LO SPETTACOLO DELLA CROCE - 2
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Si è caricato delle nostre sofferenze
"HO IL SIGNORE ADDOSSO": la fede di una madre
Mi capita di entrare in questa vicenda quasi per caso, avvicinata, come spesso accade, in un pomeriggio abbastanza luminoso, mentre appendo un cartello sul cancelletto d’ingresso della parrocchia.
P. mi chiede anzitutto come sto, come va. Senza grande attenzione le rispondo “tutto bene” “e tu?”. Intanto continuo a trafficare con forbici e scotch.
Mi parla delle solite cose, dei suoi soliti mille problemi. Io li considero ‘soliti’. E, a un certo punto, salta fuori l’insolito: un bimbo in arrivo. Il quarto. In una situazione già troppo complicata dai soliti, serissimi problemi che purtroppo toccano nel vivo tante e tante famiglie.
Ci salutiamo. Questa breve conversazione cade silenziosamente, come un seme, nel terreno delle mie settimane, dei miei mille impegni, delle attenzioni, sempre insufficienti, che cerco di avere. E, un giorno, rispunta tra i miei pensieri, come l’inizio di una vicenda nella quale diventerò sempre più spettatrice di uno spettacolo inaspettato.
Nell’attesa di questa nuova nascita e da qui in poi, vedrò la passione di una madre che non si scoraggia davanti al gocciolio di risorse economiche sempre più precarie. Chiede, con grande dignità e rispetto e questo insegna con caparbia ai suoi figli; si documenta, si attrezza, si muove. I suoi figli sono il tesoro più prezioso che ha, quello per il quale si carica di tensioni, di sacrifici. Ma l’espressione che più mi colpisce, sempre, con la quale mi racconta di come nei momenti più difficili riesca a non fermare il passo è questa: “Ho il Signore addosso”. E lo stesso dice di coloro che la aiutano o che semplicemente incontra: “ha il Signore addosso”. E per coloro a cui vede che questo Signore manca, soffre. Ne prevede in un certo qual modo i pericoli, i rischi.
La sofferenza di cui Gesù si è caricato la vedo sulle sue spalle, gliela vedo portare con la fiducia e la fatica di chi sa di “poter buttare ogni preoccupazione ai piedi della sua croce” (altra sua espressione).
P. non è una donna che non ha commesso errori e nemmeno senza difetti. Ma crede, si stupisce del dono che, in tanti modi, riceve da altri. Non lo da per scontato, non vi si appoggia parassitariamente.
“Sono la donna più ricca del mondo perché sono una mamma”, scrive un giorno su Facebook.
La pace del cuore di cui mi racconta quando in superficie sente il tremore di tutti i pesi che la vita le chiede di portare è un dono che non smette di desiderare e domandare. So che prega anche per me.
Senza idealizzare, contemplo il dono di una femminilità che lotta e porta, per custodire e trasmettere il dono della vita, della fede…guardo questo spettacolo così bello e vero anche per me, anche io donna e consacrata al dono della vita.
Giovanna Agostini
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