3 - LA (STRA)ORDINARIA ATTESA di libertà
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Tra i tanti e differenti incontri che si vivono in Casa della Carità, da qualche anno ne abbiamo vissuti di inediti: cinesi convertiti al cristianesimo che riescono a fuggire da un regime che nega ancora la libertà religiosa e chiedono protezione al nostro Paese. Tra queste, raccogliamo la testimonianza della giovanissima Michela (nome di fantasia).
Sono una cristiana proveniente dalla Cina. Anche se la Cina è un grande paese, non c’è un posto dove i cristiani possano vivere in sicurezza. Da parte del partito comunista cinese, molti cristiani sono arrestati e perseguitati in modo brutale. Di conseguenza, molti cristiani sono costretti a lasciare le loro case e a vivere una vita in fuga, di città in città, per sfuggire agli arresti, fino a decidere di abbandonare il Paese e le loro famiglie. Io sono una di loro. Grazie al Signore, sono riuscita ad arrivare in Italia, dove c’è libertà di fede e ci sono chiese ovunque. Ringrazio il Signore di essere arrivata in un Paese così buono.
Per questo, non mi aspettavo che la commissione rigettasse la mia domanda di asilo politico: non avevano creduto alla mia storia di persecuzione! Ho ricevuto, così, una lettera di rimpatrio. Volevo solo vivere come una persona normale, essere libera di credere in Dio e leggere la Parola di Dio. Perché è così difficile realizzare quest’unico desiderio?
Dio, però, conosceva i miei bisogni: con l’aiuto di alcune brave persone ho trovato un avvocato che mi ha aiutato nel ricorso e così ho visto un po’ di speranza. Ma ero ancora preoccupata che anche l’appello venisse rifiutato. Così ero triste e piangevo, e perdevo fiducia nella vita.
La Parola del Signore, però, mi ha dato fiducia: ciò che è impossibile agli uomini, è possibile per Dio, perché Dio è onnipotente. La Parola del Signore mi ha dato fiducia. Credo che Lui sia con me e mi guida; Lui è il mio sostegno, è lì per me.
Ancora una volta ho trovato delle persone che mi hanno accolto e aiutato per il ricorso, nonostante io fossi senza permesso, considerata una presenza illegale e pericolosa. Ero così commossa ed emozionata nel mio cuore, non pensavo che potessero essere così gentili con me.
Ho sentito che il Signore è davvero onnipotente e che quando sono delusa, mi apre una via d’uscita e mi dà speranza.
Ora ho un permesso, ma la mia udienza non ha avuto successo e sono ancora in attesa dell’appello; la differenza è che ho una certa fede e credo che Dio mi farà andare avanti.
Signore, insegnaci
ad ascoltare le attese di giustizia e di libertà di tanti oppressi
e a sentirci responsabili nella costruzione di un mondo
dove siano rispettati i diritti di ogni uomo e donna
Cristina Viganò
Casa della Carità, Milano
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