NEL SABATO SANTO DELLA STORIA/4
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C’è una seconda consolazione che ci viene indicata da Maria nel suo sabato santo, la consolazione del cuore.
È la consolazione che nasce dalla speranza, la virtù teologale della speranza. Non si tratta dell’augurio che ciascuno si può fare che le cose vadano bene: “speriamo…”. Si tratta di vivere in profondità “la pazienza e la perseveranza … le virtù di chi attende, di chi ancora non vede eppure continua a sperare”. Esse sono fondate sulle parole di Gesù: con la vostra perseveranza salverete le vostre anime (Lc 21,19)
Maria non può che aver vissuto così quel sabato santo, perché, ci ricorda Martini, per tutta la sua vita ha “imparato ad attendere e a sperare”. Ha infatti “atteso con fiducia la nascita del figlio, perseverato nel credere alla parola dell'angelo anche nei tempi lunghi in cui non capitava niente, ha sperato contro ogni speranza sotto la croce e fino al sepolcro”. Non può dunque che aver “vissuto il sabato santo infondendo fiducia ai discepoli smarriti e delusi”.
È la consolazione che nasce dalla speranza, la virtù teologale della speranza. Non si tratta dell’augurio che ciascuno si può fare che le cose vadano bene: “speriamo…”. Si tratta di vivere in profondità “la pazienza e la perseveranza … le virtù di chi attende, di chi ancora non vede eppure continua a sperare”. Esse sono fondate sulle parole di Gesù: con la vostra perseveranza salverete le vostre anime (Lc 21,19)
Maria non può che aver vissuto così quel sabato santo, perché, ci ricorda Martini, per tutta la sua vita ha “imparato ad attendere e a sperare”. Ha infatti “atteso con fiducia la nascita del figlio, perseverato nel credere alla parola dell'angelo anche nei tempi lunghi in cui non capitava niente, ha sperato contro ogni speranza sotto la croce e fino al sepolcro”. Non può dunque che aver “vissuto il sabato santo infondendo fiducia ai discepoli smarriti e delusi”.
Ecco perché possiamo chiedere a lei che ottenga per noi “la consolazione della speranza, la consolazione del cuore”. Si tratta di una “grazia che tocca gli affetti più profondi e li sostiene nell'aderire alla promessa di Dio vincendo la delusione e l'impazienza: quando il Signore sembra in ritardo nell'adempimento delle sue promesse questa grazia ci permette di resistere nella speranza e di non venir meno nell'attesa”. E Martini ci ricorda che si tratta della “speranza viva di cui parlava l'apostolo Pietro”, “la speranza contro ogni speranza di cui scrive Paolo riferendosi ad Abramo”.
Maria interceda per noi, che in questo sabato della storia siamo magari tentati di scoraggiarci, di lasciarci prendere dalla delusione perché la prova è troppo grande. Ci rassicuri che suo Figlio ha immensa misericordia di tutti noi e non vuole che ci perdiamo. Perciò ci viene incontro, come ai due di Emmaus e, se lo vogliamo, ha ancora una parola che può scaldare il cuore e tenere accesa la speranza nel buio che sembra prevalere.
Allora con Martini chiediamo: “Intercedi per noi affinché viviamo in questo tempo con la certezza che il disegno di Dio sul mondo si compirà e noi potremo contemplare con gioia la gloria del Risorto, gloria che è già presente, pur se in maniera velata, nel mistero della storia".
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