ATtratti DALLA SALVEZZA: la donna del profumo
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La liturgia della Domenica delle Palme ci propone il racconto dell’unzione di Betania (Gv 11,55-12,11). L’evangelista Giovanni sottolinea fortemente il contesto pasquale di questo episodio: «Era vicina la Pasqua dei Giudei» (11,55), «Sei giorni prima della Pasqua…» (12,1). Su questo sfondo, a Betania (“casa del povero”), si colloca il gesto profetico di Maria, sorella di Lazzaro. La troviamo ancora una volta nella sua posizione preferita: silenziosa, ai piedi di Gesù.
Così la ritrae anche Padre Ivan Rupnik nella splendida Cappella Redemptoris Mater (prima opera musiva di questo autore), collocata all’interno del Palazzo Apostolico in Vaticano.
La donna avvolge con gesto delicato il piede di Gesù con i suoi capelli, asciugandolo dall’eccesso di profumo e forse dalle sue lacrime, anche quelle profezia di un distacco imminente; accanto a lei il vasetto vuoto e spezzato che conteneva il nardo (cfr. Mc 14,3b). Al tavolo due discepoli: uno stringe a sé un sacchetto di monete (l’interessato Giuda che teneva la cassa, ci informa Giovanni), l’altro con una mano si batte il petto e con l’altro braccio si protende verso Gesù: è detta così la lotta continua tra rifiuto e accoglienza del vangelo, tra chi pensa di guadagnare il mondo intero, e chi perde la propria vita per Gesù e per il Vangelo, ma in realtà la riceve in dono.
Interessante è guardare nell’insieme l’enorme mosaico: al capo opposto della parete troviamo l’altro lato del tavolo. Qui è Gesù stesso ad essere specularmente nella stessa posizione della donna, chino a lavare i piedi dei discepoli. La sua veste di un rosso acceso ci racconta di un Dio che si abbassa, si fa servo.
Da questa mensa, da entrambi i lati, un unico messaggio: ciò che resta è l’Amore (1Cor 13).
Al centro della parete è raffigurata la discesa agli Inferi, compimento della Redenzione.
Maria, forse, ha compreso più di altri l’annuncio dell’imminente Passione e corrisponde così, con un gesto esagerato e sconveniente agli occhi dei più, al dono della vita del Maestro e Signore. È un profumo intensissimo quello del nardo, persistente. Mi piace pensare che quel profumo abbia accompagnato Gesù fino alla croce, che sia stato memoria consolante di quell’affetto espresso con delicatezza e generosità sconfinata; ma mi piace pure pensare che anche i capelli e le mani di Maria siano rimasti intrisi di quell’aroma per molto tempo: avrà avuto lo stesso profumo di Cristo, il profumo dell’Amore e della Speranza.
Il Signore ci aiuti a spandere in casa e nel mondo il buon profumo di Cristo.
Profumo nella casa, la comunione.
Profumo nel mondo, la speranza. (don Tonino Bello)
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