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AVVENTO/4: sperare con una quindicenne della Vela Rossa di Scampia

ScampiaI frutti rigogliosi della profezia che leggiamo in questa IV Domenica dell’Avvento ambrosiano (Is 4, 2-5) mi riportano alle parole turbate e tenaci di una ragazza della Vela Rossa di Scampia, scritte a mano, in stampatello e pubblicate su “Il Mattino di Napoli”, giovedì 3 ottobre 2024.
Tra i quadretti del foglio, forse strappato da un quaderno, i pensieri si diramano e si fanno spazio, forti di una consapevolezza profonda: quella di chi si accorge che la storia, la terra e i suoi abitanti, nonostante tutto, hanno in sé la potente promessa dell’Amore. 
“… Sono una ragazza delle Vele, per essere precisi della Vela Rossa…Sono della 167 di Scampia un quartiere che viene visto come degradato, sporco e con una cattiva reputazione. Ma di Scampia parlano di come appare, mai di come è e mai dei suoi abitanti che hanno un cuore d’oro.  Qui c’è molta attenzione nei confronti dei bambini che godono di attenzione e protezione e la famiglia è fondamentale. Quando qualcuno ha bisogno ci si mette a disposizione per tutto e per tutti.
La vita ha scelto per me un destino poco piacevole: tra qualche mese verrò sgomberata e per me resteranno solo i ricordi belli e brutti della nostra casa…
Sono una ragazza delle Vele e per precisare della Vela Rossa e ne sono fiera, anche se c’è ancora chi giudica le persone per il posto in cui vivono: non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.
La mia casa non è solo un luogo, è parte di me, delle mie radici, di chi sono e di chi sarò.
Io sono una ragazza della Vela Rossa e, ovunque andrò, porterò con me l’orgoglio di chi non si arrende mai.”
Quando pare non si abbiano altri frutti da offrire che le macerie della vita rovinosa e travagliata, è promettente che qualcuno abbia la forza di vivere tutto questo come motivo di orgoglio, dopo aver compreso che il vero frutto della vita è ciò che si è e che si riuscirà ad essere. 
Riflessioni sorprendenti, davvero assimilabili alle Parole di Isaia che prospettano un tempo nel quale la sofferenza di Gerusalemme sarà cessata, la città sarà posta sotto la speciale protezione del Signore e gli scampati non saranno semplicemente superstiti ma saranno designati come santi, che godono del favore del Signore.

Elena Comignani

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