I nostri auguri di Pasqua: Gesù pastore risorto
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In questa Pasqua 2021 noi Ausiliarie diocesane avvertiamo una promettente convergenza con l’intuizione di Giovanni Battista Montini (1897-1978) che già percepiva lo stretto legame fra l’annuncio della Risurrezione di Gesù e la nostra concreta partecipazione alla carità pastorale del Vescovo.
Cogliamo questo anniversario come un’occasione per trarne una sintesi spirituale che tiene composte due qualità dell’unico Signore e che il carisma che abbiamo ricevuto ci consente di non disgiungere.
Due particolari di diverse mani creative, un uomo e una donna, accompagnano l’augurio di Pasqua di quest’anno: i toni vivaci e comunicativi di Jean-Marie Pirot, più noto con lo pseudonimo di Arcabas, con le donne che prime incontrarono l’annuncio della Risurrezione (Comunità Nazareth - Torre de’ Roveri - BG) e l’estro di Yolaine Schmeltz che servendo la Bellezza dà volto al Risorto (Beau berger, olio su tela, 2019).
Nei nostri auguri di Pasqua il Risorto è il Buon Pastore.
La luce che traspare sul volto del Signore che proclamiamo vivo non è per noi diversa da quella del Bellissimo pastore che offre la vita per le pecore (Gv 10,11). Non solo la Pasqua è annuncio della permanenza del dono di Gesù, che ancora oggi espone la sua vita, ma è anche evidenza di un amore più forte della morte, che rinvigorisce nuovamente la nostra missione di cura per la Chiesa.
Quando Montini scriveva, nel 1961, per la prima volta in Italia gli addetti all’industria superavano i lavoratori agricoli, e il costo giornaliero della vita si aggirava intorno alle 30 lire. Un italiano aveva un reddito pro capite annuo di meno di mille dollari. Poco più della media del Sud Africa. Meno di un terzo dei cittadini americani. Ci si muoveva dal sud al Nord con il “treno della speranza” e da tutto il Paese si navigava oltreoceano. Gagarin orbitava nello spazio e la Russia vantava la sua supremazia missilistica. Il mondo viveva le tensioni di Cuba e si iniziava la costruzione del muro di Berlino. E lo Spirito preparava la Chiesa al rinnovamento del Concilio Vaticano II.
Oggi, sessanta anni dopo le intuizioni di Montini, il risorto è vivo nel mondo e molti ancora implorano, forse più di allora, la speranza di una risurrezione concreta e di una carità più fraterna. E noi, come le donne di Galilea, continuiamo ad annunciarLo con cura sollecita, affinché la storia sia realmente luogo di salvezza. Per tutti.
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