI DI FRONTE A LEI
v.14 continuiamo a contemplare Maria che si voltò indietro: un voltarsi che necessariamente gli avrà chiesto prima di alzarsi dal suo rannicchiamento, per lo meno avrà spostato la sua attenzione su altro.
Vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era Gesù: immagino che Maria vedendo uno che non conosce, che presume essere un giardiniere per parlare con lui immediatamente si è alzata e si sia messa di fronte a lui. Questo particolare mi colpisce molto, perché apparentemente questo movimento di Maria, il primo che la aiuta a riprendersi dal suo dolore, sembra essere tutto frutto di una sua decisione e di una sua volontà; mentre a guardare in profondità è motivato dalla presenza di uno che sta in piedi di fronte a lei. E' bellissimo vedere come la forza del Risorto metta in piedi senza nemmeno che noi lo riconosciamo, certo ci mette in piedi e le ginocchia vacillano ancora e gli occhi sono ancora gonfi di lacrime ma siamo in piedi! Intanto immagino che le tenebre cominciano a lasciare posto alla luce del giorno.
SECONDA TRACCIA PER LA PREGHIERA: C'è nella nostra esistenza qualcosa che ci rimette in piedi, ci sono persone, eventi, esperienze, incontri che ci fanno un gran bene. Non si sostituiscono alle nostre decisioni e ai nostri sacrifici ma in un certo modo li propiziano, li accompagnano, come la presenza del giardiniere-Gesù con Maria. Ci capita, spesso di sentirci da sole, di non riconoscere che alcuni nostri movimenti sono condotti. Questa mi sembra una presenza molto solida del Signore nei nostri giorni, che non ha paura di chiederci 'perché piangi?' e non ha la fretta, nè la pretesa di proporsi come consolatore unico . Senza questo 'preambolo della fede' mi sembra difficile riconoscere il risorto. Del resto lui per primo si è mischiato nella umanità, si è nascosto nella nostra quotidianità. Questo è lo stile di Dio, occorre lasciarsi condurre in questo movimento, occorre riconoscere che c'è un rialzarsi che non è miracoloso, ma che viene da Dio.
NON TU PER LUI, MA LUI PER TE
Maria che come abbiamo detto, ora è in piedi ma ancora legata e preoccupata del corpo del Signore: 'se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto ed io andrò a prenderlo'. Maria, come ogni donna che ama molto, è tutta concentrata su quello che lei può fare in quella circostanza. A questo punto il Signore compie in lei il cambiamento. Le dice Gesù: 'Maria': tu sei quella Maria che io ho liberato dai sette spiriti, che ho preso con me per questo tempo, che ho voluta come mia discepola, tu sei quella Maria che ho visto sotto la croce, che ha scrutato da lontano il posto dove il mio corpo veniva deposto e che è tornata tenacemente al mio sepolcro. Riconosco e ti restituisco tutto il tuo cammino di vita e di fede, conosco tutto il tuo travaglio, le tue conversioni e i tuoi arresti. Voglio stare di fronte a te, ancora una volta, per quello che tu sei in relazione a Me. Il vero miracolo –il miracolo della fede- è che Maria si volge, questa volta definitivamente, a Gesù; accoglie quello che il Signore è per lei: Rabbunì, maestro mio amato. Non è più preoccupata di quello che deve fare per Lui. Certo, poi, il suo amore per Lui avrà bisogno di una visibilità, ma per adesso le basta stare di fronte a Colui che ama e ripercorrere con Lui quanto egli ha fatto per lei, quello che la Sua persona è per Lei.
TERZA TRACCIA PER LA PREGHIERA: Insieme al Signore ripercorri la tua storia, senza domandarti cosa puoi fare tu per lui, ma cosa Lui sta facendo per Te. Ringrazia e loda il Signore perché il tuo cammino è arrivato fino a qui oggi. Ringrazialo perché anche oggi Lui ha un passo di conversione da farti compiere. Non tu per Lui, ma Lui per Te.
CORRERE PER DEDICARSI AL CORPO DEL SIGNORE CHE E' LA CHIESA
Continuiamo ad osservare Maria ed il suo itinerario di fede. La donna è in un momento di contemplazione, ha riconosciuto Gesù come il Signore della sua vita e come succede ad ogni discepolo non può che inginocchiarsi davanti a Lui, per adorarlo . Ha ritrovato il suo Signore ed ora non vorrebbe più lasciarlo, sente rivivere in lei tutti i suoi desideri, fino a quel momento schiacciati, li sente ri-accolti e assunti da Gesù. In fondo Gesù rendendosi visibile ha corrisposto al desiderio di Maria. Ma il Signore non smette di essergli maestro e di portare ogni sua attesa ad un piano più elevato. L'amore di Maria certo ha bisogno di manifestarsi in qualche modo, il suo affetto per quel corpo che l'ha guarita deve in qualche modo emergere, c'è tutta una forza d'amore che deve essere indirizzata, è un amore certamente autentico ma che necessita ancora di essere purificato.
Non mi trattenere ma va dai miei fratelli e dì loro 'salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro'. Maria vorrebbe che il tempo si fermasse a quando Gesù era in mezzo a loro, ma il Signore è Signore della storia e vuole abbracciare ogni tempo e ogni luogo. Maria non può rimanere ferma ad abbracciare quel corpo, ma deve correre a dedicarsi a quel Corpo del Signore, la sua Chiesa, che raggiunge ogni angolo del mondo e ogni frammento della storia. Maria è chiamata, per prima a partecipare alla nuova condizione del Risorto, che chiede di avere un cuore casto, non legato o -peggio- avvinghiato ad una esperienza di sicurezza, ma pronto ad abbracciare ogni fratello e ogni sorella che cerchi Dio con cuore sincero .
Anche questa è resurrezione; anzi questo è il primo movimento di Resurrezione che Gesù fa compiere a chi lo ama.
Roberta
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