ESPERIENZE ESTIVE 2023: Abitare la città. Vivere i crocevia della storia
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È per comprendere che cosa significhi “Abitare la città. Vivere i crocevia della storia” che un gruppo di famiglie, una settantina di presone, dai pochi mesi di vita ai 78 anni, si è ritrovata a S. Caterina Valfurva a vivere la settimana di “vacanza” proposta dall’Azione Cattolica Ambrosiana.
Certo una vacanza sui generis, ma sappiamo che ciò che rigenera e fa ripartire poi con entusiasmo è, oltre al riposo fisico, la possibilità di ricrearsi, cioè di intuire nuove possibilità per la propria vita e magari per la vita di tutti. È quel che abbiamo vissuto in questa intensa settimana insieme, che ha visto l’alternarsi di gite, momenti di relax, preghiera proposte di riflessione e approfondimento del tema, condivisioni di vita e pensieri.
Certo una vacanza sui generis, ma sappiamo che ciò che rigenera e fa ripartire poi con entusiasmo è, oltre al riposo fisico, la possibilità di ricrearsi, cioè di intuire nuove possibilità per la propria vita e magari per la vita di tutti. È quel che abbiamo vissuto in questa intensa settimana insieme, che ha visto l’alternarsi di gite, momenti di relax, preghiera proposte di riflessione e approfondimento del tema, condivisioni di vita e pensieri.
Una fantastica squadra di giovanissimi animatori, i magnifici 7, hanno dato ai più piccoli la possibilità di partecipare alla riflessione sul tema creando giochi e attività su misura delle diverse età, riuscendo anche nell’impresa di animare le serate per tutto il gruppo, adulti compresi!
Dopo le provocazioni di partenza proposte dell’assistente dell’AC, don Cristiano Passoni, diversi sono stati gli approfondimenti. L’architetto Franco Prina e il sociologo Emanuele Polizzi hanno affrontato il tema della struttura, le problematicità e le sfide che propongono la città di Milano e la “città continua” che si è venuta costituendo dagli anni ’50 del secolo scorso ad oggi. Il dott. Giovanni Colombo, ci ha condotto a gettare uno sguardo più profondo e appassionato sul nostro abitare quotidianamente la realtà attraverso Le città invisibili di Calvino e il racconto della sua esperienza di cammino (che è diventato il libro Il Cammino di Lombardia, edito da Terre di mezzo), una sorta di pellegrinaggio da lui creato, sulle strade di tutti i giorni attorno a tutta la nostra regione, alla ricerca del sentimento per riscoprirsi abitato da quello più importante e necessario oggi: la fiducia. I coniugi Daffi hanno poi messo a disposizione le loro competenze professionali (ad esempio nel campo della psicologia e la creazione di giochi da tavolo) per affrontare giocosamente la questione fondamentale per vivere la città: le relazioni, i contatti che creano crocevia e aprono strade nuove.
Dopo le provocazioni di partenza proposte dell’assistente dell’AC, don Cristiano Passoni, diversi sono stati gli approfondimenti. L’architetto Franco Prina e il sociologo Emanuele Polizzi hanno affrontato il tema della struttura, le problematicità e le sfide che propongono la città di Milano e la “città continua” che si è venuta costituendo dagli anni ’50 del secolo scorso ad oggi. Il dott. Giovanni Colombo, ci ha condotto a gettare uno sguardo più profondo e appassionato sul nostro abitare quotidianamente la realtà attraverso Le città invisibili di Calvino e il racconto della sua esperienza di cammino (che è diventato il libro Il Cammino di Lombardia, edito da Terre di mezzo), una sorta di pellegrinaggio da lui creato, sulle strade di tutti i giorni attorno a tutta la nostra regione, alla ricerca del sentimento per riscoprirsi abitato da quello più importante e necessario oggi: la fiducia. I coniugi Daffi hanno poi messo a disposizione le loro competenze professionali (ad esempio nel campo della psicologia e la creazione di giochi da tavolo) per affrontare giocosamente la questione fondamentale per vivere la città: le relazioni, i contatti che creano crocevia e aprono strade nuove.
Nella preghiera quotidiana il cammino si è intrecciato con quello degli Apostoli, dei quali abbiamo seguito l’impegno evangelizzatore nelle diverse città a partire da Gerusalemme fino a Roma, secondo il racconto del libro degli Atti.
Ciascuno credo abbia avuto la possibilità di tornare a casa col bagaglio ricco di moltissimi spunti e sollecitazioni.
Personalmente ho apprezzato e raccolto come molto preziosa anzitutto la possibilità delle nuove conoscenze e condivisioni: molta vita ci siamo raccontati, donati tra un passo e l’altro delle gite.
Custodisco e condivido poi alcuni pensieri che ho sentito particolarmente importanti.
La necessità di ricordare sempre che si guarda la realtà da un punto di vista preciso ed è fondamentale esserne consapevoli, sapere “dove si è” e con quali criteri si agisce: l’utile o il giusto? Per vedere bene talvolta deve accadere qualcosa che “spacca il parabrezza”, quel vetro che, per quanto ben pulito, ci separa da ciò che è oltre. E questa rottura risulta spesso un crocevia, possibilità di strade nuove e prima non immaginate, fa scoprire la “pagina bianca” che sempre abbiamo a disposizione per scrivere una nuova storia.
Certo la realtà è complessa e presenta aspetti davvero difficili da accettare. La sfida è, come suggerisce Marco Polo al termine de Le città invisibili, scegliere, di fronte all’inferno che talvolta sembra essere la vita delle nostre città, se farne parte fino al punto di non vederlo più, oppure se “cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Credo che tutti siamo tornati con la volontà di percorrere la seconda opzione certi che, come per la calviniana Marozia, anche le nostre città siano spesso le “città del topo” dalle quali sta per sprigionarsi la “città della rondine” fatta di voli, richiami e volteggi giocosi nel cielo d’estate.
Ciascuno credo abbia avuto la possibilità di tornare a casa col bagaglio ricco di moltissimi spunti e sollecitazioni.
Personalmente ho apprezzato e raccolto come molto preziosa anzitutto la possibilità delle nuove conoscenze e condivisioni: molta vita ci siamo raccontati, donati tra un passo e l’altro delle gite.
Custodisco e condivido poi alcuni pensieri che ho sentito particolarmente importanti.
La necessità di ricordare sempre che si guarda la realtà da un punto di vista preciso ed è fondamentale esserne consapevoli, sapere “dove si è” e con quali criteri si agisce: l’utile o il giusto? Per vedere bene talvolta deve accadere qualcosa che “spacca il parabrezza”, quel vetro che, per quanto ben pulito, ci separa da ciò che è oltre. E questa rottura risulta spesso un crocevia, possibilità di strade nuove e prima non immaginate, fa scoprire la “pagina bianca” che sempre abbiamo a disposizione per scrivere una nuova storia.
Certo la realtà è complessa e presenta aspetti davvero difficili da accettare. La sfida è, come suggerisce Marco Polo al termine de Le città invisibili, scegliere, di fronte all’inferno che talvolta sembra essere la vita delle nostre città, se farne parte fino al punto di non vederlo più, oppure se “cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Credo che tutti siamo tornati con la volontà di percorrere la seconda opzione certi che, come per la calviniana Marozia, anche le nostre città siano spesso le “città del topo” dalle quali sta per sprigionarsi la “città della rondine” fatta di voli, richiami e volteggi giocosi nel cielo d’estate.
Susanna Poggioni
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