C’è un tempo per piangere e un tempo per rinascere
- Dettagli
- Data pubblicazione
- Visite: 1278
Il tempo che è appena trascorso è stato un tempo difficile, drammatico, che ci ha fatto vivere in una bolla impensabile ed inimmaginabile.
Il mondo, e soprattutto il nostro occidente tecnologico, industriale, pieno di risorse, bloccato da un Virus. Un ceppo virale della specie SARS-related coronavirus/SARS-CoV, facente parte del genere Betacoronavirus(famiglia Coronaviridae), sottogenere Sarbecovirus, scoperto intorno alla fine del 2019. Ogni virione SARS-CoV-2 ha un diametro di circa 50-200 nanometri. Essere infinitesimale, neanche immaginabile eppure ha bloccato il mondo, ci ha costretti a casa, in isolamento, ha fatto vittime come in una guerra.
Ora è arrivato il momento di guardare a ciò che è successo e cercare di cogliere l’insegnamento che anche questo disastro ci ha lasciato.
Anche per noi Ausiliarie, generose consacrate di questa terra ambrosiana, abituate a non fermarsi mai, a trovare nel servizio pastorale (importantissimo; non si mette in dubbio questo) quasi la nostra ragion d’essere è il momento di rimettere un po’ di ordine nelle priorità e scoprire quali doni portiamo a casa da questo periodo.
Per me sicuramente è il tempo di scegliere, come ci diceva il papa, «che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario, da ciò che non lo è». A livello personale, ma anche nel nostro servizio pastorale; il coraggio di decidere ciò che veramente ci aiuta a vivere secondo il Vangelo e ciò che non serve più!
È tempo di riguardare i nostri consumi e accorgerci che l’essenziale per vivere bene è davvero poco, il resto rischia di essere un di più e a volte diventa uno scarto a scapito di chi non ha neanche questo poco.
È tempo di accorgerci che la nostra “madre terra” ha bisogno di noi, anche del nostro piccolo sforzo: risparmiare l’acqua, risparmiare l’energia spegnendo le luci superflue o usando la bici invece dell’auto, scegliere di acquistare con consapevolezza. Non possiamo più pensare che alla nostra “casa comune” debbano pensare gli altri.
È tempo di accorgerci che non possiamo vivere da sole, che siamo tutti interconnessi, che le relazioni sono il respiro che ci permette di vivere da esseri umani. Siamo tutti come dice papa Francesco «sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari,tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda».
Quale dono sono gli altri, certo a volte faticosi esattamente come noi, ma come faremmo da soli!
È tempo di non lasciare indietro nessuno, di adattare il nostro passo a chi è più lento, più in affanno, più “debole”; questo vale a livello mondiale, di economia e sviluppo, ma anche tra noi, non super donne, ma donne che vogliono camminare insieme e non hanno paura di rallentare per aspettarsi.
È tempo di riscoprire tutta la nostra creatività, la fantasia e l’estro che ognuna ha, è tempo di uscire dagli schemi e provare vie nuove.
È tempo di dire grazie, smettere le lamentazioni, guardare le tante risorse e doni che abbiamo e riscoprire la gratitudine. Verso Dio e verso gli altri.
Guardiamo la creazione, questo capolavoro che Dio ha voluto per allietare la vita dei suoi figli, e ripartiamo con coraggio. Riascoltiamo l’annuncio che ci ha fatto nascere per quel che siamo; Egli è Risorto e vive accanto a noi.
Sonia Mondonico
CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO
In cammino con la Chiesa
Attualità
Percorsi
Articoli recenti
Speciale Quarantesimo
AUSILIARIE DIOCESANE: 40 anni di «GRAZIE»
L'Arcivescovo alle Ausiliarie: «Questo è il tempo della vostra missione»
Video: Ausiliarie diocesane: «Testimoni coraggiose della vita consacrata»
Programma del convegno: Il piacere spirituale di essere popolo
Un appuntamento atteso da quarant'anni: le Ausiliarie Diocesane in udienza da Papa Francesco
Area riservata
Chi è online
Abbiamo 11 visitatori e nessun utente online