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QUARESIMA: La situazione è occasione/4. Le invidie e le critiche

Guardo e ascolto questi versetti della Passione: «I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.  Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi» (Mc 14,55-56).

Mi colpisce il contesto assembleare nel quale avviene la scena: Gesù viene condotto nel Sinedrio, luogo, per eccellenza, deputato alla causa della verità e del parlare giusto. Non mi sorprende che l’accusa cerchi prove per sostenere il suo punto di vista, sono, viceversa, “molti” ad attirare la mia attenzione. Desiderano portare tutti nell’errore, alterando la realtà e raccontando fatti che non esistono, grazie al ricamo ad arte di parole cariche di opposizione. Non a caso il Vangelo ci ricorda che le testimonianze “non erano uguali”, potremmo anche dire che le testimonianze non erano pianeconcordanti verso quella verità che intendevano sostenere. Tutti però conosciamo la decisione del Sinedrio: La Parola-Gesù “Io Sono” è stata valutata rea di morte. Il cuore di Dio è stato pubblicamente crocifisso dal parlare sordo e cieco dei molti e dall’incredulità dei saggi al di sopra di ogni sospetto.

Nella vita quotidiana, nella condivisione di relazioni amicali, familiari e comunitarie non mancano zone grigie in cui la parola vera è messa a dura prova da critiche, logiche di interessi, fatiche, insoddisfazioni, delusioni e prove, dolori o velleità che ci oscurano completamente lo sguardo e il cuore. Come duemila anni fa la parola vera risuona in un silenzio crocifisso: ho in mente volti precisi, capaci di attendere così il “terzo giorno”, nomi e sguardi tenacemente illuminati dalla verità, pur dentro contraddizioni e falsità. Ogni tempo e ogni vicenda umana ha a che fare con le proprie e altrui fake news, ben organizzate e strutturate su basi critiche e distorte. Quanto è ancora necessario affinare l’ascolto del vero! E quanto è vero che questo affinare è segno della Pasqua di Gesù. La verità, infatti, non è figlia della fretta ma si nutre della paziente ricerca dei semi di vita; è voce di silenzio perché eco di chi ha il cammino nel cuore, proprio lì dov’è screditato e imbavagliato; è anticipo di comunione nella solitudine, perché cresce generosamente per tutti all’ombra di tanti se e ma

Chiediamo in dono il desiderio di entrare in questo dinamismo e sarà la Pasqua delle parole vere tra di noi, chiamati tutti a vivere oggi quella comunione di Gesù proclamata per noi e con noi nei Sinedri di tutti i tempi.

                                                                                                                                                              Paola Vitali

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