QUARESIMA V - Straniero, mi avete accolto
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Questa estate Mariaregina ha collaborato, per la Casa della Carità, con Matilde e Lorenzo all'accoglienza dei migranti a Bruzzano, periferia nord di Milano. La coppia di sposi ha dedicato il tempo delle proprie vacanze estive a questa opera della misericordia.
Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere,
ero straniero e mi avete accolto,
nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato,
ero carcerato e siete venuti a trovarmi (Mt 25, 35-36)
Quante volte abbiamo letto o ascoltato queste parole. E quante volte abbiamo avuto paura di metterle in pratica; per inadeguatezza, perché non ci siamo sentiti pronti, per indifferenza o semplicemente per delegare ad altri la soluzione dei problemi. Questa estate, con un po’ di incoscienza e tanta fiducia nel Signore, abbiamo scelto con i nostri sacerdoti, un gruppo consistente di volontari e il supporto della Casa della Carità di fare nostre queste parole del Vangelo e di aprire le porte del nostro oratorio, ma prima di tutto del nostro cuore, all’accoglienza di migranti provenienti da diversi paesi, dove la guerra, la fame, le persecuzioni, le ingiustizie e la morte, non lasciano alcuna alternativa se non la fuga. Accogliere è innanzitutto aprirsi alla parola di Dio e farla diventare vita reale e concreta; accettare la sfida del vangelo è sperimentare che la misericordia può diventare lo stile delle nostre relazioni.
Con i migranti che sono rimasti in Italia siamo ancora in contatto tramite i social network.
Certo lo sforzo è stato notevole, ma la preghiera personale e comunitaria, ci ha dato la forza di andare avanti e di vivere questi giorni al fianco di chi in questo momento chiede solo di essere aiutato.
Sono stati utilizzati gli spazi dell’oratorio e ognuno di noi ha messo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze, in totale gratuità.
E’ stata anche realizzata una “Scuola di Italiano”, che ha fornito ai migranti i primi rudimenti della nostra lingua per potersi far capire nei loro bisogni essenziali.
Siamo stati aiutati quotidianamente anche da alcuni detenuti del carcere di Bollate, che hanno potuto condividere con noi il clima e le emozioni di questa estate.
Abbiamo passato con questi nostri fratelli, 39 giorni. Sono state 39 pagine di Vangelo vissute con loro. Da questa esperienza tutta la comunità ha tratto beneficio e si è rafforzata.
Un’ultima riflessione: Gesù invita i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, sfidando le insidie delle acque e della tempesta.
Matilde e Lorenzo
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