Ingressi 6 - Dio entra nella carne
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Nel giorno in cui la Chiesa Ambrosiana celebra il mistero dell’ Incarnazione, mi piace riprendere un testo di Sartre, un pensatore sedicente ateo dell'esistenzialismo del '900, che davanti all’icona di Maria con il Figlio tra le braccia scrive di Lei: Lo guarda e pensa: «Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. È Dio e mi assomiglia». E poi continua, parlando del Figlio: «Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive».
Non aggiungo parole a commento del mistero, se non una considerazione su un fenomeno attuale che forse, imprevedibilmente, ci permette di ricomporre un sorriso sulla tragedia del mondo e di non lasciarci rubare la speranza, come ama dire Papa Francesco.
I sociologi, analizzando il fenomeno del protrarsi dell’età adolescenziale-giovanile, dicono che oggi una persona non approda all’età adulta perché non vuole o non può compiere scelte definitive di vita, al punto che il suo primo vissuto che sarà per sempre corrisponde spesso al diventare genitore.
Una realtà preoccupante e paradossale che svela il dramma di tanti uomini e donne che mettono al mondo figli senza prima essersi mai misurati sulla durata delle responsabilità, ma anche una realtà che, per contro, non smette di stupire.
Rimane un grande mistero infatti, riconoscere che, ancora oggi, quando diventi genitore lo sei poi per sempre.
In un mondo dove le relazioni e le cose durano poco e non vengono più riparate e dove anche gli impegni lavorativi e il legame matrimoniale hanno perso di stabilità, il per sempre rimane lì, dove la vita ha inizio nel buio, e poi viene alla luce.
La Parola della Vita si fa carne, ancora.
Ancora Dio, il Dio di Gesù, non parla con voce di cielo e di tuono, ma parla la lingua della terra e degli infanti. Dio parla in ogni figlio che nasce e che rende un uomo e una donna, per quanto fragili, genitori per sempre e quindi partecipi dell’Eternità.
Daniela Mapelli, ausiliaria diocesana da 1997, attualmente svolge il suo servizio pastorale nella città di Limbiate
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