Il venticinquesimo è una tappa intermedia
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"Per Tutto ciò che è stato, grazie!
Per tutto ciò che sarà, sì." (Dag Hammarskjold)
È l'invito e l'impegno sintetizzato in poche parole da Dag Hammarskjold che, nell'ormai lontano 1992, ci siamo prese quando, nel giorno della nostra prima professione, abbiamo espresso il nostro sì davanti a Dio, nella disponibilità al servizio nella Chiesa di Milano.
L'entusiasmo e il desiderio di dono erano grandi sogni, accompagnati dalla giusta illusione di vedere presto la promessa realizzata (e senza troppa fatica!) nella certezza che il Signore avrebbe fatto la maggior parte.
Ora, a 25 anni di distanza, in occasione di questo particolare anniversario, ci sembra importante rinnovare in ciascuna di noi la profondità di queste parole, rivedendo davanti al Signore quanto abbiamo pronunciato quel 29 agosto.
Anna ci ha lasciate tragicamente, per un incidente stradale, dopo un anno e mezzo di professione, "preferendo" il Paradiso.
Noi abbiamo continuato il nostro ministero, incontrando diverse realtà parrocchiali e prestando servizio nella scuola.
Il cammino, nella semplicità e nella quotidianità, è stato segnato dal desiderio di vivere con i sentimenti e i pensieri di Gesù.
Sono stati anni intensi, ricchi di emozioni, di gioia, ma anche di grandi fatiche che, quasi come per Gesù sulla croce, ci hanno costrette a rimanere inchiodate nel corpo, ma certamente come Lui, libere nel cuore.
Alcune parole del Card. Renato Corti esprimono in pienezza questo pensiero: "Gesù bloccato sulla croce nel corpo, è capace di essere libero nel cuore, libero perché abitato dall'amore" (Via Crucis Venerdì Santo 2015, XI stazione).
Ecco: 25 anni di consacrazione sono una tappa di fedeltà a un impegno preso. Adesso siamo certamente più consapevoli della missione che ci è stata affidata e viviamo con una più profonda convinzione di essere bisognose del dono della Grazia di Dio. Ogni giorno sperimentiamo nel nostro essere Ausiliarie Diocesane il suo aiuto che ci rende libere di cuore e ci dà la forza di un amore che vorrebbe raggiungere tutti, anche chi rimane tiepido e indifferente.
Pochi oggi negano ostilmente l'esistenza di Dio, eppure la vita consacrata è vista come una scelta "fuori moda", praticamente inutile.
L'arrivare a donare per sempre tutta la propria vita a Dio e ai fratelli è considerato una follia perché si pensa che il bene si possa fare in altro modo!
È vero: il bene si può fare anche in tanti altri modi... ma l'originalità dei giorni passati in questi 25 anni, la ricchezza di incontri avuti, l'intensità e il dono di relazioni vissute, ci danno la garanzia e la certezza che vale la pena alzare lo sguardo, credere e vivere innanzitutto per quell'Amore che dà senso alla vita dell'uomo.
Perciò ancora oggi, con più forza e con gioia, ci sentiamo di ripetere:
"Per Tutto ciò che è stato, grazie!
Per tutto ciò che sarà, sì."
Cristina e Katia
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