AVVENTO/6: sperare con suor Luisa Dell'Orto
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Il profeta Isaia è stato capace, sette secoli prima della venuta di Gesù, di rendere plastico, vivo e concreto, il desiderio di Dio di abitare tra il suo popolo, di accompagnarlo nel cammino dell’esistenza e di sorreggerlo, amandolo teneramente. Gerusalemme è il suo popolo, più che una struttura muraria: è un popolo che cresce, che continua a bussare alle porte della città” perché gli eletti del Signore continueranno ad entrare e chi è già arrivato deve preoccuparsi di accogliere altri: "Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i popoli"
In ogni tempo, l’umanità intera ha bisogno di vedere “sentinelle” che dall’alto chiamano, aprono la porta, preparano la strada per il popolo santo. Tutti noi desideriamo vedere “il Dio che dona salvezza”, una salvezza capace di dare Speranza nei giorni feriali, di suscitare possibilità concrete di un futuro di bene per ogni uomo e donna.
Insieme a Maria, sentinella per eccellenza, gravida di Speranza, tutti noi vorremmo essere “schegge” di Speranza per chi ci passa accanto, poiché abbiamo in qualche modo percepito di essere “preziosi agli occhi del Signore”, di essere amati e desiderati, come una sposa che torna dal suo Sposo.
Cercando testimoni che hanno incarnato questo desiderio di Dio, mi sono lasciata affascinare dalla vita e dalla testimonianza di Suor Luisa Dell’Orto, sentinella nella terra di Haiti.
Nata a Lomagna (Lecco) il 27 giugno 1957, faceva parte della Congregazione delle Piccole Sorelle del Vangelo. Laureata in Storia della Filosofia, completa la sua formazione a Lione, arrivando ad Haiti nel 2002, dopo la devastazione del terremoto.
È donna intellettuale: nel tempo della sua appassionata ricerca del senso della vita, non trovando risposte esaustive nei suoi studi di filosofia, apre il Vangelo e rimane “folgorata” dal Dio che “svuotò se stesso” (Fil 2) per venire in mezzo a noi. Con questo spirito insegna ai sacerdoti in formazione, mettendo a frutto le competenze acquisite sia in ambito filosofico che teologico e cercando di far sorgere in ciascuno sete di conoscenza, di sapienza, di comprensione delle cose, con la convinzione che il pensiero può costruire relazioni e generare azione.
Il suo approccio all’insegnamento, come luogo di amore alla verità, pone anche a noi oggi una domanda: “Noi cosa insegniamo? Nozioni da sapere o l’amore al sapere, al pensare, al cercare la verità che poi va vissuta?”
È donna missionaria: nel paese caraibico coordina il centro KAY CHARL che offre un pasto caldo giornaliero, l’istruzione, e la possibilità di una vita migliore a più di 300 ragazzi. Suor Luisa educa i giovani alla responsabilità, ripetendo spesso: “Qui c’è la chiave per aprire le catene e liberare i ragazzi dalla schiavitù: la chiave è la scuola, la cultura, il sapere.”
È donna di semplicità, radicale nel seguire il Vangelo, brava nell’occuparsi della logistica della casa, determinata, esigente, precisa, rigorosa nelle idee e nei modi. I suoi modi ci interpellano e ci chiedono di trovare risposta a diverse domande: “Qual è il nostro stile quando aiutiamo gli altri? Come fare per passare da “benefattori” che sistemano la propria coscienza a “volontari dell’amore” che sanno guardare negli occhi l’altro e donare Speranza?
È donna mistica: per definire colui che segue il Signore, scrive: “Chi si fa un’anima da povero, chi è all’ascolto di Dio, chi scompare ai propri occhi e si cancella…” e, pensando a Dio, si chiede con stupore: “Chi è questo Dio che ci offre suo Figlio e decide che suo Figlio si faccia uno di noi e resti con noi per sempre?”. Per custodire questa domanda, più che per darne risposta, fa appello al Vangelo di Giovanni, nel versetto che spesso canticchia anche nelle situazioni avverse e che costituisce il centro della sua spiritualità, “Dio ha tanto amato il mondo da dare a noi suo Figlio”.
Nell’Infinito di Dio, Suor Luisa fa spesso riferimento anche ad una frase di Efrem il Siro: “Colui che cavalca le nubi, oggi gattona a Betlemme”. Una frase tenerissima, che oggi non manca di scuotere anche le nostre coscienze: Quale Dio stiamo aspettando? Che dono ci porterà il Dio Bambino in questo suo Natale?
Suor Luisa dell’Orto è stata uccisa il 25 giugno 2022…ma noi sappiamo che:” se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. (Gv 12,24)
Questa è la nostra Speranza.
Marinella Stura
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