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«Donna chi cerchi?»: l'ascolto

Nel secondo incontro del cammino «Donna chi cerchi?» due donne, due sorelle, ci hanno mostrato il loro modo di accogliere Gesù, accompagnandoci alla scoperta, o ri-scoperta, dell'importanza dell'ascolto. Proponiamo qui, per chi vuole unirsi al cammino anche a distanza, la lectio del brano di Lc 10,38-42.

IL CONTESTO

Siamo nella ferma decisione di Gesù di andare verso Gerusalemme. In questo suo incamminarsi Gesù incontra l’ostilità che si esprime nella non accoglienza è in cammino  “verso il compiersi dei giorni in cui sarebbe stato elevato in alto” Lc 9,51, è dentro alla ferma decisione di compiere la sua missione decisione che provoca, in alcuni, il rifiuto di lui di accoglierlo … troppo pericoloso, troppo scomodo, che vada oltre! La rabbia di alcuni dei suoi: “vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?” ma Gesù è già l’agnello mite che istruisce i suoi sull’esigenze della sequela. Non è mai stato facile seguire Gesù, stare dietro a Lui e camminare con Lui chiede di rimanere docili a lasciarsi educare!

 

Poi Gesù invia i settantadue discepoli in missione. Al ritorno c’è l’euforia dell’esperienza vissuta delle grandi cose fatte. E’ la nostra natura: valutare il nostro vissuto sulle cose fatte, sui risultati concreti, ma questa non è la logica del maestro “Gioite perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” gioite dell’essere in me! Gioire con Gesù della piccolezza amata e prescelta da Dio! La beatitudine del discepolo è l’essere con Gesù, poter ascoltare e vedere Lui.

E, poi, ancora una prova. Gesù viene messo alla prova “cosa devo fare per ereditare la vita etrna?”cosa devo fare per essere felice? Nulla di più che amare! Amare Dio con tutta te stessa, amare il prossimo … ma chi è il prossimo? Gesù non risponde direttamente, ma lo fa’ attraverso la parabola del buon samaritano, e lascia a chi lo interroga di trovare la risposta, di darsi la risposta.

E subito dopo ecco il nostro brano a sottolineare come l’agire segue all’ascolto.

Gesù, come il Samaritano.

Rimane nel cammino con i suoi verso Gerusalemme.

LECTIO

v. 38   Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio. E’ interessante questo camminare di Gesù che lo rende diverso dai rabbini del tempo i quali non camminavano ma sedevano ed aspettavano che la gente venisse alla loro scuola.

Gesù invece cammina, va a cercare la gente. Nel camminare c’è soprattutto la fatica di trovarsi sempre di fronte a delle situazioni nuove e il non sapere come sarebbe stata l’accoglienza

Un plurale e un singolare: Gesù cammina con i suoi, è accompagnato da loro, ed essi vengono “isrtruiti, educati” da lui lungo la strada; ma entra da solo nel villaggio di Betania, dove abitano amici … Betania è il luogo degli affetti più intimi quelli che divengono ristoro-riposo … Gesù sta cercando un’intimità! E questa volta è proprio tale: in altre occasioni aveva preso con sé Pietro  Giovanni e Giacomo (Lc 9,28-36 la trasfigurazione), qui no! Gesù è solo pellegrino sulle strade dell’uomo, sembra richiamare la parabola del samaritano che ha appena raccontato, ma ne inverte la sequenza: in questo villaggio riceverà la “compassione” e in seguito “sarà percosso, spogliato…” dall’uomo che si fa brigante.

Il villaggio non è la città dove spesso vi sono presenze diverse, intrecci di culture … il villaggio è piccolo, tutti si conoscono, tutti aderiscono alla stessa “routine-mentalità”, nel villaggio risuona più facilmente l’espressione “si fa’ così, si è sempre fatto così …”

una donna, di nome Marta, lo ospitò. Sacra è l’ospitalità!  Israele porta in sé l’esperienza di essere foresteriero, è un essere forestieri a livello ontologico: Abramo è stato «straniero e di passaggio» (Gen 23,4);  “Mio padre era un arameo errante” (Dt 26,5). Ma in questo esssere forestiero Israele ha fatto esperienza di un Dio che guida-accompagna-sorregge-ama, fino a giungere alla certezza che “Dio ama lo straniero”  (Dt 10,18). Israele ha sperimentato l’essere forestiero accolto da Dio e l’ospitalità diviene un comando di Dio (Dt 10,19).

Gesù, però, è ospitato da una donna: situazione sconveniente”! Marta: è donna intraprendente, libera dalle convenzioni sociali cultuali e cuturali. Marta, come dice il suo nome, “è padrona della casa”: sembra essere colei che ha in mano la sua casa-vita, che la governa con una responsabilità personale, ma vedremo che non è proprio così!

Di Marta non si sa quasi nulla, si sa solo che ha una sorella che è minore di lei e che si mette subito a servire Gesù dimenticando completamente il mistero presentato dalla persona di Gesù: non essere venuto per essere servito, ma per servire. A Marta sfugge proprio questo.

v. 39   Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Maria, probabilmente è la sorella minore di Marta. E’ la stessa dell’unzione raccontata in Gv 12,1-8.

seduta ai piedi del Signore. E’ segno della piccolezza amata e scelta da Dio: sorella più piccola che assume una posizione che la fa’ essere ancora più piccola.

“Stando ai piedi di Gesù”: nelle case non vi erano sedie, ma stuoie. Maria è seduta ai piedi: è vicinissima a Gesù, è nella posizione del discepolo! Ma alle donne non era permesso essere discepole, ascoltare i rabbini, interessarsi della Legge … Maria è donna anticonformista! Lo è, anche, nel suo non preoccuparsi di compiacere (svolgendo le attività proprie del suo essere donna) a Gesù ma del compiacersi nel stargli vicina. Maria è ai piedi del pellegrino, piedi da amare: “come sono belli suoi monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio» “. Is 52,7.

ascoltava la sua parola Mariaè dimentica di ciò che le accade intorno, ma anche  di sé: del suo essere donna, di tutto ciò che è la sua vita, una sola cosa non ha dimenticato ed è il desiderio più profondo del suo cuore: essere con il Signore, come Sposa! Maria non dice una parola, è solo ascolto: fa entrare in lei la Parola, è colei che obbedisce alla voce: “questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” (Lc 9,35), vive la beatitudine del discepolo che vede e ascolta ciò che altri avrebbero voluto vedere e ascoltare (Lc 10,23-24). 

Questa scena trasfonde una grande calma, un distacco da ogni altra cosa: non c’è più nient’altro che questo rapporto di parola e di ascolto, che è un rapporto di grazia

Maria è consapevole soprattutto che Gesù si attende dalle sue amiche proprio questo spazio-tempo per poter avere la soddisfazione di dare piuttosto che di ricevere. Maria da così a gesù la possibilità di essere servitore della parola; colui che è sempre disposto, sempre attento a trasmettere la Parola del Padre

Possiamo fermarci e contemplare questa piccolezza  di Maria ma anche di Gesù desiderando di entrare in questo ascolto.

v.40   Marta invece era distolta per i molti servizi.  Marta è la donna del “buon senso” è colei che conosce i suoi doveri e li adempie, è sotto la Legge, questo ci fa’ dire che forse non è proprio così “padrona della casa” come abbiamo pensato prima. Ella è dis-torta è contorta su di sé sulle sue cose, sui molti servizi, e non si accorge di essere  divisa in se stessa.

Marta probabilmente si sente, anche,  incompresa “ecco mi hanno lasciata sola …tocca a me fare tutto ..”,  gelosa della sorella, innervosita che neanche Gesù si cura si lei … E’ colei che pensa di piacere al Signore con il suo molto fare  che è quasi a soffocante, dimenticando che il Signore desidera prima di tutto amare. Marta  si sta  perdendo  nel vortice della frenesia.  Di fronte alla calma di Maria ecco l’agitazione di Marta. Marta qui fraintende completamente lo scopo della venuta di Gesù, gli attribuisce desideri che in fondo Gesù non ha mai avuto. Gesù che è venuto in questa casa a portare la pace, in realta sta creando una certa tensione.

 si fece avanti   immaginiamoci la scenaMarta è in piedi, mentre Maria e Gesù sono seduti. Marta è in una posizione di superiorità e rimprovera entrambi!

Colui che doveva essere accolto ora viene rimproverato

«Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti» Marta non riesce più a trattenere ciò che le si agita dentro! Ma  è dentro ad una visione limitata di sé dove lei è al centro e  tutto deve girarle intorno. Mantiene, però, il buon senso: il verbo greco non indica una richiesta che sia per sempre ma  basta che lo faccia ora!

Gesù viene rimproverato per non avere capito la situazione di martirio della povera Marta. Sembra quasi che Marta rimproveri Gesù per la sua incoerenza: non avevi detto prima (nella parabola del buon Samaritano) che importante era mettersi a servizio?

Nella immagine che troviamo al termine della lectio che riproduce un quadro di Rubens e Bruegel“Cristo nella casa di Marta e Maria” esposto a Dublino alla National Gallery emerge proprio questa superiorità di Marta che si rivolge a Gesù il quale si trova leggermente più in basso di lei, così anche Maria è in una posizione inferiore a Gesù……. Marta sembra dominare con quel suo tono saccente su entrambi

Certo, avrebbe potuto esprimersi in modo diverso, la reazione di Marta si esprime in un attacco all’altro; invece di esprimere la propria situazione di disagio si attacca un’altra persona, si proietta sugli altri la colpa di quanto sta avvenendo.

Marta dunque, proprio quando è arrivata al massimo della sua autopresentazione conclude di fatto con una confusione di debolezza

Fermiamoci e contempliamo questa scena: un amore “dis-torto” dal fare, guardiamo con affetto Marta che, spesso, è parte di noi.

v. 41  «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose  Gesù la chiama ripetendo il suo nome due volte che dice una solennità così come era successo nella chiamata a Mosè (Es 3,4) e a Samuele (1 Sam 3,10). In questo dire due volte il nome c’è anche il tono della comprensione, la parola che viene detta è una parola di verità. Anche per Marta c’è una chiamata a uscire dal baricentro in se stessa, a trovare il centro nel Signore, è chiamata a mettersi nella sequela vera seguire Gesù è stare con lui (Mc 3,13-19).  Non è il sacrificarsi che desidera il Signore ma l’amore: “poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più che degli olocausti” (Os 6,6), e ancora “Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato” (Sal 40,7). Marta è chiamata a passare dal suo essere contorta su di sé all’orientarsi al Signore.

v.42  ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».  Ciò che è necessario è abbandonarsi all’amore del Padre! Abbandono che chiede calma ascolto accoglienza:  “poiché così dice il Santo d’Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente la vostra forza»” (Is 30,15).

Ci vuole molta fede per credere che la parola sia sufficiente, per credere che la parola sia l’unica cosa necessaria da cercare. Infatti tutto ciò che osserviamo con gli occhi della carne, o che guardiamo e giudichiamo con la nostra intelligenza, è il contrario di tutto questo. Eppure resta vero che una casa non costruita sulla parola, è come una casa costruita sulla sabbia: può crescere anche molto infretta, ma alla prima tempesta sarà spazzata via come paglia.

Maria è la sposa del cantico che ha trovato l’amore e che non lo lascerà (Ct 3,4). Maria è colei che già partecipa dell’eredità: “Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio.!(Sal 16,5-7a). “Il suo bene è stare vicino a Dio” (Sal 73,28).

INIZIO DELLA CONTEMPLAZIONE

Proviamo a fare un passo in più, dopo questa semplice esegesi, entriamo nel brano per notare l'ascolto. Mi sembra di poter cogliere tre modi di ascoltare che evidenziano ora l'ascolto di sé, ora l'ascolto del mondo, ora l'ascolto di una profondità.

      Gesù: è in ascolto dei cuori

  • è in ascolto del suo cuore, del suo desiderio di compagnia di affetto. Non se lo nega, ricerca una risposta ad esso che tocchi la sua umanità.
  • È in ascolto di Marta: accoglie il suo invito intravvedendo che è mosso da un desiderio del cuore che ella stessa non riconosce; Gesù è in ascolto anche del fare di Marta, della sua inquietudine, del suo vagare senza trovare riposo (va-gare: vagabondare per le vie del suo cuore! Ri-poso: dove ri-poso la vita, dove mi abbandono con fiducia e trovo tranquillità pace, dove cessano gli affanni).
  • E' in ascolto di Maria che nel suo silenzio ha già detto molto!

      Marta:

  • Anche lei ascolta il suo cuore che la pone in ricerca: esce di casa, "va incontro" a Gesù, sa di aver bisogno di lui.
  • L'ascolto di Marta è un sentire perché è prevalentemente pre-occupata: piena di desideri-paure-parole-rumori, un sentire-ascolto che è già occupato anche di cose in sé buone: accogliere bene, preparare per far star bene l'ospite .... È ascolto simile al seme caduto nei rovi (Lc 8,4-8; Mc 4,13-20).

      Maria:

  • Ascolta il suo cuore, ne ascolta il silenzio la sete. Ascolta la sete di Gesù. Ascolto che le permette di riconoscere "la sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna" (Gv 4,14)
  • Ascolta fino a divenire dimora della Parola, a lasciare che la Parola si incarni in lei e le dia nuova forma (la con-formi). Ascolto che ti cambia la vita!

 ENTRARE NELLA CONTEMPLAZIONE

L'invito è quello di non soffermarsi sulla contrapposizione attività-contemplazione, ovvero sulla contrapposizione degli atteggiamenti di Marta e Maria, ma di porre lo sguardo e il cuore sul loro ascolto. Contempliamole: guardiamole con affetto e simpatia ... Sentiamoci vicine ad entrambe!

Contempliamo Gesù nella sua sete e nel suo essere in ascolto di noi.

Chiediamo la grazia di partecipare alla beatitudine del discepolo: "vedere e ascoltare" il Signore Gesù.

Paola Gervasi

L'ascolto: approfondimento (scarica in pdf)

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