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Attesa e responsabilità per una Chiesa più credibile e coraggiosa

occhiCome ormai abbiamo appreso da tutti gli organi di stampa dal 21 al 24 febbraio il Papa ha convocato un incontro con i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo intorno al tema della protezione dei minori nella Chiesa.
Qualcuno ha definito questo appuntamento un «piccolo sinodo», ma certamente il tema si impone all’attenzione di tutto il popolo di Dio per la sua urgenza e delicatezza.

Il Papa, lo scorso agosto nella Lettera al popolo di Dio, proprio sul tema degli abusi, affermava che «la dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria. Benché sia importante e necessario in ogni cammino di conversione prendere coscienza dell’accaduto questo da sé non basta». Francesco ha rivolto un appello accorato a ciascun battezzato per collaborare «alla trasformazione ecclesiale e sociale di cui abbiamo bisogno».

Come donne di Chiesa desideriamo collaborare in modo attivo e responsabile a questo cambiamento in atto, nutrendo una attesa e assumendoci la responsabilità che ci compete.

Da questi giorni, insieme a tutto il popolo di Dio ed in particolare ai più piccoli e ai più fragili attendiamo che la Chiesa, innanzitutto nei suoi responsabili, prenda coscienza di ciò che accade e lavori per una maggior chiarezza nelle procedure e nelle norme da applicare. Ci consola sapere che i lavori si sono aperti con l’ascolto delle vittime, perché questo può aiutare a «sensibilizzare gli occhi dinanzi alla sofferenza degli altri e vincere la bramosia di dominio e di potere che tante volte diventa la radice di questi mali»: spesso il Papa ci ricorda che il male del nostro tempo è proprio la globalizzazione dell’indifferenza (EG,54) ed il mettersi come Chiesa di fronte all’immenso dolore inflitto è, forse, il passo più decisivo per avviare un reale processo di discernimento.
 

In secondo luogo non possiamo non assumere la responsabilità che come donne, consacrate, a servizio della Chiesa sentiamo di dover manifestare.

Siamo liete che fra noi, Anna Deodato sia al servizio della Resurrezione, nell’ascolto, nell’accompagnamento e nella cura del dolore inflitto dalla violenza e dagli abusi e che possa collaborare, all’interno del Servizio nazionale per la tutela dei minori della CEI per aiutare a discernere i passi necessari verso una decisa conversione della coscienza individuale ed ecclesiale.
 

Il servizio di Anna diviene anche stimolo per ciascuna di noi, nella realtà in cui opera «a promuovere e ricercare una feconda ed efficace reciprocità tra uomo e donna che sia frutto di una relazione matura, della accettazione e integrazione della propria identità sessuale e di ruolo» (Vedi l'intervista ad Anna Deodato).

Lo dobbiamo ad ogni donna, ad ogni vittima e all’intero popolo di Dio che tanto amiamo.
Solo così, con il contributo di uomini e donne appassionati al Regno, alla giustizia e alla verità, la Chiesa potrà ri-formarsi, cioè ritrovare la sua forma autentica e credibile.

 Leggi anche "Vorrei risorgere dalle mie ferite. Consacrate e abusi sessuali"

Leggi e guarda le relazioni dell'incontro del Papa con i Presidenti delle Conferenze episcolali, 21-24.02.2019

 



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