n. 28: Catechesi degli adulti
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PROPOSIZIONE 28: CATECHESI DEGLI ADULTI
Non si può parlare di Nuova Evangelizzazione se la catechesi degli adulti è inesistente, frammentata, debole o trascurata. Quando questi difetti sono presenti, il ministero pastorale affronta una sfida molto seria.
Le tappe e i livelli del catecumenato della Chiesa mostrano come, sul piano biblico, catechetico, spirituale e liturgico, la storia di una persona e il suo cammino di fede possono essere intesi come una vocazione attraverso la sua relazione con Dio (cfr EN n 18).
In tutto questo, il carattere pubblico della decisione di fede che prende il catecumeno, che cresce gradualmente nella comunità e nella diocesi, ha un impatto positivo su tutti i fedeli.
Con tutta verità possiamo affermare che l’ambito della catechesi degli adulti è pressoché “dimenticato”, oppure a volte, “temuto” perché vi è da curare un aspetto relazionale che ci porta a rapportarci con altri adulti. Tutt’al più, nelle comunità cristiane che manifestano un minimo di sensibilità circa la formazione degli adulti, raggiungiamo la categoria di “gruppo di ascolto” biblico, che sono però traducibili in espressioni di primo annuncio. Come detto il primo annuncio, sta a fondamento di un percorso di fede. Ma dopo aver accolto il primo annuncio, è necessario un secondo, e via così fino ad affermare l’indispensabilità di una formazione catechetica per adulti permanente. Permanente perché si è vivi! Ed è una particolarità della fede cristiana il saper “rispondere”, motivare, ogni aspetto della vita umana. Per fare questo, oltre a un costante riferimento biblico, è necessario curare il modo con cui ci si rapporta con Dio nella preghiera, principalmente nella espressione Liturgica, tener conto del Magistero, della Tradizione della Chiesa in tutti i suoi aspetti (vita della comunità,spiritualità, morale, caritativa, testimonianza, ecc.) perché una personalità adulta nella fede sia sostenuta e cammini verso la santità.
I padri sinodali si riferiscono al catecumenato, in quanto il modello catecumenale è il modello di ogni impostazione catechistica. La Chiesa antica iniziò a celebrare la traditio e la redditio del Simbolo di fede e del Padre nostro. Questa struttura è straordinariamente semplice ed efficace, perché rispondente alla verità: chi diviene credente impara a credere ciò che crede la Chiesa (Credo), riceve nella liturgia la grazia di essere figlio di Dio (Sacramenti), prega Dio perché è abilitato al dialogo con Lui (Padre Nostro).
Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica si basa su tale schema quadripartito che la Tradizione cristiana ha elaborato nel corso dei secoli.
La quadripartizione catecumenale non è una semplice questione dei contenuti fondamentali della fede; essa esprime anche le dimensioni dell’esistenza cristiana. In questo modo determina le strutture portanti della catechesi. La catechesi illumina la fede, la celebrazione, la conversione, la preghiera personale e, conseguentemente, si concretizza in momenti formativi, celebrativi, di condivisione esistenziale e maturazione spirituale. Tale struttura quadripartita emerge, infine, con tutta evidenza a livello liturgico, nel momento del battesimo degli adulti. Chi viene battezzato, professa il Credo, inizia una nuova vita e prega con il Padre nostro.
Quali gli aspetti imprescindibili per impostare un itinerario di catechesi degli adulti, degno di questo nome?
Nel promuovere la catechesi degli adulti è indispensabile innanzitutto rendersi conto dell’identità propria degli adulti e delle loro attuali condizioni di vita. La catechesi degli adulti, infatti, va impostata, almeno in certa misura, a partire dalle persone a cui è diretta: prima sono le persone!
La vita degli adulti è contrassegnata da molteplici responsabilità: nel lavoro, nel campo economico, nelle relazioni personali e sociali. Singolare è la loro responsabilità affettiva ed effettiva nei confronti della propria famiglia. Gli adulti sono chiamati a svolgere ruoli diversi che li espongono inevitabilmente a tensioni e problemi. Ma nell’attuale contesto sociale, pluralista e sottoposto ad una accelerata trasformazione, gli adulti sperimentano anche la propria impreparazione e la sproporzione che passa tra le urgenze della famiglia e della società e l’inadeguatezza delle loro energie e capacità; avvertono la complessità crescente dei problemi odierni e degli stessi mondi vitali in cui sono inseriti.
Nei confronti del messaggio cristiano gli adulti manifestano atteggiamenti diversi: di rifiuto o di adesione, di indifferenza o di risveglio religioso, di tradizione tranquilla o di inquietudine, di chiusura in una visione funzionalistica della vita o di apertura alla dimensione misterica, di passività o di impegno ... Essi, di solito, avvertono la necessità di alcuni riferimenti essenziali a sfondo religioso; ma tali riferimenti appaiono per lo più isolati e staccati dalla vita quotidiana.
Occorre che la catechesi aiuti gli adulti a riscoprire un modo «significativo» di vivere la fede oggi, in stretto rapporto con le loro situazioni di vita e con le loro esigenze di crescita personale e di responsabilità sociale.
Per promuovere una corretta catechesi degli adulti è necessario essere attenti anche alla vera identità della catechesi, ai suoi compiti e al carattere adulto che bisogna garantirne con cura. Capita troppo spesso, infatti, che si intraprendano con gli adulti iniziative pastorali che non meritano il nome di vera catechesi, oppure che non tengono conto in forma adeguata delle esigenze e attese proprie degli adulti del nostro tempo. E questo è fonte di insoddisfazione e di delusione. Come è stato già segnalato in preparazione al Convegno nazionale dei catechisti del 1992, «insieme a molte iniziative valide e promettenti, ci sono pure troppe forme di catechesi degli adulti infantilizzanti e deludenti» (UCN, Adulti nella fede, testimoni di carità, 31). Perciò è necessario non perdere di vista le finalità e gli obiettivi di un’autentica opera di catechesi con gli adulti.
Quando si parla di finalità e di obiettivi, si intende chiarire il modello di cristiano da promuovere e il tipo di comunità ecclesiale da costruire attraverso l’opera formativa della catechesi. Da più parti viene chiesto di ripensare in termini nuovi, senza comprometterne l’autenticità, l’identità cristiana per gli adulti di oggi, in modo da offrire un modo più convincente e attraente di essere cristiano.
La Chiesa e la società oggi hanno bisogno di credenti veramente adulti, dalla fede personalizzata e matura:
- fede personalizzata: cioè sostenuta da una scelta personale, da un atto di conversione, e quindi non conformista o di pura tradizione o socialmente imposta. Oggi è necessario che l’adesione a Gesù Cristo sia sostenuta da una vera esperienza personale di fede e di vita cristiana, che stia alla base della propria scelta religiosa;
- fede matura: una fede che cresce verso l’ideale della maturità e che quindi presuppone le caratteristiche proprie dell’adulto maturo: conoscenza dei contenuti e dei fondamenti della fede, attinti prima di tutto dalla Bibbia (cf. Dei verbum, n. 21), autonomia nelle proprie convinzioni, equilibrio psicologico, senso critico costruttivo, partecipazione responsabile e coerenza operativa.
La Chiesa oggi ha bisogno di credenti adulti responsabili e attivi, anzitutto all’interno della comunità ecclesiale di appartenenza, capaci perciò di «fare la verità nella carità» e di promuovere così la formazione di comunità cristiane adulte. Si auspica infatti la presenza di credenti meno individualisti e meno passivi, uomini e donne che, lungi dall’essere semplice oggetto delle cure pastorali, abbiano un forte senso della Chiesa, si sentano identificati con la Chiesa, soggetti attivi in essa, e quindi promotori di un modello più comunionale di comunità ecclesiale.
La società oggi ha bisogno di credenti adulti impegnati e attivi nel mondo, presenti responsabilmente in essa. È un aspetto che troppo spesso fa difetto o viene sottovalutato. L’esperienza infatti insegna che troppo frequentemente la catechesi degli adulti non aiuta i cristiani ad acquistare una coscienza sociale e di impegno responsabile nel mondo. C’è il pericolo e la tendenza ad accontentarsi di credenti devoti ed entusiasti, generosi e disponibili, ma chiusi nella sfera del privato e nell’ambito intra-ecclesiale. La catechesi deve formare e spingere verso l’impegno, la collaborazione e la partecipazione responsabile, nelle opere sociali, nella vita del quartiere, nella sfera culturale e politica, nella solidarietà effettiva con i poveri e gli emarginati.
La Chiesa e la società oggi hanno bisogno di credenti adulti, dalla fede contagiosa, missionaria, capaci di «dire la fede» nel mondo di oggi. Pensiamo a cristiani che, lungi dal chiudersi nel proprio mondo privato o dal sentir paura e vergognarsi della propria fede di fronte agli altri, siano invece portati a testimoniarla con semplicità e coraggio e a rendere ragione delle proprie scelte religiose, convinti che la prima carità è il dono della verità (cf. Evangelizzazione e testimonianza della carità, n. 1). Non sono cose di poco conto: presuppongono una capacità acquisita di accettazione del pluralismo, di dialogo culturale, di armonica integrazione tra fede e vita. Il lavoro catechetico con gli adulti, a proposito dei contenuti, richiede di tenere presenti anche le esigenze del modo adulto di presentare e formulare il messaggio cristiano: per esempio, l’aggiornamento teologico e biblico, l’obiettività storica, il dialogo con la scienza e la cultura, il superamento delle fughe «spiritualistiche» o «orizzontalistiche».
Anche per ciò che concerne la metodologia, la catechesi degli adulti deve saper rispettare le esigenze proprie della maturità: il metodo laboratorio può venire incontro a questa attesa non derogabile.
Maria Grazia Rasia
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