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Un mese con il cardinal Montini

In prossimità della beatificazione del cardinale Giovanni Battista Montini - papa Paolo VI, ci accompagneranno, giorno per giorno, stralci di alcuni discorsi tenuti ai giovani della Diocesi di Milano negli anni del suo episcopato.

Questo "pensiero del giorno" nasce da un lavoro di ricerca che ho fatto sui testi di Montini per il Magistero in Scienze Religiose, mossa dal dono della vocazione che mi unisce all'Istituto delle Ausiliarie Diocesane e dal legame che abbiamo con colui che ne è l'ispiratore.

Dalle biografie su di lui ho potuto riconoscere una sollecitudine pastorale per la gioventù già a partire dal'esperienza bresciana dell'Oratorio della Pace e del mondo studentesco ed universitario. Quando fu nominato arcivescovo di Milano si trovò a guidare la Diocesi italiana più estesa e variegata, investita dal boom economico, dalle immigrazioni e dalle conseguenti ricadute sulla vita di fede della gente e sul mondo della cultura.

Fin da subito egli si propose di conciliare l'obbedienza alla tradizione con l'apertura al nuovo, la conservazione fedele del patrimonio di fede con un dialogo aperto con la cultura moderna secolarizzata. La sua intenzione pastorale di fondo era che il cristianesimo entrasse e vivificasse la cultura. Occorreva andare oltre le forme tradizionali di presenza nella società, per favorire quelle che permettevano di evangelizzare anche gli ambiti più lontani dalla Chiesa.

Questa presenza profetica nella società non poteva non coinvolgere in prima persona i giovani cattolici, considerati soggetti attivi e risorse nuove nella Chiesa. A noi rimangono gli innumerevoli interventi dell'allora Arcivescovo durante le visite pastorali a parrocchie e scuole e ai raduni delle Associazioni Cattoliche (AC, ACLI, AGESCI, FOM, FUCI...).

Luisella Grassi

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1. In ascolto dello Spirito Santo

Cardinal-montiniI primi passi, le riflessioni e i confronti attorno all’idea di istituire una forma di vita consacrata a servizio della pastorale diocesana risalgono alla seconda metà degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta ad opera dell’allora cardinale di Milano Giovanni Battista Montini. È a lui che noi Ausiliarie dobbiamo l’ispirazione fondamentale del nostro carisma, cioè colui che si è interrogato su quanto lo Spirito Santo voleva comunicare del mistero di Dio andando incontro ai bisogni della Chiesa e del mondo.Va ricordato che furono gli anni in cui egli volle anche la grande Missione per la Chiesa delle città di Milano. Basti questa ad indicare la sua grande capacità di discernimento.
La data significativa per noi è la Pasqua del 1961, approdo del lavoro di riflessione e di confronto del Cardinale con alcuni sacerdoti e figure di riferimento vocazionale, come il rettore maggiore e il padre spirituale del Seminario e l’assistente diocesano di Azione Cattolica; lavoro iniziato almeno nel 1957.
Padre spirituale del Seminario e superiore degli Oblati era don Giuseppe Zanoni: in quella Pasqua, il Vescovo gli scrisse una lettera per invitarlo ad un confronto personale. Negli anni successi egli diventerà il primo Assistente dell’Istituto.
 
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2. Sotto la luce pasquale

padre ZanoniNella lettera che padre Giuseppe Zanoni ricevette dal Cardinale emergono una necessità e una prospettiva.

La necessità riguarda i bisogni della nostra diocesi ,bisogni che si scontrano con la diminuzione e la progressiva mancanza di suore nelle parrocchie. La prospettiva, invece, la si intravede solo sommariamente. Il cenno alle Figlie di Sant'Angela e ad esperienze estere è forse il frutto delle ricerche avviate negli anni precedenti.
Questa è la prima volta che si dà un nome all'ispirazione originaria: nella mente e nel cuore del cardinal Montini si delineava il volto delle Oblate Diocesane.

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3. Io vado cercando...

Per comprendere il pensiero del cardinal Montini circa la necessità di una nuova forma di vita cristiana e quale fiducia riponesse nelle giovani, condividiamo con voi parte del Messaggio del 15 agosto 1960 alle socie della Gioventù Femminile di Azione Cattolica diocesana, contenuto nei Discorsi e scritti milanesi, tre volumi usciti nel 1997 ad opera dell’Istituto Paolo VI di Brescia.
 
[...] io vado cercando una schiera di anime giovanili che si dia generosamente, completamente, a vivere fede e costume cristiano. Ma non superficialmente, a qualche maniera, per qualche tempo soltanto, ma con pienezza, con forza, con gioia. Non così, per abitudine esteriore, ma per volontà propria, profonda, totale. E non solo per sé, o per il piccolo ambiente in cui ciascuna vive, ma per tutti, per il prossimo, per la Parrocchia, per la Chiesa, per il mondo.
Ho bisogno, Figliole mie, di anime credenti e innocenti, ma forti, veramente forti, come lo sono quelle che mettono tutta la loro confidenza nel Signore.

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Dentro una storia di santità/1: DOVETE ESSERE VOI STESSE! Il protagonismo delle donne

Paolo VI arazzo«Dovete essere voi stesse. Dovete modellare con originalità la vostra concezione della vita. Dovete avere una vostra nuova personalità. […]. Voi dovete realizzare, con la guida della Chiesa, il vostro tipo di giovani cattoliche, quale risponde all’indole del vostro spirito e quale i bisogni spirituali del nostro tempo richiedono. Voi dovete dare a voi stesse e alle sorelle di questa generazione la “personalità” umana e cristiana, il “carattere” cattolico, di cui solo voi siete capaci, e che la Chiesa di Dio aspetta da voi.».
Con queste parole l’arcivescovo di Milano Montini si rivolgeva alla gioventù femminile di Azione Cattolica, nell’ottobre 1961. Pur con un linguaggio per noi lontano e un carattere ancora germinale, questo accorato invito ci sembra abbia qualcosa di inusuale, talvolta anche nell’oggi: che un uomo di istituzione, quale è un vescovo, inviti le donne al protagonismo, a cercare la propria strada nel dire e vivere la fede. Non che le donne non lo stessero già facendo ma può capitare che si parli delle donne, più che con le donne – ancora di più in quell’epoca pre-conciliare quando era ad esse preclusa, in modi diversi, la presa di parola.

L’arcivescovo invita le donne a trovare il loro modo di essere cristiane che sia all’altezza dei tempi, tempi di continui cambiamenti proprio nel mondo femminile e, di conseguenza, anche nel mondo maschile e nei rapporti di genere.

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Dentro una storia di santità/2: MILLE FILI MI LEGANO ALLA FAMIGLIA UMANA, MILLE ALLA COMUNITÀ CHE È LA CHIESA. L’appartenenza ecclesiale

Paolo VI arazzoCredo che il desiderio di ogni Ausiliaria possa esprimersi con queste parole che Paolo VI consegna al mondo al pensiero della sua morte imminente. Un «Pastore libero e forte» che domanda a se stesso di camminare davanti, in mezzo e dietro al Popolo di Dio, «in ascolto dei bisogni veri e profondi dell’umanità». Un Pastore amoroso che riconosce che l’amore della Chiesa lo «trasse fuori dal gretto e selvatico egoismo e mi avviò al suo servizio», che al momento della sua morte dichiara che «per essa non per altro mi pare d’aver vissuto».
Anche noi possiamo contemplare grate «mille fili» che ci legano alla Chiesa e ci invitano a condividere la missione di Cristo nella forma della carità pastorale, facendone il criterio e la radice della nostra vita spirituale (Statuto delle Ausiliarie). Del resto possiamo riconoscere un remoto invito a questa partecipazione in alcune parole dell’arcivescovo Montini rivolte alle religiose.
La ricca e variegata vita religiosa milanese, ma affaticata dal confronto con la modernità,viene invitata profeticamente dal Vescovo ad assumere e condividere in modo più deciso l’opera globale della Chiesa:Montini arriva a riconoscere anche alle donne «il grandissimo onore di servire la Chiesa» e ancora di più le invita «a comprendere come cammina e si evolve la vita della nostra santa Chiesa»; in un certo senso apre alle donne la possibilità di compiere del discernimento pastorale, fino ad allora affidato ai soli ministri ordinati.

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Dentro una storia di santità/3: COLLABORATRICI, DIACONESSE, MINISTRE. Il servizio pastorale

Paolo VI arazzo
“Questa vocazione vi darà infiniti fastidi, perché l’apostolato, il servizio delle anime è sacrificio, non è comodità”.
Risuonano forti in me queste parole,alla vigilia della canonizzazione di Paolo VI, mentre sono impegnata nella ripresa delle attività pastorali: incontri coi genitori da curare bene, percorsi di catechesi da presentare ai giovani e adulti, feste di riapertura degli oratori da promuovere e custodire insieme. Percepisco l’urgenza dell’annuncio, il desiderio di costruire relazioni nuove in nome del Vangelo, la voglia di affrettarsi per la Buona Notizia; ma mentre comincio a correre, incombono le questioni inevase dalla pausa estiva, affiorano i problemi,qualche tensione emerge, e …le agende si riempiono!
È davvero di conforto leggere quanto - allora Arcivescovo di Milano - Montini esprime alle religiose che incontrava annualmente in Duomo, in occasione dell’11 febbraio. Nel 1961 così diceva: “Io scompaginerò un po’ le vostre fila, vi immetterò a piccole gruppi, di qua e di là vi disseminerò nel popolo cristiano che ha così bisogno di vedere ancora le sue vergini consacrate in mezzo alla sua profanità”.

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