50° Anniversario della Parrocchia San Carlo Borromeo di Sesto San Giovanni: la gioia di crescere insieme
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Il 16 novembre 2016 ricorre il 50° anniversario della dedicazione di una delle Parrocchie di Sesto San Giovanni a San Carlo Borromeo.
I festeggiamenti sono iniziati a settembre, con la festa dell'Oratorio: è partita una fiaccolata dal Seminario di Venegono, che ha fatto tappa nei luoghi dove abitano attualmente preti e ausiliarie che hanno prestato servizio in parrocchia e in oratorio: a Tradate da Laura Galimberti, a Barlassina da don Sandro Chiesa, a Seveso da Susanna Poggioni, a Cormano da don Gigi Musazzi, a Sesto da don Gianni Pauciullo.
A ciascuna di noi è stato chiesto un ricordo degli anni trascorsi a Sesto San Giovanni, che andranno a costituire un documento della Parrocchia. Riportiamo qui la testimonianza di Susanna.
La parrocchia di S. Carlo è di poco più giovane di me e dell'Istituto delle Ausiliarie Diocesane.
È stata una delle parrocchie che per prime hanno visto la nostra presenza, certamente la prima "cittadina" e una delle prime fuori dai contesti dei paesi della Brianza e del Varesotto. Una realtà "periferica", quartiere nato dall'immigrazione, con una realtà sociale con diverse problematicità.
Dunque scegliere questa presenza tra le diverse richieste ha significato immettere nella nostra esperienza di Ausiliarie Diocesane elementi inediti e sfide nuove, il confronto con una realtà con una complessità maggiore, in cui l'esperienza ecclesiale non era centrale e tradizionale come nei paesi e in cui la dimensione di incontro missionario diventava esigenza forte. Non bastava suonare le campane,bisognava uscire tra le case, nella scuola, andare incontro alle difficoltà della vita quotidiana, incontrare le persone, entrare in modalità di servizio diverse rispondenti al principio dell'Incarnazione.
Da subito questa presenza è stata interrogata anche dall'incontro e confronto con la realtà del movimento di CL, fortemente presente nella comunità parrocchiale, segnata nei primi anni della nostra presenza anche da una contrapposizione tra parrocchia e movimento. Anche questo è stato motivo di crescita grande per tutti, nel graduale riconoscimento reciproco, attraverso l'introduzione di un atteggiamento di ascolto e la scelta di iniziare a condividere alcuni servizi e gesti simbolici: bellissima e costruttiva in questo senso è stata l'esperienza del coro dei giovani che vedeva raccolte le diverse anime della comunità attorno all'essenziale riferimento al Signore e offriva uno spazio di crescita insieme. È stato molto bello camminare verso l'unità attraverso la collaborazione pastorale che noi Ausiliarie abbiamo potuto vivere con don Sandro e da cui tutto il percorso è nato.
Ecco, guardando l'esperienza vissuta dal punto di vista delle Ausiliarie non posso che rendere grazie al Signore per il dono che ci è stato fatto di camminare con questa porzione di Chiesa e di collaborare alla sua edificazione. È stata una grande occasione di espressione del nostro carisma – la dedizione totale all'annuncio del Vangelo, nella collaborazione al servizio pastorale del Vescovo per l'edificazione della Chiesa diocesana – e un'occasione per sollecitarne lo sviluppo e l'approfondimento.
Io sono arrivata a San Carlo 29 anni fa. Avevo vissuto un incarico di due anni in Brianza per poi approdare a questa che è stata la prima esperienza lunga di servizio ad una comunità. I nove anni a San Carlo sono stati intensi e ricchissimi. Ero a servizio di una comunità ed ero poco più che una ragazzina. Sono cresciuta insieme ai giovani a cui ero chiamata a dedicarmi, ho avuto tanti splendidi nonni nel gruppo della Terza età e nei tanti ammalati che ho visitato. Ho incontrato per la prima volta direttamente povertà che conoscevo solo in teoria, da quella economica – ricordo i giri tra gli uffici preposti per trovare la casa popolare per la signora anziana relegata in un tugurio del sottotetto senza ascensore ... - a quella della malattia mentale, a quella delle tante solitudini acuite dalla vita della città. Ho gustato la bellezza di un oratorio vivacissimo, il piacere di tante collaborazioni e amicizie nate nelle tante occasioni di condivisione, la gioia di inventare insieme nuove possibilità di incontro per tutti. Ho sperimentato quello che oggi Papa Francesco definisce "il piacere spirituale di essere popolo".
Quando sono andata alla mia nuova destinazione ho portato con me un bagaglio prezioso di esperienza e di sapienza imparata a San Carlo nei mille incontri vissuti, riconoscendo la verità della parola di Gesù: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto... (Mt 19,29).
Grazie alla comunità di San Carlo per questo dono grande per me e per noi Ausiliarie tutte di crescere insieme nella sequela del Signore.
Susanna Poggioni
Sorella Maggiore dell'Istituto delle Ausiliarie Diocesane
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