Ci stringiamo attorno al Papa
Dopo avere esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Con queste parole il Santo Padre decide fermamente di prendere un altro posto nella Chiesa e nel mondo. Ma non si sposta di molto da quel posto di servo assunto otto anni fa e che oggi lo fa guardare in avanti con la premura per la Chiesa e per l'umanità.
Tra le tante opinioni, riletture e valutazioni che si leggono e sentono in questi giorni a proposito delle dimissioni di Benedetto XVI, desideriamo segnalarne due che ci hanno particolarmente colpito, perché non cedono alla tentazione di fare delle «dietrologie» ma leggono l’evento e suggeriscono qualche chiave di lettura che fa pensare...
La prima, apparsa sul web proprio l'11.02, è quella di Antonio Spadaro S.I., direttore de La civiltà cattolica.
Il gesuita, ben noto nella rete sia per la presenza sui vari social network che per le sue intelligenti sottolineature circa l’uso degli stessi per l’annuncio del Vangelo, sul blog Cyberteologia commenta, a caldo ma con acume, il testo con cui Benedetto XVI ha annunciato ai cardinali riuniti in concistoro le imminenti dimissioni. Secondo Spadaro il punto decisivo del messaggio è quello in cui il Papa afferma la necessità di vigore nel corpo e nell’animo per guidare la Chiesa in questo momento di rapidi cambiamenti. «Lasciando il Pontificato Benedetto XVI sta dicendo qualcosa alla Chiesa di oggi, quella di spendere le forze per aprirsi alle sfide e alle questioni, di non temere la rapidità e il peso dei mutamenti».
Leggi l’articolo di Antonio Spadaro
Il secondo testo che ci ha colpito, invece, è quello di Enzo Bianchi, priore di Bose, comparso su La stampa il 12.02. Il passaggio che più ci piace è quello finale in cui Bianchi, affermando che col suo gesto Benedetto XVI è davvero successore di Pietro, fa riferimento a un non precisato (nell'articolo) episodio del Nuovo Testamento.
Bianchi si riferisce all’ultima comparsa di Pietro negli Atti degli Apostoli. Pietro è protagonista di tutta la prima parte di questo libro, ma ad un certo punto venne arrestato e fu liberato miracolosamente da Gesù. Raggiunse, allora, la comunità per raccontare quanto era accaduto. «Poi uscì e se ne andò verso un altro luogo» (At 12,17). Dopo di allora, di Pietro non si sa più nulla. Viene cercato, ma non si trova. Da allora Pietro non compare più negli Atti degli Apostoli, lasciando spazio al racconto della missione di Paolo, che porta il Vangelo fino a Roma.
Forse Benedetto XVI vede nuove frontiere per la Chiesa e in questo modo le indica...
Leggi l’articolo di Enzo Bianchi
Le foto presenti in questo articolo sono state scattate durante la celebrazione Eucaristica del Mercoledì delle ceneri il 13 febbraio 2013. La celebrazione ha avuto luogo straordinariamente, come ha ricordato il Pontefice, in San Pietro, anziché come di tradizione in S. Sabina sull'Aventino, perchè così è stato suggerito dalle «circostanze». Grande folla, infatti, si è stretta attorno al Papa, che ha ringraziato in particolare il popolo romano. Tra la gente, durante la celebrazione, si respirava un grande e intenso raccoglimento. Al termine della Messa, dopo che il Card Bertone si è fatto portavoce dei sentimenti dei convenuti, un lungo e interminabile applauso ha «strappato» a Benedetto XVI un «Grazie» fuori rituale, cui è seguito il saluto liturgico con la benedizione finale.
Barbara e Laura
In alto: Benedetto XVI passa tra i fedeli benedicendo. Sotto: un momento della celebrazione.
foto: L. Invernizzi
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