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AVVENTO/3: sperare con Gandhi

gandhi“Ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci”
Verrebbe spontanea questa domanda: “Ma come è possibile essere pronti all’azione di Dio senza conoscerlo?” Isaia, con la Sua Parola, dà una risposta che apre il cuore alla speranza: Dio, nella Sua fantasia e libertà non ha timore di visitare e operare nella storia anche attraverso la vita e l’azione di chi non lo conosce, come Ciro, re di Persia un re pagano, che diventa Suo strumento per liberare il popolo di Israele in esilio e permettendogli di ritornare in patria.
Vengono alla mente le parole di Gesù che, a chi gli dice di non averlo conosciuto risponde: “Ogni volta che avete fatto qualcosa a uno dei miei fratelli più piccoli “l’avete fatto a me”.
Basta avere un cuore capace di gesti, prossimità e solidarietà per essere strumenti del passaggio e della vicinanza di Dio.
Così come Gandhi, leader del movimento dell’indipendenza dell’India, fondatore della “non violenza”, una strategia di lotta che, escludendo l’uso della violenza, ha incarnato il valore evangelico della “mitezza” e della vera umiltà.
La Parola di Dio e la testimonianza di Gandhi ci invitano allora, soprattutto in questo tempo di avvento, a tenere gli occhi e il cuore aperto per riconoscere le visite del Signore proprio nelle situazioni e nelle persone che mai immagineremmo. Sì, perché lo Spirito chiede di non essere imprigionato, ma di lasciarlo libero di muoversi attraverso vie che solo occhi e cuore aperti sono in grado di riconoscere.

Lucia Monti

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