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PROPOSIZIONE 36: DIMENSIONE SPIRITUALE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
L'agente principale dell'evangelizzazione è lo Spirito Santo, che apre i cuori e li converte a Dio. L'esperienza di incontrare il Signore Gesù, resa possibile dallo Spirito che ci introduce nella vita trinitaria, accolta in uno spirito di adorazione, di supplica e di lode, deve essere fondamentale in tutti gli aspetti della nuova evangelizzazione, che viene nutrita continuamente attraverso la preghiera, cominciando con la liturgia, in particolare l'Eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa. Di conseguenza, proponiamo che la preghiera venga incoraggiata ed insegnata sin dall'infanzia. I bambini e i giovani devono essere educati nella famiglia e nelle scuole a riconoscere la presenza di Dio nella loro vita, a lodarLo, a rendere grazie per i doni ricevuti da Lui e a chiedere allo Spirito Santo di guidarli.
S. Paolo nella lettera ai Romani (8,26-27) afferma: "Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio". Lo Spirito Santo, che fa nuove tutte le cose, fa nuova la cosa più importante di tutte che è la preghiera. La preghiera "nello Spirito" deve servire a rinnovare, nella Chiesa e in noi, soprattutto una cosa, e cioè il rapporto tra preghiera e azione, intendendo per "azione" ogni cosa che non sia la preghiera.
A volte si dice: "Prima si prega e poi si agisce", ma forse è meglio dire "Prima si prega e poi si fa ciò che è emerso dalla preghiera"! Per il dono del Battesimo, c'è in noi, come una vena segreta di preghiera, "un tesoro nascosto nel campo" del nostro cuore! Parlando di questa voce interiore dello Spirito, sant'Ignazio di Antiochia scriveva: "Sento in me un'acqua viva che mormora e dice "Vieni al Padre!". Questa vena interiore di preghiera, costituita dalla preghiera nello Spirito di Cristo in noi, rende viva e vera ogni altra forma di preghiera: quella di lode, quella di domanda, quella spontanea, quella liturgica. Soprattutto quella liturgica, il cui culmine è l'Eucaristia.
Quando noi preghiamo spontaneamente, con parole nostre, è lo Spirito che fa sua la nostra preghiera, ma quando preghiamo con le parole della Bibbia o della Liturgia, siamo noi che facciamo nostra la preghiera dello Spirito ed è cosa più sicura. Anche la preghiera silenziosa di contemplazione e di adorazione trova un incalcolabile giovamento a essere fatta nello Spirito. Questo è ciò che Gesù chiamava "adorare il Padre in Spirito e verità" (Gv 4,23).
Gli apostoli e i santi pregavano per sapere cosa fare e non semplicemente prima di fare una cosa. Occorre essere consapevoli che veramente è Dio che governa la Chiesa attraverso il suo Spirito, e che questi è l'artefice principale della missione ecclesiale e quindi della evangelizzazione. Sia Papa Benedetto XVI che Papa Francesco ci ricordano che la Chiesa non è nostra, ma è di Cristo e Lui dobbiamo seguire!
Occorre "restituire il potere a Dio". Occorre riporre la fiducia in Dio non in noi stessi. Anche se a volte può sembrare che tutto resti come prima e che nessuna risposta evidente sia scaturita dalla preghiera, non è assolutamente vero. Con la preghiera, la questione è stata presentata a Dio, rimessa, per così dire, nelle sue mani; ci si è spogliati del proprio punto di vista, dei propri interessi: qualsiasi decisione si prenderà, sarà quella giusta davanti a Dio. Tanto maggiore è il tempo che si dedica alla preghiera, a proposito di un problema, tanto minore sarà poi il tempo che occorrerà per risolverlo. Per Gesù, pregare e agire non erano due cose separate. Pregava sempre e faceva sempre la volontà del Padre.
La Chiesa non è una barca a remi che avanza per la forza e la destrezza delle braccia di chi vi sta dentro, ma è una barca a vela che avanza per il vento che la spinge "dall'alto", quel vento di cui nessuno sa di dove viene né dove va (cfr Gv 3,8) e che si raccoglie con la vela della preghiera, ma che ha una direzione certa quella di Cristo Risorto il Signore della storia.
S. Caterina da Siena pregava così: "O dolcissimo Amore, tu vedesti in te le necessità della Santa Chiesa e le hai apprestato il rimedio che le bisogna; esso è la preghiera dei tuoi servi, dei quali tu vuoi che si faccia un muro, con il quale sostenere il muro della Santa Chiesa. Sono quei servi ai quali la clemenza del tuo Spirito Santo infonde infuocati desideri per la riforma della stessa Chiesa" (Orazione VII).
Preghiamo anche noi così, perché lo Spirito Santo faccia di ciascuno di noi una "pietra viva", per costruire un muro di preghiera che sempre si eleva per sorreggere e proteggere la Chiesa che ha il mandato di annunciare Gesù Risorto, salvatore di tutti gli uomini.
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