PREGHIERE IN PROSA: la prima comunità cristiana - La preghiera per l'azione
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Esiste un legame tra la preghiera e l’azione, tra la preghiera e i gesti della vita, soprattutto di quella di chi, come cristiano, è chiamato a “far vedere” la persona stessa di Gesù, il suo messaggio di vita nuova?
La prima comunità cristiana ci testimonia, in modo molto concreto, non solo che ciò è possibile, ma soprattutto come questo sia possibile e ce lo testimonia in un momento di particolare difficoltà e pericolo. A Pietro e Giovanni, arrestati per aver proclamano Gesù Cristo e aver apertamente accusato i capi religiosi di essere colpevoli della sua uccisione, viene severamente proibito di non predicare più nel nome di Gesù. Come reagisce la comunità? Come questi cristiani affrontano la situazione? «All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi…».
La prima cosa che fanno non è lasciarsi sopraffare da risentimento, rabbia o lamento, preoccupazione, ma mettersi con grande fiducia insieme in preghiera davanti a Dio.
Quando poi iniziano la preghiera non presentano prima di tutto il loro problema a Dio chiedendogli di liberarli dalla difficoltà che stanno vivendo, ma aprono il loro cuore alla lode riconoscendolo Signore e sovrano di tutto.
Suggerimento molto bello e prezioso per una autentica preghiera: riconoscere soprattutto nelle situazioni impegnative che Dio è il Signore aiuta a non focalizzare l’attenzione sulla grandezza delle difficoltà, ma sulla grandezza di Dio che è al di sopra di tutte le circostanze e preoccupazioni che possono appesantire il cuore e in questa fiducia la mente e il cuore possono ritrovare la serenità e la pace.
Infine, solo dopo aver riconosciuto la sua sovranità mettono davanti a Dio la loro situazione: “…Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza, stendendo la tua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi nel nome del tuo santo Figlio Gesù".
Colpisce che nella loro preghiera non chiedono una vita tranquilla, senza problemi, ma di poter annunciare la Parola di Dio con franchezza e dargli gloria: questo è il vero grande desiderio che anima la vita e quindi la preghiera della comunità. E così vengono riempiti di Spirito Santo e sono resi capaci di compiere quanto non sarebbe stato possibile con le loro semplici forze umane.
Ricordare che Dio ha in mano la nostra vita, anche se non sempre siamo in grado di comprendere, ci aiuta ad affrontare le situazioni con pace e coraggio confidando nella sua vicinanza di Buon Pastore che guida, accompagna e fa “cose grandi” anche attraverso la nostra piccolezza.
Lucia Monti
Parrocchia S. Carlo, Sesto San Giovanni
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