LA GIOIA DELL'AMORE: L’esperienza dei Gruppi Familiari alla luce dell’Amoris Laetitia
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Focus: l’amore in famiglia, come recita il sottotitolo. Quindi non una riproposizione della dottrina sul matrimonio e la famiglia ma l’esplorazione delle diverse facce dell’amore nel tessuto della vita di coppia e di famiglia.
Certo: parametro della “qualità” dell’amore resta Gesù ma la logica di un entusiasmante e insieme difficile discepolato è ciò che più traspare e affascina di questo testo.
È la vita ad essere al centro. E non la vita di una famiglia ideale ma quella normale delle nostre famiglie (anche le più… “sgarruppate”!) che desiderano e faticosamente cercano strade di “vita buona”.
Nella mia esperienza coi gruppi familiari ho sempre incontrato la volontà delle coppie partecipanti di “aprire”: aprirsi alla presenza di coppie (spesso amiche) anzidette “irregolari” che avevano il desiderio di condividere e di camminare insieme, magari anche esplicitamente alla scoperta del significato e del valore del matrimonio in Gesù e nella Chiesa.
Certo: parametro della “qualità” dell’amore resta Gesù ma la logica di un entusiasmante e insieme difficile discepolato è ciò che più traspare e affascina di questo testo.
È la vita ad essere al centro. E non la vita di una famiglia ideale ma quella normale delle nostre famiglie (anche le più… “sgarruppate”!) che desiderano e faticosamente cercano strade di “vita buona”.
Nella mia esperienza coi gruppi familiari ho sempre incontrato la volontà delle coppie partecipanti di “aprire”: aprirsi alla presenza di coppie (spesso amiche) anzidette “irregolari” che avevano il desiderio di condividere e di camminare insieme, magari anche esplicitamente alla scoperta del significato e del valore del matrimonio in Gesù e nella Chiesa.
Sì, perché solo l’amore salva! Certo: Dio ne è la sorgente e il sacramento del matrimonio è fonte di grazia. Ma l’amore, dovunque si esprime nella “forma” dell’amore di Gesù, viene da Dio. E l’amore è dinamico: si dà in un percorso di slanci e défaillances, di (spesso apparenti) battute di “arresto”, che non ne impediscono necessariamente la crescita. Bisogna “smettere di pretendere dalle relazioni personali una perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo”; perciò è opportuno imparare ad “accettare con semplicità che tutti siamo una complessa combinazione di luci ed ombre” (A.L. 325 e 113). Sono parole che consolano, che spingono ad aprire il cuore, senza vergogna, senza il timore di non essere “all’altezza” e, quando questo succede in un gruppo familiare, ne scaturisce una grande ricchezza in termini di esperienze condivise, di sofferenze portate insieme e meglio “metabolizzate”, di ferite portate alla luce che iniziano o accelerano processi di guarigione…
È la forza del “gruppo”, piccola comunità che si confronta col Vangelo e se ne lascia “interpretare” e incoraggiare, crescendo così nella capacità di amare.
È proprio a partire dalla famiglia, cellula fondamentale della società e della Chiesa, che papa Francesco pone il dialogo come “chiave” che permette alle relazioni di maturare: un’arte preziosa ma anche molto faticosa -nella Fratelli Tutti poi indicata come cuore pulsante di ogni relazione- da apprendere ed esercitare senza stancarsi.
Il gruppo familiare costituisce una preziosa opportunità in questo senso: custodisce e promuove il dialogo nella coppia, riservando ad essa tempo e spazio, e il dialogo tra le coppie.
È davvero una grazia per me vedere come, abbastanza spesso, accade che l’opportunità offerta di un tempo dedicato al dialogo nella coppia, dopo un semplice spunto di riflessione, e una successiva condivisione libera e fiduciosa in quel potente “contenitore” che è il gruppo, permettano lo “sciogliersi” progressivo di espressioni indurite dei volti e un nuovo trasparire della gioia dell’amore.
L’amore cresce e si “trasforma”, non è mai uguale a se stesso, soprattutto in relazione alla diverse fasi della vita di coppia e al deciso prolungarsi dell’età della vita.
Nella mia esperienza ho seguito molti gruppi di coppie “giovani” e qualche gruppo di coppie “mature”: soprattutto per quelle più giovani non è sempre facile accettare le “trasformazioni” dell’amore e abbandonare definitivamente il mito dell’ “amore romantico”. “Non possiamo prometterci di avere gli stessi sentimenti per tutta la vita. Ma possiamo certamente avere un progetto comune stabile, impegnarci ad amarci e a vivere uniti finché la morte non ci separi, e vivere sempre una ricca intimità” (A.L. 163). Aiutare a leggere con realismo queste trasformazioni, ad interpretarle positivamente (come altre “facce” dell’amore) e accompagnarle è uno dei compiti più preziosi del gruppo familiare.
Credo che la “centratura” sulla coppia sia una prospettiva da non abbandonare mai, anche quando si affrontano temi legati alla genitorialità: solo insieme si può vivere al meglio il compito educativo e si possono affrontare al meglio difficoltà e crisi in rapporto ai figli.
Una scoperta sorprendente: ciò che può illuminare ed orientare l’esperienza della vita di coppia e di famiglia è ciò che sempre illumina, genera e rigenera continuamente vita: la Parola di Dio.
Insieme si scopre – spesso con sorpresa - che la Bibbia “è popolata da famiglie, da generazioni, da storie d’amore e di crisi familiari” (A.L. 8): non offre un quadretto ideale ed astratto di famiglia ma fa chiaramente percepire che l’amore in famiglia è un compito “artigianale” (A.L. 16) che richiede capacità di “tenerezza” (cf A.L. 28), altri termini che entreranno nel lessico abituale di papa Francesco.
E’ difficile abbattere l’idea, ampiamente diffusa che, chi si accosta e accetta di confrontarsi con la Bibbia è sollecitato ipso facto ad aderire ad un “ideale” difficilmente raggiungibile! Riscoprire un volto di Dio che non si spaventa delle nostre fragilità e debolezze ma ne fa opportunità per rivelare il suo amore e per invitarci a gustare e a camminare nell’amore, infonde alla vita una gioia che non ha prezzo.
Mitzi Mari, Parrocchia S. Curato d’Ars
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