Papa Francesco ai consacrati: Troverete la vita dando la vita
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Troverete la vita dando la vita, la speranza dando speranza, l’amore amando … servendo ai bisogni del mondo e docili allo Spirito Santo (Papa Francesco).
L’anniversario del 50° della Costituzione Dogmatica Lumen Gentium sulla Chiesa, che nel cap. VI tratta dei religiosi, come pure del Decreto Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa, hanno dato l’opportunità a Papa Francesco di scrivere una Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata (30 novembre 2014-2 febbraio 2016).
Il documento è, nella stesura, molto semplice e al contempo ricco e profondo nella sua visione teologica, spirituale e pastorale: prospetta degli obiettivi, enuncia delle attese, evidenzia gli orizzonti dell’Anno della Vita Consacrata.
1. Obiettivi
Il Santo Padre invita a guardare al passato con gratitudine, per prendere coscienza del carisma vissuto lungo la storia, come occasione di ringraziamento e di conversione nella fedeltà al dono dello Spirito.
Ancora, il Papa, chiama a guardare al presente, mettendo Cristo e il Vangelo al centro della vita consacrata che si esprime nella missione, valutando se ministeri, opere, presenze rispondono a quanto lo Spirito ha chiesto ai Fondatori e se questi sono adeguati alla società attuale e alla Chiesa di oggi. L’invito pressante, come stile di essere consacrati, è la comunione, meglio è diventare “esperti di comunione, testimoni e artefici di quel progetto di comunione che sta al vertice della storia dell’uomo secondo Dio ….Vivete la mistica dell’incontro, cioè la capacità di sentire, di ascolto delle altre persone. La capacità di cercare insieme la strada, il metodo” (cfr cap I, n. 2).
Francesco chiede di abbracciare il futuro con speranza, nonostante le difficoltà concrete cui la Vita Consacrata si trova a vivere, ciascun consacrato non deve mai dimenticare che “ la nostra vita non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia (2 Tm 1,12) e per il quale “nulla è impossibile” (Lc 1,37)… per cui la Vita consacrata può continuare a scrivere una grande storia nel futuro” (vedi cap. I, n.3).
2. Attese
Nel secondo capitolo della Lettera il Papa esplicita delle attese perché quest’Anno della Vita Consacrata si trasformi in un autentico kairos, un tempo di Dio ricco di grazie e di trasformazioni:
- la gioia e la bellezza di vivere il Vangelo e seguire Cristo (n.1)
- svegliare il mondo perché caratteristica della vita consacrata è la profezia (n. 2);
- la comunione all’interno dei vari Istituti di Via Consacrata e tra loro, nella Chiesa con le altre vocazioni, a partire dai presbiteri e dai laici (n.3);
- la missione evangelizzatrice nelle varie espressioni caritative (n.4);
- l’interrogarsi su ciò che Dio e l’umanità di oggi domandano (n.5).
3. Orizzonti
Francesco allarga “lo sguardo” e invita i laici che condividono con i consacrati partecipando alla medesima realtà carisma, l’intero popolo cristiano a prendere maggiore consapevolezza del dono che è la presenza di tante consacrate e consacrati nei vari ambiti di vita, eredi di grandi santi che hanno fatto la storia del cristianesimo (n.2). Il Papa esorta a ringraziare e collaborare con i consacrati nel loro ministero a servizio della Chiesa, e constata la felice coincidenza di questo Anno della Vita Consacrata con il Sinodo sulla famiglia, vocazioni portatrici di ricchezze per aiutarci gli uni gli altri.
Per la prima volta un Pontefice si rivolge anche ai membri di fraternità e comunità appartenenti a Chiese di tradizione diversa da quella cattolica, avendo tutti il medesimo fine nella espressione di fraternità e servizio, senza dimenticare il fenomeno del monachesimo presente in tutte le grandi religiose.
In fine si rivolge ai Vescovi invitandoli ad accogliere cordialmente e con gioia la vita consacrata come un bene per tutta la Chiesa (LG n. 43), facendosi promotori solleciti dei vari carismi, sostenendo, animando, aiutando nel discernimento, facendosi prossimi nelle difficoltà e illuminando con l’insegnamento il popolo di Dio sul valore della vita consacrata.
Papa Francesco ha indubbiamente lanciato la Chiesa in un rinnovamento di se stessa, che deve avere la missione come scopo per non cadere in preda di una specie d’introversione ecclesiale (EG n.27). Non v’è dubbio che l’evangelizzazione richiede la conversione ma, Evangelii Gaudium afferma, che la conversione esige la riforma, perché le parole della fede personale siano confermate dalle parole della fede inscritte nelle strutture ecclesiali e dunque stili, orari, linguaggio e strutture devono adeguarsi ad essa.
La missione diventa così la chiave di ripensamento della figura del cristianesimo, della Chiesa, della sua pastorale e la Vita Consacrata non può non essere presente “chiamandosi fuori” da ciò che realmente la vivifica, la rinnova perché docile strumento dello Spirito che la spinge ad annunciare l’amore di Dio per ciascun uomo, così come ha fatto da duemila anni fino ad oggi, da quando esiste la Chiesa.
Con papa Francesco auspico e prego che quest’Anno dedicato alla Vita Consacrata diventi veramente un tempo ricco di grazie e trasformazioni (e non solo di Incontri e Convegni ricchi di parole ma che a volte faticano a concretizzare nella realtà quotidiana), per lavorare nella speranza e per la speranza nella vigna del Signore, certi che lo Spirito fa nuove tutte le cose.
Malgrado noi, ma non senza di noi!
Maria Grazia Rasia, 50 anni,
è ausiliaria diocesana dal 1995.
Svolge il suo servizio nella
Comunità Pastorale Trasfigurazione
del Signore in Milano
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