Verso la desiderata definitività dell'appartenenza
1.Voi che siete affaticati e oppressi.
Forse Gesù parla di affaticati e oppressi perché sa che la vita qualche volta stanca, di una stanchezza che non è solo fisica per il troppo lavoro, non è una stanchezza che passa con una notte tranquilla, non è una stanchezza che trova soluzione in un giorno di riposo.
La vita qualche volta stanca perché sembra di lavorare per niente, di seminare senza vedere germogli, di proporre senza trovare risposte, di affaticarsi e di essere sempre inadeguati alla missione ricevuta, la stanchezza della frustrazione.
La vita qualche volta stanca perché si ha l’impressione di incontrare ostacoli proprio là dove ti aspetteresti in un aiuto: ti stancano i collaboratori perché invece che di entusiasmo ti circondano di scetticismo e di resistenze, ti stancano le consorelle perché invece che di amicizia e comprensione ti danno messaggi di scontento, di invidia, di indifferenza, ti stanca la Chiesa, perché invece di essere giovane ti sembra vecchia, invece di essere santa ti sembra segnata da troppi peccati, ti stanca la gente, perché sembra che pretenda da te tutto, ogni genere di servizi e di prestazioni, tutto, eccetto quello che tu puoi dare, la testimonianza di una vita consegnata al Signore. La stanchezza del risentimento.
La vita qualche volta stanca per il peso delle tue inquietudini, delle ambizioni che non trovano adeguato compimento, di una immagine di te che non viene capita, di una femminilità che non riesce a esprimersi, di un disagio complessivo nei confronti della vita che resta indecifrabile. La stanchezza dell’umanità incompiuta.
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