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Speciale Avvento: Questo mondo che soffre ha bisogno ancora del buon seme

stella

Oggi Stella se ne è andata. Aveva 17 anni. Accanto a lei alcune compagne di classe, un professore, i genitori, i parenti, insieme a me e al personale della struttura in cui era ricoverata, e che, per queste ultime settimane, è diventata la sua casa. Stella appartiene ad una cultura lontana, differente, e parla una lingua per la maggior parte di noi incomprensibile. Professa un'altra religione. Ma ha, aveva, gli stessi desideri, gli stessi sogni, la stessa 'vita' di ogni ragazza 17enne che tutti noi possiamo incontrare: desiderava scarpe da ginnastica di marca, stava studiando per la patente, tutto il suo mondo e il suo tempo erano racchiusi nel cellulare tra chat, foto, musica, social network ....

PaolaGirando per i reparti di un ospedale incontri persone, ascolti malati, familiari, amici e anche medici ed infermieri: donne e uomini, anziani e bimbi, italiani, europei, africani o americani, cristiani, musulmani, buddisti o atei, buoni o cattivi, liberi o carcerati ... Il campo è il mondo nel senso che ben presto ti rendi conto che la sofferenza non guarda in faccia a nessuno.Paola1

Ciascuno, prima o poi, in un modo o nell'altro arriva ad incontrarsi - o meglio- a scontrarsi con questa sorella scomoda. Scomoda perché ti pone molte domande a cui difficilmente trovi risposte soddisfacenti, ti sconvolge i piani, i progetti, ti mette in scacco, ti cambia la vita. Ti butta in faccia il tuo essere limitato, impotente. Ed è anche colei che, più di ogni altra sembra mostrare un Dio lontano e disinteressato alla nostra vita, indifferente alle nostre vicende. Anzi, spesso insinua un’immagine di Dio che punisce così i nostri misfatti.

Spesso mi sono trovata a domandarmi: ma come mai, Signore, hai scelto la sofferenza come via per la salvezza? come mai hai chiesto al tuo Figlio di percorrere proprio questa strada? Nella tua somma sapienza non potevi pensare qualche altra cosa? In questi anni mi sono risposta che forse hai scelto così perché è la più universale, è quella che prima o poi tutti incontriamo. Sapevi che da lì deve passare ogni esistenza e che proprio lì stanno le tentazioni più forti del non fidarci più di te, del non riconoscerti più come Padre amante della vita di ciascuno.
È Avvento! Ancora si avvicina il Natale. La notizia che ci parla di un Dio che non è spaventato o schifato del limite, del nostro limite. Addirittura lo sceglie: sceglie di farsi uno di noi, di abitare un corpo e una storia, di avere amici, parenti coi i quali gioire e per i quali soffrire. Sceglie di attraversare lui stesso la sofferenza fisica, psicologica esistenziale ... perché così facendo ha potuto cambiar la via del limite in porta per l'eternità. Questo avvento mi racconta che ancora ti ostini a venire a cercarmi, lasciandoti "seminare" in questo campo che è il mondo, perché vuoi essere riconosciuto come il Dio vicino, il Dio con noi, che teneramente accoglie e attende, che desidera raggiungermi là dove mi trovo per condividere la mia vita per aiutarmi a ritrovarne il senso. Nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte io so che tu, Dio fatto uomo, sei accanto, sei dentro questa mia vicenda, questa mia pelle e mi inviti a vivere in pienezza questa vita per incontrare l'Amore di Dio e con lui condividere l'Eternità. Il campo è il mondo: questo mondo che soffre e che ha bisogno ancora del buon seme della tua Parola, che cresce nonostante la zizzania e che ancora oggi attende di sentire e vedere l’annuncio che risuona in ogni yod della Parola:

"Non temere perché io sono con te;
non smarrirti perché io sono il tuo Dio.
Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto [ ... ]
ti tengo per la destra [ ... ]
Perché tu sei prezioso ai miei occhi
perché sei degno di stima e io ti amo"
(Cfr. Is 41 e 43 )


Paola Musi,
assistente spirituale all’Ospedale Niguarda
e all’Hospice «Tulipano»

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