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1. Dal documento firmato ad Abu Dhabi all'enciclica Fratelli tutti

ft1Da oggi vogliamo metterci in ascolto dell'Enciclica Fratelli tutti rileggendo la nostra vocazione a partire dalla prospettiva proposta dal Papa. Lo faremo attraverso riflessioni e testimonianze di alcune Ausiliarie. Inizia qui la prima parte dell'itinerario:
  • 24 gennaio: dalla Dichiarazione sulla Fratellanza umana all'enciclica Fratelli tutti
  • 31 gennaio: Fraternità senza confini: chiamate a essere per tutti
  • 7 febbraio: Fraternità come relazioni gratuite: l’ordinarietà della vita 
  • 14 febbraio: Fraternità per generare e pensare un mondo aperto: il dono della Risurrezione 

«Le questioni legate alla fraternità e all’amicizia sociale sono sempre state tra le mie «preoccupazioni», dichiara il papa Francesco all’inizio dell’Enciclica. Il momento significativo che ha segnato una svolta in tale direzione è stato nel febbraio del 2019 ad Abu Dhabi, quando papa Francesco e Ahmad al-Tayyeb, Grande Imam della moschea-università Al-Azhar del Cairo, hanno presentato e firmato la Dichiarazione sulla Fratellanza umana. In continuità con il Documento, Fratelli tutti si apre con l’episodio della visita di San Francesco al Sultano Malik al-Kamil di cui si è celebrato l’anno scorso l’ottocentesimo anniversario e si chiude con un richiamo alla figura di Charles de Foucauld (1858-1916), che immergendosi tra i musulmani d’Algeria, maturò la sua vocazione di «fratello universale».

L’Enciclica raccoglie e riprende molti dei temi sviluppati nel Documento di Abu Dhabi, in particolare che Dio ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, valorizzando il concetto di amicizia sociale per tutti gli uomini e le donne di questo tempo e facendo della fraternità quel principio unificante che l’epoca della globalizzazione si è illusa di poter garantire.

Lontano da alcune opinioni che la riducono a un attacco nei confronti di un certo modo di fare politica, l’Enciclica, a partire da uno sguardo profondo sul tempo attuale che stiamo vivendo, sottolinea l’urgenza e la necessità di avviare processi per far sì che la coscienza sociale evolva verso la dimensione della fraternità; ciò implica difendere la dignità umana, lottare contro le disuguaglianze, accogliere gli stranieri, rendere universali i diritti umani che esistono solo per una minoranza, combattere un modo di pensare per cui è legittimo che qualcuno possa restare indietro. L’invito è quello di ricostruire legami sociali e comunità accoglienti e inclusive, a misura delle persone, anche di chi non ce la fa, e dove nessuno si salva da solo. 
In continuità con il magistero degli ultimi 50 anni, si parla infatti di «amore politico», riprendendo le parole di Paolo VI che definiva la politica «la più alta forma di carità» possibile soltanto se capaci di leggere bene i segni dei tempi, di assumere uno sguardo profondo sulla storia di oggi e nuovo verso l’altro che ci è accanto. L’Enciclica propone alcuni criteri interpretativi, attraverso i quali ci invita ad un atteggiamento di prossimità verso tutti gli esseri umani e ad agire per il bene comune.  
Al cuore di questo testo c’è un’icona evangelica illuminante, in cui risuona con forza l’appello all’amore fraterno; è la storia di quell’uomo lasciato ferito a terra, vittima della violenza di alcuni e dell’indifferenza di altri, ma per fortuna anche richiamo all’attenzione di un tale che si ferma per curare le sue ferite. La domanda che Papa Francesco pone ci interpella profondamente: Ci chineremo per toccare e curare le ferite degli altri? Ci chineremo per caricarci sulle spalle gli uni e gli altri? A ciascuno rispondere a quella che si presenta come la sfida di oggi, in cui si gioca la nostra libertà, la nostra possibilità di vivere l’Amore. 

Giusy Valentini, Beata Vergine Assunta in Bruzzano, Dialogo ecumenico e interreligioso


PER ASCOLTARE L'ENCICLICA, proposta da Radio Vaticana, clicca sui link: PRIMA PUNTATA - SECONDA PUNTATA - TERZA PUNTATA

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