Stampa

AVVENTO/5: sperare con due atleti paralimpici, Giulia Terzi e Stefano Raimondi

WhatsApp Image 2024 12 15 at 06.42.19Giulia e Stefano (nella foto gentilmente concessa da loro) sono due giovani innamorati che da qualche mese sono diventati genitori di Edoardo, un bellissimo bambino e sono per me cari amici di famiglia.
La loro storia però non è conosciuta solo da chi li frequenta da vicino, ma appartiene, in un certo senso, a tutto il mondo: Giulia Terzi e Stefano Raimondi - questi i loro nomi per esteso - sono due campioni paralimpici di nuoto, che anche quest’anno a Parigi, hanno vinto parecchie medaglie nella loro specialità. 
Fin da bambina, Giulia ha esercitato lo sport a livello agonistico, nel campo della ginnastica. Poi, dopo aver subito tre interventi con importanti coinvolgimenti midollari, a causa di una pesante forma di scoliosi congenita, ha smesso di camminare. Nel 2018, all’età di 23 anni, il neurochirurgo le ha indicato il nuoto come unico sport praticabile e come rimedio per non rimanere sempre inchiodata alla carrozzina. 
Dopo un inizio forzato e poco motivato in questo campo, Giulia ha conosciuto la realtà paralimpica e vi si è appassionata tanto che, in poco tempo, è entrata a far parte della squadra nazionale paralimpica di nuoto. Quando le chiedo di raccontarmi la sua esperienza, lei mi confida che, prima del consiglio del medico, è stata importante la sua famiglia che l’ha sempre sostenuta e la sostiene tuttora, nella sua lotta e nel suo spirito agonistico.
Stefano, in moto, a 15 anni fa un incidente con un camion e ne esce con una gamba rovinata, a rischio amputazione, che per miracolo i medici dell’ospedale di Verona riescono ad evitare. 
Campione di nuoto, già inserito nella squadra nazionale dei normodotati, si lascia molto demoralizzare dalla situazione intercorsa e, proprio mentre pensa di lasciare tutto, conosce a Verona la squadra paralimpica, comincia ad allenarsi con loro e nel 2017 entra a farne parte. “Puoi lasciare tutto solo dopo aver tentato di continuare”: così gli disse sua madre, poco prima, e determinanti per lui furono queste parole, quasi come la parola profetica che oggi leggiamo dal Libro di Isaia e che invita ad avere fiducia, anziché battere in ritirata nella ricerca di porti sicuri per la propria vita.
Isaia apre le porte del nostro cuore alla misericordia del Signore, il quale certo non ci abbandonerà a versare lacrime sulle nostre condizioni di salute e di rapporti malati. Il Signore si prenderà cura di noi, e i nostri occhi potranno vedere il suo volto di luce nella quotidianità, nella nostra storia personale, nella comunità cristiana, ma anche nel mondo che ci circonda, dove Lui non fa mancare mai la presenza di testimoni di speranza.
Giulia e Stefano -supportati dalle famiglie e dagli amici da cui sono circondati e che sono davvero molti- hanno la grinta di chi spera, lotta e non demorde e incarnano, forse senza saperlo, la beatitudine della speranza. Certamente sono, come tanti altri campioni paralimpici, un esempio a cui guardare per non lasciarsi abbattere dalle vicende avverse della vita e per credere che ciascuno è chiamato a dare un senso alla propria esistenza.

Mariangela Possenti

AVVENTO 2024

21 DICEMBRE

CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO

 

In cammino con la Chiesa

 

Attualità

Percorsi

Articoli recenti

Speciale Quarantesimo

LOGO 40 Ausiliarie Diocesane

Il logo

Programma del 40esimo

AUSILIARIE DIOCESANE: 40 anni di «GRAZIE»

L'Arcivescovo alle Ausiliarie: «Questo è il tempo della vostra missione»

Video: Ausiliarie diocesane: «Testimoni coraggiose della vita consacrata»

Programma del convegno: Il piacere spirituale di essere popolo

Un appuntamento atteso da quarant'anni: le Ausiliarie Diocesane in udienza da Papa Francesco

Area riservata

Chi è online

Abbiamo 18 visitatori e nessun utente online

I cookies ci aiutano ad offrirti un servizio migliore. Continuando a navigare accetti l'utilizzo dei cookies.