Ingressi 5 - Dio entra nella sofferenza
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Ritornando con il pensiero al momento in cui mi è stato comunicato che Andrea era morto in modo così tragico ed improvviso ho subito pensato “ Ma cos’altro vuoi, Signore, da questa famiglia? Perché li stai provando in questo modo?”.
Con mia cugina non ci sentiamo in modo frequente, ma la sua famiglia è sempre presente nelle nostre preghiere (mie e della mia famiglia) e attraverso i racconti della zia abbiamo sempre seguito l’evolversi della malattia di Luca e Gabriele, tenacemente ed ostinatamente attaccati alla vita nonostante le limitazioni imposte dalla distrofia muscolare di cui soffrono entrambi.
Luca è riuscito a seguire un corso per diventare cuoco ed ha trovato anche un lavoro, di cui va particolarmente fiero. Andrea e Maria Grazia si sono sempre presi amorevolmente cura dei loro fratelli, affiancando mamma e papà nel faticoso compito di assistenza nei confronti di Luca e Gabriele.
Se li sono portati a spasso per il mondo in tante vacanze con i loro amici.
Spesso mi sono chiesta come mai Andrea fosse stato preservato dalla malattia che aveva colpito i fratelli ed ero giunta alla conclusione che probabilmente il suo sostegno era necessario alla famiglia. Adesso capisco che Dio lo aveva scelto per qualcosa di molto più grande, anche se facciamo fatica a comprenderne la ragione.
Durante il funerale mia cugina diceva a mia zia “ Hai visto in quanti siamo qui a salutarlo? “ “Si, ma lui non c’è” Ha risposto la zia e mia cugina “ C’è in un altro modo”
Di questo sono profondamente convinta, non è un modo di dire! Adesso può sostenere ed accompagnare la sua famiglia in un altro modo.
Sempre durante il funerale ho avuto chiara la percezione che tutta la famiglia fosse al centro di un grande abbraccio, c’era dolore, ma anche tanta fede e tanta speranza.
Avrebbero avuto tutte le ragioni per essere disperati eppure, nonostante la sofferenza, si toccava con mano la fiducia in Qualcuno di più grande.
Al termine della celebrazione eucaristica mia cugina ringraziava il Signore per averle permesso di godere della compagnia di Andrea per ventinove anni e si diceva “onorata di essere stata la sua mamma”, ma capiva che non era “suo”.
Questa famiglia è stata toccata dal dolore e profondamente provata, ma l’amore che li lega , il sostegno e la preghiera di tante persone, insieme con la loro forte fede, dà loro la forza di andare avanti.
Dicevo all’inizio che con mia cugina non ci sentiamo spesso, ma ogni volta che ci capita di vederci o di sentirci lei mi ripete questa frase “Prega per la mia famiglia”, questo, credo, sia ciò che la sostenga in mezzo alla fatica e alla sofferenza.
Daniela Rovescalli, Ausiliaria Diocesana dal 1991,
svolge il suo servizio pastorale nella Parrocchia S. Carlo di Sesto San Giovanni
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