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Speciale Avvento: la Chiesa per i coniugi in difficoltà

Questo sguardo ci viene offerto da Silvana, che opera a Verano e collabora con la pastorale familiare della zona di Monza per l'accompagnamento delle persone separate che desiderano rielaborare la loro situazione di vita alla luce della fede. Il gruppo di lavoro si chiama Acor, porta di speranza. 

Il campo è il mondo: ogni luogo, ogni appezzamento di terra, fa parte di questo campo dove l'uomo vive la sua quotidianità nella gioia e nella sofferenza. Io, come ausiliaria diocesana, faccio l'esperienza di annuncio del Vangelo a coppie separate, divorziate e a coloro che formano nuove unioni.

Questa parte di campo, solcata da ferite profonde, chiede di poter essere ascoltata:

dai sogni di un matrimonio sereno, di una famiglia e dei figli, al trauma del un fallimento che segna il vivere quotidiano. La speranza sembra non crescere più, come strappata fin dalle radici. Le cause delle divisioni sono diverse ma sempre dolorose. La crisi devasta la capacità di discernere, di ritrovare l'orientamento personale e per i figli, che crescono in un terreno faticoso. Chi vive in questo territorio fa l'esperienza del buio, sia a livello umano che spirituale.
La Parola di Dio e la voce della Chiesa mi mi spingono ad avvicinarmi a questo buio. Mi faccio compagna della fatica, come donna: ascolto, e rassicuro. Non è facile dire a chi si sente estraneo, "sbagliato" rispetto alla propria comunità parrocchiale: "Tu sei figlio di Dio", "Affidati alla certezza che Dio è amore a cui puoi sempre affidarti". Contrariamente a quanto si pensi, la Chiesa si pone come madre e maestra, come colei che sta accanto, si prende cura e insegna, guida, orienta. Quella che si incontra in questo terreno accidentato è una Chiesa che accoglie e non giudica. È' la Chiesa che fa suo lo sguardo di Gesù.

Tutti siamo chiamati a guardare a questo campo di sofferenza, di sbagli, di rabbia e di solitudine con lo sguardo di Gesù, come troviamo nei suoi tanti incontri nel Vangelo, e ad agire come Lui. Anche in questo terreno, che sembra arido, il Signore ha seminato il buon seme e noi siamo chiamati a farlo crescere, pur nella difficoltà. Occorre accorgersi che questo terreno fa parte delle nostre comunità, delle relazioni con i genitori dei bambini che vengono alla catechesi, con le durezze o gli sbandi degli adolescenti, coi giovani che temono relazioni durature... 

La testimonianza delle persone umanamente divise da un matrimonio ma sacramentalmente ancora unite, è preziosa per ogni vocazione. Lo sguardo da avere, senza scoraggiarsi, è quello della speranza. Non lasciamocela rubare, come dice il papa!

Silvana

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