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Lo spettacolo della Croce

abside san clemente 2“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32).La promessa di uno spettacolo ci giunge da Gesù. Accadrà che il nostro sguardo verrà interpellato, provocato, attirato dentro il movimento di un amore che non ci attendevamo, di cui forse mai ci siamo accorti e che ora si rivela, illuminando quanto di sé, tutt’attorno, già ha trasformato, redento, conformato a sé.

È l’itinerario che anche noi vogliamo far percorrere al nostro sguardo. Sguardo attirato di noi, discepoli e discepole condotti a scoprire, in sintonia con il cammino della diocesi sulla Via della Croce, ciò che nella vita delle persone di ogni giorno ci regala questo spettacolo. Racconti di sorelle che, incontrando la ‘santità seminata in mezzo alla gente’, desiderano condividerla perché possa essere via per lasciarsi attirare da Lui.
Ci introduce, in questo guardare, l’intuizione tanto antica quanto ricca che ci appare in una rappresentazione della croce che si trova a Roma. Guida al nostro sguardo e alla nostra prima meditazione, il commento di un sacerdote ambrosiano, don Sergio Dell’Orto, vicario parrocchiale presso la parrocchia S.Giovanni Bosco in Seregno.

"O Crux Ave, spes unica!

Lo spettacolo della Croce!

Forse doveva essere così nelle intenzioni di chi usava condannare alla pena della crocifissione: uno spettacolo brutale per scoraggiare altri malfattori; forse era così anche per chi voleva assistervi.

Per noi no. Per noi cristiani la Croce è la croce di Cristo. È la più alta testimonianza della fedeltà di Dio alle sue promesse, alla sua dedizione incondizionata verso l’uomo.

Nella basilica di San Clemente, a Roma, un mosaico del XII secolo, stupendamente conservato, bellissimo esempio dell’arte romanica, ripropone ancora oggi lo spettacolo della Croce nel suo corretto punto di vista.

Abside San Clemente 1 640x436Realizzato nel catino absidale pone nel mezzo la Croce, centro prospettico dell’intero edificio e centro vitale per ogni cristiano. Lo sguardo è così portato a sollevarsi e a cercare la Croce per trarre da essa forza per la vita. Il Cristo stende le sue braccia, obiettivamente sproporzionate, in un grande abbraccio universale. Attorno è raffigurata la Chiesa, simboleggiata dalle dodici colombe bianche che rappresentano gli apostoli e da Maria e da Giovanni in atteggiamento orante. Ai piedi della Croce sgorgano quattro fiumi ai quali si abbeverano i cervi (cfr Sl 42,2-3 «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?») e dai quali spunta una lussureggiante vegetazione, richiamo evidente all’Eden delle origini. La ricca decorazione di tralici di acanto che si dirama dalla Croce regala vita e nutrimento a uomini e donne di ogni professione una gran quantità di animali, figura dell’intera umanità e del Creato. Il fregio sottostante, con l’Agnello dell’Apocalisse, ci porta nella Gerusalemme celeste. C’è quindi un percorso ideale che dalla Creazione conduce alla Redenzione passando attraverso la Croce, che da strumento di morte, per la Pasqua di Cristo, diventa fonte di speranza, di vita e di salvezza: proprio come recita un inno del venerdì santo: «O Crux ave, spes unica – Salve Croce, unica speranza»."


Don Sergio Dell'Orto

Ascolta il canto "O Crux Ave, spes unica!"

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